Calcio, pugilato, pallanuoto: gli sport in rosa

Prato adiacente l’edificio 20. Tra i pali di una porta da calcio il portiere si tuffa alla sua destra e respinge il tiro dell’avversaria che ha da poco stoppato palla di petto, l’ha fermata sul collo del piede destro e poi ha calciato puntando l’angolino. Appena fuori dal campo, un’atleta con dei guantoni sferra dei pugni
con il mister Patrizio Oliva, campione di pugilato. Si intravede tanta tecnica. Il rumore dei colpi è un invito a osservare da lontano. Arrivano nel frattempo per la foto di rito due ragazze che camminano su gambe rese vigorose da anni di piscina. Calcio, pallanuoto, pugilato. Tutti sport che l’immaginario collettivo fatica a immaginare in rosa. Errore. Lo spiega il dott. Carlo Ruosi, docente di Ortopedia alla Federico II e punto di riferimento allo stand dedicato allo sport al femminile: “uno dei falsi miti che vogliamo sfatare oggi è quello di sport solo per maschi. Ci teniamo che non esista questa differenza di genere”. Dal punto di vista medico: “vogliamo sottolineare che, sebbene tra corpo maschile e femminile ci sia una innegabile differenza anatomica, al momento di traumi o di prevenzione, i percorsi sono identici”. Sport per tutti, quindi, ma con attenzione: “lo sport va praticato da tutti, ma occorre farlo bene, altrimenti si rischia di ledere l’apparato muscolo- scheletrico. Bisogna farlo con allenatori preparati. Lo staff medico non deve intervenire solo di fronte a traumi, ma deve agire per prevenire gli infortuni”. Messaggi chiari spiegati attraverso chi lo sport lo vive quotidianamente: “hanno partecipato alla manifestazione di oggi l’Acquachiara con la squadra di pallanuoto femminile, la Carpisa, ovvero il Napoli calcio femminile, l’Arzano volley e l’associazione Milleculure che in palestra ospita ragazze che fanno arti marziali”. Chi fa distinzioni in base al sesso “commette un errore grave”. Lo afferma Patrizio Oliva, che prosegue: “lo sport è universale. Tutte le discipline hanno campioni al maschile e al femminile. Noi abbiamo una bellissima nazionale femminile composta da ragazze non solo molto forti ma anche molto femminili. È importante sfatare questi miti”. Pratica pallanuoto da otto anni Martina Mazzola, atleta dell’Acquachiara e aspirante architetto in attesa dei risultati del test di ammissione: “il mio è uno sport poco conosciuto, ma alle donne offre tanto. Aiuta fisicamente dal punto di vista muscolare e mentale. In acqua la differenza con i maschi è minima, si avverte di più in palestra”. Con lei Miriam D’Antonio, che due anni fa ha vinto il premio come miglior portiere d’Italia under 17: “la passione per la pallanuoto è condivisa con i miei fratelli. Ho gambe molto forti, per questo gioco in porta”. Si chiama Zlatan Ibrahimovic, invece, l’idolo di Vittoria Ciccarelli, calciatrice della Carpisa Yamamay che sul rettangolo verde si ispira al campione svedese. Alle ragazze che guardano  con curiosità al calcio dice: “provateci. Il calcio è bellissimo e rilassante. Aiuta a mantenersi bene atleticamente, senza fare un fisico da maschiaccio”. L’appeal del calcio sul gentil sesso sta crescendo. Lo afferma Francesco Persico, allenatore in seconda della prima squadra: “i numeri stanno crescendo. Dal punto di vista tecnico le ragazze non hanno nulla da invidiare agli uomini. La seduta di allenamento non differisce tra i due sessi, la metodica è la stessa”. Il gap con i maschi “è fisico e di spogliatoio, le donne sono più difficili da mettere in gruppo”.
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