Claudia Vilardo: un 95 per studiare in Texas

Si chiama Claudia Vilardo la studentessa di Biotecnologie Mediche vincitrice di borsa di studio che, burocrazia permettendo, dovrebbe partire da Capodichino con destinazione Stati Uniti d’America. Lì, in Texas, ad aprirle le porte sarà, alla University of Texas MD Anderson Cancer Center, il laboratorio di George Calin che, di recente, in qualità di visiting professor, è arrivato in via De Amicis per tenere varie lezioni e partecipare
a uno degli incontri del ciclo di seminari “Frontiere in Biotecnologie”. 21 anni, laureatasi lo scorso ottobre con lode alla Triennale in Biotecnologie
per la Salute con una tesi sul tumore al cervello, con relatrice la prof.ssa Gerolama Condorelli, Claudia ha conquistato la vetta della
graduatoria della selezione per la borsa di studio, conquistando novantacinque dei cento punti totali. Un punteggio ottenuto sommando
voto di laurea, media dei voti, crediti acquisiti, competenza linguistica e valutazione del progetto presentato. Dalla sua, oltre la lode, c’è stata: “la media del 29, rapportata anche ai crediti. Mi ha aiutato l’aver sostenuto tutti gli esami del primo semestre”. Parla di tumore al seno il progetto che ha presentato al prof. Calin e ad altri docenti federiciani di fronte a studenti delle superiori: “si tratta del mio lavoro di tesi magistrale. È una tesi sperimentale, quindi sono partita subito con lo studio per cercare di avere dei dati”. Quando hai visto il 95? “Mi è venuto un colpo al cuore. Ero troppo felice. Non me lo aspettavo perché tutti i miei colleghi hanno fatto una bella presentazione”. Sa che nel nuovo continente non lavorerà alla sua tesi, “ma a progetti di cui non sono
ancora a conoscenza. La speranza è che in qualche loro pubblicazione ci possa essere anche il mio nome”. Senza trascurare il lavoro a Napoli: “il mio intento è riuscire a sostenere gli esami a febbraio al mio rientro. Nonostante questa esperienza non voglio avere esami arretrati”. Continua così a coltivare un sogno nel cassetto: “Vorrei diventare ricercatrice. Credo che conoscere bene l’inglese sia fondamentale”. Una convinzione che l’ha portata innanzitutto a scegliere per la Magistrale il canale anglofono: “è bello poter studiare fianco a fianco con studenti stranieri. Sono felice della mia scelta”. In secondo luogo, a optare per l’America come prima esperienza all’estero: “ho voluto presentare la mia candidatura per approfondire l’aspetto linguistico e per conoscere un nuovo laboratorio con macchinari e persone diverse. Credo che per un aspirante ricercatore possa essere l’esperienza migliore che si
possa vivere”. Del prof. Calin ha avuto “un’ottima impressione. Mi ha colpito tanto la sua disponibilità. Ha dato informazioni a tutti gli studenti che hanno partecipato al bando, spiegandoci nel dettaglio come lavora”. Ha deciso anche la durata di un’esperienza che dovrebbe iniziare a settembre: “in America posso stare tra i quattro e i sei mesi. Credo di fermarmi all’estero cinque mesi perché la borsa di studio, tremila euro da tassare, non mi consente di fermarmi oltre”. L’obiettivo è “imparare dal punto di vista scientifico nuove tecniche e di capire com’è il mondo della ricerca all’estero. Il solo potermi relazionare con persone straniere mi entusiasma. Il prof. Calin ci ha raccontato che nel suo laboratorio ci sono studiosi di tutto il mondo, è multietnico. Per questo credo che sarà una grande esperienza anche dal punto di vista umano”.
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