“Aspettiamo la mezzanotte con un dito sull’applicazione Go-In” per un posto in aula

Salendo in bus da Piazzale Tecchio, dopo pochi minuti dall’imbocco di via Cinthia, ecco svettare il grande campus di Monte Sant’Angelo e i suoi edifici bianchi e arancio. Manca poco alla fine delle lezioni mattutine e, sia nei Centri Comuni che negli edifici di riferimento, gli studenti di Economia sembrano non aver ancora ripreso pienamente possesso dei loro spazi.
Nel cortile antistante l’edificio 8 c’è qualche gruppo in pausa. “Abbiamo appena finito la lezione. Questo semestre seguiamo Marketing, Programmazione e controllo e Diritto del lavoro – informa Luca Di Nuzzo, studente al terzo anno di Economia Aziendale – Gli orari non sono particolarmente pesanti ma non sempre, tra una lezione e l’altra, ci viene dato il quarto d’ora di pausa”. Non si ha forse l’impressione che il campus sia poco popolato? “Il mercoledì in realtà – è il 29 settembre e le lezioni per le Triennali sono cominciate il 20 – è il giorno in cui ci sono più studenti perché all’edificio 8 seguono anche il primo e il secondo anno di Economia Aziendale. Noi eravamo nelle aule G che sono da circa 200 posti”. Prima della pandemia “siamo stati anche in 400, seduti per terra o in piedi fuori dall’aula. Certo, questo problema non c’è più ora che i posti sono su prenotazione. Ma non si riesce sempre a prenotare perché si esauriscono alla velocità della luce”. La difficoltà di assicurarsi un posto in aula emerge dai racconti di molti studenti e questo mostra tanto la volontà da parte loro di riprendere l’università in presenza, tanto, probabilmente, una certa carenza di spazi adatti ad accogliere per intero numeri così alti. “Sì, bisogna prenotarsi immediatamente appena inizia la settimana – conferma Alessia Grande, al secondo anno di Economia Aziendale – Siamo nelle grandissime aule T1 e T3 ma, inevitabilmente, restano fuori in parecchi. Siamo tanti”. Le prime settimane di lezione “sono andate bene, ma ci sentiamo un po’ spaesati. Da quando ho cominciato l’università, sono stata in presenza una volta, a giugno per un esame, e conosco solamente questo edificio. Non ho visto altro, né saprei andare altrove”. Come molti dei suoi compagni, “vengo in aula per le lezioni e poi torno a casa per studiare. Sono contenta della mia scelta di Economia, campo che mi è stato suggerito anche in famiglia, e spero di poter vivere una bella esperienza di studio e di vita”. È sulla stessa lunghezza d’onda Rosa Di Lucia, anche lei secondo anno. Finita la lezione, insieme al suo gruppo, siede sulle scale posteriori per mangiare un panino. “Seguiamo quattro volte a settimana, due in presenza e due a casa. Quando si segue in presenza generalmente, poi, si va a casa, ma oggi abbiamo deciso di trattenerci in aula studio insieme”. L’impostazione di questa ripartenza non invoglia pienamente alla frequenza: “Per me raggiungere Monte Sant’Angelo è faticoso perché arrivo da Caserta. Devo cambiare più volte treno, arrivare a Campi Flegrei e prendere il pullman. Pullman che la mattina sono sempre pieni per cui bisogna lanciarsi per salire per primi o aspettare il successivo”.
Bello “ma dispersivo” il campus
L’organizzazione degli orari su turni, “riducendo il numero di studenti in sede, ha anche ridotto le possibilità di fare conoscenze. Noi, ad esempio, non abbiamo mai incrociato gli altri canali di Economia Aziendale, né studenti di Economia e Commercio o Finanza”. La speranza “è che, almeno, il prossimo anno si possa stare insieme”. Un’occhiata alle ampissime aule T, del resto, dà effettivamente un’idea di quanto abbondanti siano le coorti studentesche di Economia. Hanno appena finito la lezione di Diritto Privato Maria Fatima Cervone e Benedetta Di Giacomo, matricole di Aziendale: “Ci stiamo trovando decisamente bene, i professori sono bravi, i controlli a campione ci sono e stiamo conoscendo persone simpatiche – è il loro bilancio – Per il momento abbiamo vissuto poco Monte Sant’Angelo, abbiamo preso familiarità con l’edificio 8 e un pochino con i Centri comuni dove c’è la nostra segreteria. C’è tanto da vedere, ma non mancherà occasione”. Le ragazze hanno fatto tappa anche in aula studio “dove siamo state in tranquillità e in cui non serve prenotare il posto. Per l’aula, invece, aspettiamo la mezzanotte con un dito sull’applicazione Go-In aperta”. L’ingresso all’università comporterà “un cambio di mentalità – conclude Benedetta – A scuola mi ero abituata a studiare riascoltando le registrazioni, ma perdevo un sacco di tempo. Ora dovrò sveltirmi per stare al passo ed essere più indipendente”. Come Maria Fatima e Benedetta, stanno ancora familiarizzando con la struttura e le nuove discipline Ilaria Lapicio e Federica Canale: “Alcuni professori hanno fatto un’introduzione della materia e degli argomenti da studiare, altri hanno cominciato direttamente a spiegare. Non è proprio facile stargli dietro”. Bello il campus, “ma grande e terribilmente dispersivo. Ci siamo persi per trovare le aule T e la copisteria per i libri”.
L’organizzazione degli studenti Magistrale sembra, invece, più elastica come confermano Tommaso Merino di Economia Aziendale e Gianluigi Esposito di Innovation and International Management: “C’è ancora la dad e molte persone preferiscono seguire a distanza, venendo occasionalmente in presenza per un momento di confronto con i colleghi o per sbrigare delle commissioni”. Altri spazi tipicamente frequentati dagli studenti di Economia sono l’aulario A sul cui piano ci sono anche due grandi aule studio e l’edificio sede dei Dipartimenti di Scienze Economiche e Statistiche e di Economia, Management e Istituzioni. In una delle aule A c’è Martina Peluso, Magistrale di Economics and Finance, che scambia al volo una battuta prima che il docente rientri in aula dopo la pausa: “Abbiamo avuto un’aula bella grande. Noi siamo pochi, non arriviamo a quaranta, e qui ci stiamo anche tutti”. Quanto alle aule studio sul piano, una è piena, nel rispetto del distanziamento, mentre l’altra è vuota e chiusa. È invece in attesa di cominciare una lezione pomeridiana Carmine Cioffi, Magistrale Economia Aziendale. È in Dipartimento e approfitta di una delle sedute con tavolino che c’è nei corridoi: “In genere seguo a casa, ma oggi avevo un appuntamento con il mio relatore e mi sono trattenuto”. Mostra il computer: “Qui non posso ricaricarlo. Delle sedute con la presa ci sono in biblioteca. Le biblioteche dipartimentali però, ho scoperto, sono ancora chiuse”. Avendo già qualche anno di università alle spalle, commenta con più cognizione di causa: “Forse avremmo bisogno di qualche stimolo e spazio in più per sentirci di nuovo una comunità studentesca”.
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