Al terzo anno “l’approccio pratico è molto forte, superiore anche al resto d’Europa”

Nella sede a via Delpino, il 4 febbraio ci sono pochissimi studenti nel cortile di Veterinaria, tutti infatti sono intenti a preparare esami, o fuori per tirocini, se si tratta dei ragazzi del quinto. “Il quarto è l’anno che mi piace di più. Si entra nel vivo del mestiere, sia per la clinica, che per la chirurgia. Ad esempio a Medicina Operatoria ci esercitiamo sulle suture chirurgiche. I primi tre anni ero perplessa sulla scelta, poi, dopo il corso con il prof. Oliva di Clinica Medica, mi sono ricreduta”, confida Martina Longobardi. “Tutto sommato le cose ora vanno bene, ma c’è un po’ di disorganizzazione, in quanto si accavallano le cliniche mobili con la pratica dei corsi. Dobbiamo infatti essere reperibili per gli allevatori che ci contattano quando siamo di turno, per pronto soccorso o casi di ipertermia dell’animale”. La collega Annarita Sestri sta preparando l’esame di Anatomia Patologica: “consiste in una prova pratica, dove bisogna ispezionare un organo e descriverne la patologia. Se riesci a farlo, hai accesso all’orale. È dal terzo anno che seguiamo questa materia. L’esame da 13 crediti si sostiene con quattro docenti diversi che curano altrettanti moduli. Da quest’anno possiamo scegliere due ambiti di applicazione, come grandi e piccoli animali, cosa che prima non era possibile”. Annarita rileva alcune carenze nelle attrezzature: “il microematocrito e le apparecchiature per l’anestesia dovrebbero essere più all’avanguardia, e a mio avviso il pronto soccorso dovrebbe funzionare anche nel week end, cosa che ora non accade”. Da quest’anno accademico tutti gli studenti di Veterinaria seguono nella stessa sede, come precisa il rappresentante in Consiglio di Dipartimento Alessio Albarano: “finalmente siamo tutti a via Delpino. Per noi del terzo anno l’approccio pratico è molto forte, superiore anche al resto d’Europa. Ci occupiamo, ad esempio, di tecniche autoptiche, per descrivere situazioni patologiche”, spiega. “Sezioniamo un cane e ne analizziamo i campioni. Il più delle volte si tratta di cadaveri di randagi ritrovati. Riforniamo quindi l’ASL di dati su malattie infettive”, precisa la collega Elvira Improda. “Abbiamo infatti diagnosticato un caso di leptospirosi, malattia infettiva che può colpire anche l’uomo e necessita di isolamento per i cani che ne sono affetti”, continua Alessio. “Viene trasmessa dal ratto e vuole una profilassi particolare. Il caso deve essere innanzitutto denunciato”, chiarisce Vincenzo Gaita. “Per l’isolamento di alcuni animali, come cavalli, abbiamo due box e una sala operatoria, che con un braccio montacarichi porta il cavallo al lettino computerizzato per le operazioni. Non possiamo operare, ma seguiamo il monitoraggio delle terapie, per cui i professori devono interfacciarsi con noi, che fungiamo da infermieri, nutrendo gli animali secondo il loro regime dietetico ed assistendoli”, aggiunge Elvira. “Ci è arrivato da poco un cavallo con un linfoma all’occhio, curato con una terapia sperimentale. La massa tumorale, se prima era grande quanto un’arancia, si è andata riassorbendo. Per noi è stata una conquista”, sottolinea Alessio.
Sotto esame anche gli studenti di Tecnologie delle Produzioni Animali. Unico a studiare a via Delpino è Andrea, al terzo anno: “seguo a via Don Bosco, ma vengo qui a studiare perché le aule-studio da noi non sono ottimali. Ne abbiamo quattro, ma con banchi e sedie rotti e il riscaldamento non funzionante. La maggior parte dei nostri esami comprende quattro moduli. Oggi ho sostenuto Igiene, da 12 crediti, che comprende Dietetica e Valutazione alimenti. Per la convalida si fa la media dei diversi voti. Il più difficile è Tossicologia, che comprende: Igiene, Diagnostica di laboratorio e Farmacologia”.
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