1.500 immatricolati alle Triennali

“Quest’anno abbiamo avuto 1.500 immatricolati sui tre Corsi di Laurea Triennale: Lingue e Culture Comparate; Lingue, Letterature e Culture dell’Europa e delle Americhe; Mediazione Linguistica e Culturale”, afferma il  prof. Augusto Guarino, docente di Letteratura Spagnola, Direttore del  Dipartimento di Studi Letterari, Linguistici e Comparati. Qualche dato sulle scelte linguistiche degli studenti: si sono consolidate nel tempo “tendenze di lunga durata, ad esempio lo studio dell’inglese e dello spagnolo, anche se negli ultimi anni abbiamo assistito alla crescita di alcune lingue orientali, in primis cinese e giapponese. Da un paio d’anni, invece, un fenomeno che non prevedevamo è stato quello di una ripresa del tedesco e del russo”. L’introduzione del test selettivo di valutazione per i neoiscritti che scelgono l’inglese come lingua curriculare ha orientato gli studenti “verso lingue che non ci aspettavamo, o almeno non in queste proporzioni. Il tedesco ha quadruplicato il numero di studenti, mentre il russo li ha triplicati nel giro di due anni”. Questo effetto non del tutto atteso “crea non poche difficoltà, dal momento che se prima bastavano almeno tre docenti di tedesco o russo adesso ne occorrono almeno sei per ogni disciplina”. Un ulteriore campo che sta acquisendo maggiore importanza è quello dell’Italiano, inteso come lingua, storia cultura, per stranieri. Quest’anno è stato inaugurato “un Corso di Laurea Magistrale, riconosciuto insieme al Master di II livello in Didattica dell’Italiano L2, come titolo di accesso per il concorso nelle scuole. Quando si pensa a L’Orientale, si pensa al cinese o all’arabo, ma non tutti sanno che si studia proficuamente anche l’italiano”. L’argomento centrale di discussione all’interno del Dipartimento è la programmazione dell’offerta didattica per il prossimo anno accademico: “Sarà necessario il massimo sforzo per far diventare quello che può sembrare un insieme caotico un vero e proprio sistema. Bisogna organizzare le discipline di base che in genere si rivolgono a più di mille studenti alla volta, quali Letteratura Italiana e Linguistica generale, e valorizzare altre discipline di grandissimo interesse culturale che, però, molti giovani non conoscono bene”. Colmare il divario tra lingue troppo scelte e altre sottovalutate è uno degli obiettivi.
Con l’albanese molte chance di lavoro
Ad esempio, “molti giovani studenti non conoscono le peculiarità dell’albanese o non sono a conoscenza del fatto che l’Albania è in un momento di grande sviluppo economico. Eppure, l’albanese è una lingua scelta da pochissimi, e proprio per questa ragione potrebbe offrire molte chance di lavoro. Lo stesso discorso vale per l’olandese, il ceco, il romeno, il polacco, il bulgaro, il serbo-croato, l’ungherese, lo svedese e il finlandese”. Tra i progetti in via di realizzazione, “stiamo pensando di mettere in piedi un’informazione specifica per determinati settori. Oltre alle consuete brochure, vogliamo diffondere strumenti cartacei e telematici molto agili con informazioni, docenti di riferimento e punti di contatto per dare una certa visibilità. Per noi docenti alcune notizie sono un po’ ovvie ma per un giovane diplomato la prospettiva cambia”. Non tutte le matricole sanno che “l’albanese e l’ungherese non sono lingue slave oppure che il finlandese e lo svedese appartengono a due ceppi linguistici diversi. Ancora, cosa sa un ragazzo di 18 anni sulla Scandinavia? Ben poco. Questo perché l’Italia è molto introflessa sulle questioni nazionali o sulle tragiche dinamiche internazionali che vengono a galla grazie ai mezzi di informazione, come il rapporto con il Mediterraneo”. A causa della carente informazione culturale, “lo studente tende a scegliere solo gli ambiti che già conosce ed è un vero peccato, dato che a L’Orientale si insegnano circa 40 lingue, di cui 25 solo nel nostro Dipartimento”. Pertanto, saranno presto organizzate attività di orientamento in entrata nelle scuole. Proprio dalle istituzioni scolastiche  arrivano sollecitazioni agli esperti areali di alcuni compartimenti de L’Orientale per organizzare manifestazioni e stimolare spunti di riflessione in merito a questioni attuali: “Di recente, c’è una certa richiesta dei docenti dell’area balcanica, poiché la Tavola valdese e con essa altre associazioni pacifiste hanno promosso iniziative per favorire il processo di pacificazione nel Kosovo, che è di lingua albanese, e con i serbi, un popolo in parte aggressore e in parte aggredito. Si sta riparlando moltissimo della Bosnia-Erzegovina o della questione storica delle foibe”. Tra gli eventi culturali in corso, “sta andando molto bene il seminario ‘Tradurre l’America Latina’. Si tratta di un laboratorio organizzato dal Centro di Studi sull’America Latina dell’Ateneo, in cui persone che hanno avuto a che fare con traduzione di testi provenienti dal Messico fino all’Argentina vengono a portare la propria esperienza di traduttori. Quest’anno abbiamo una platea di circa 60 studenti da vari Corsi di Laurea”. Programmate nel mese di novembre, invece, “diverse iniziative connesse alle celebrazioni del centenario della nascita di Carlo di Borbone come sovrano europeo con una particolare attenzione alla portata europea del regno di Napoli durante il diciottesimo secolo”. In un periodo in cui la sorte degli Atenei italiani è nel mirino del dibattito, ribadisce il prof. Guarino: “la nazione non ha futuro senza gli studi universitari e, nel nostro caso, senza una visione su cos’è il mondo. Guardare al mondo non è una spesa, bensì una risorsa ed è questa la Primavera che noi ci aspettiamo. Non solo in chiave politico-rivendicativa, perché i governi ci hanno trattato male, piuttosto perché l’opinione pubblica non ha capito l’importanza dell’Università, che è il luogo di formazione delle figure professionali del paese”, conclude l’ispanista.
Sabrina Sabatino
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