Adam Mahmoud, lettore di Hausa, la lingua più diffusa in Africa occidentale

“Lo studio dell’Hausa è un trampolino di lancio per la conoscenza dell’Africa”, afferma Adam Mahmoud, lettore di Lingua Hausa, originario del Ghana, raccontando il proprio itinerario formativo e didattico. “Ho cominciato gli studi universitari in Ghana, dove ho conseguito una laurea per il perfezionamento dell’insegnamento dell’Inglese”. I contatti con la lingua italiana sono avvenuti, invece, in Libia. “Lì ho insegnato per un periodo Inglese e ho avuto l’opportunità di conoscere alcuni italiani. In seguito, mi sono laureato in Scienze delle Lingue, Storia e Cultura del Mediterraneo e dei Paesi Islamici a L’Orientale”. Ateneo che vanta relativamente agli studi di Africanistica “una tradizione antica, iniziata con Egittologia ed Etiopistica più di un secolo fa”. Spesso, però, nell’immaginario collettivo regna molta confusione sull’Africa. In particolare, molti ignorano che l’hausa sia la lingua più diffusa in Africa occidentale. “Sono circa 36 milioni i madrelingua di hausa e più di 60 milioni di persone la usano come seconda lingua. È, inoltre, la lingua più parlata in Nigeria che è, a sua volta, il paese più popoloso del continente africano. La maggior parte degli Hausa si trovano, infatti, negli stati del nord della Nigeria e nella repubblica del Niger. In più di dodici paesi, molti popoli usano l’hausa come lingua franca”. Appartenente al ceppo afro-asiatico, l’hausa è anche “lingua tonale per eccellenza. Pertanto, il suo studio può rivelarsi molto utile in linguistica per la comprensione della funzione dei toni”. L’idioma ha svolto, inoltre, un ruolo determinante nelle attività commerciali ed è stato impiegato anche “per la diffusione dell’Islam in gran parte dell’Africa sub-sahariana. La lingua ha così subito l’influenza dell’arabo, soprattutto nel lessico, che ha trasmesso di conseguenza a tante altre lingue africane”. Nel panorama linguistico africano, “si parlano più di tremiladuecento lingue, la maggior parte concentrate nei territori occidentali”. A seguito dell’influenza islamica, l’hausa “è stata la prima lingua africana a sviluppare una tradizione scritta. Esiste una vasta letteratura in hausa, scritta in caratteri arabi (ajami) e altri caratteri modificati per i suoni non presenti nella pronuncia araba”. 
Il West African Pidgin English
Il corso di Lingua e Letteratura Hausa è tenuto dal prof. Sergio Baldi, mentre le lezioni del lettorato mirano a rinforzare l’esercitazione pratica, e soprattutto orale, della lingua. “Leggiamo in hausa, usando libri scritti a Kano, che è la capitale culturale degli Hausa nonché la maggiore città della Nigeria settentrionale con 12 milioni di abitanti”. Negli anni passati, “alcuni studenti hanno avuto l’opportunità di seguire i corsi di hausa presso l’Università di Kano, e non solo”. In aggiunta alla convenzione con l’Università nigeriana, L’Orientale ha attivato “accordi bilaterali con l’Università di Francoforte, l’Università di Varsavia e l’INALCO (Institut National des Langues et Civilisations Orientales) in Francia”. Lo studio di una lingua, però, comporta parimenti l’approfondimento dettagliato della rispettiva cultura. “La cultura hausa è molto variegata, sia per il grande spazio geografico in cui è diffusa, sia per i numerosi contatti con altre culture. L’hausa ha circa quattro dialetti principali. Perciò, quest’anno ho introdotto l’insegnamento basilare di ‘West African Pidgin English’. È un pidgin nato tra gli Europei e gli Africani durante i primi anni di commercio nelle zone costiere dell’Africa occidentale. Nei secoli, il pidgin si è sviluppato fino a diventare una lingua a pieno titolo con caratteristiche molto interessanti: si tratta di una lingua franca con più di 100 milioni di parlanti”. In genere, le difficoltà maggiormente rinvenute dagli studenti – in media, una quindicina all’anno – nell’apprendimento hanno a che vedere con “la fonetica e alcuni aspetti grammaticali sconosciuti alle lingue europee. Occorre, indubbiamente, una pratica assidua per superarle. Ma posso affermare con assoluta convinzione che la soddisfazione più grande del mio lavoro è stata, dopo un paio d’anni, riuscire a conversare di molti argomenti in lingua con alcuni dei miei studenti”, conclude il docente madrelingua. 
Sabrina Sabatino
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