“Dobbiamo mettercela tutta”

Una primavera con pochi, pochissimi ricercatori seppure la ricerca fosse uno dei pilastri incrinati di questa presa di coscienza avviata dalla CRUI (Conferenza dei Rettori delle Università italiane). Alla Sun il 21 marzo dell’Università Italiana si è svolto in un’aula del Dipartimento Jean Monnet di Caserta riempita a stento da alcuni rappresentanti di Scienze Politiche e di altri pochi Dipartimenti (quelli di Ingegneria e Medicina erano quasi del tutto assenti), dell’associazionismo locale, del mondo scolastico e da altri esponenti della società laica nei confronti dell’Accademia. Di studenti nemmeno l’ombra: erano altrove a celebrare il primo giorno di primavera. “Ne prendo atto – ha detto il Rettore Giuseppe Paolisso – vuol dire che non c’è sensibilità e non c’è interesse affinché l’Università sia in grado di attrarre più fondi nell’interesse dell’Università stessa”. Sebbene il destinatario fosse l’opinione pubblica, anche il Governo ha rappresentato l’interlocutore di questo incontro. “C’è un percepito comune nelle aule parlamentari – ha continuato il Rettore – per cui l’Università è sovra-finanziata, autoreferenziale, si auto-perpetua senza alcun tipo di controllo, in cui il concetto di qualità non è contemplato, viste le graduatorie internazionali che non ci vedono ai primi posti. Per questo poi non è facile portare a casa dei risultati che vanno a favore di una premialità dell’Università”. D’altronde questo tipo di iniziative presentano anche dei ‘contro’: “Non sono un esaltato né un fustigatore. So che sussistono delle problematiche concettuali, organizzative e comunicative in questo genere di incontri”. Ma come ha detto Rosanna Cioffi, anche attraverso un comunicato appassionato inviato qualche giorno prima agli organi della stampa, “dobbiamo mettercela tutta”. La metafora dell’estinzione dei dinosauri calza a pennello: se i mastodontici animali del cretaceo sono scomparsi anche per la loro mole che non ha permesso la sopravvivenza al cambiamento a vantaggio delle creature più piccole, così deve fare la Sun, una realtà più contenuta rispetto alle grandi università italiane. Ecco che la divulgazione di quello che l’Università è in realtà, di quello che è stata e di come è diventata oggi in funzione delle dinamiche collegate alla crisi economica, diventa fondamentale. “Solo facendo sapere all’esterno ciò che effettivamente facciamo – ha aggiunto la Prorettrice vicaria – ci garantirà un futuro di qualità”. Complice la Conferenza dei Rettori che in questo senso ha mostrato un cambio di rotta rispetto a sei anni fa, “la CRUI sta prendendo un indirizzo diverso, più autonomo nei confronti delle politiche del Governo e questo ci fa molto piacere”, ha concluso la Cioffi, fervida sostenitrice di un’Università che non solo aumenta l’opportunità di trovare lavoro qualificato ma prima di tutto forma, dà un’educazione civica e dei valori. La Primavera della Sun è stata l’occasione, nonostante le premesse, per fare il punto della situazione ed analizzare punti di forza, margini di miglioramento, debolezze e soprattutto mancanze. Un cambio di rotta causato da una ventata di novità all’interno del direttivo della CRUI sottolineato da Massimiliano Mattei, Prorettore alla Ricerca, Valutazione e Informatizzazione, nel suo intervento sui possibili equilibri evolutivi nei tempi e nei luoghi della Ricerca, punto dolente dell’Università italiana e, in particolare, meridionale. “Ci sono oggi molti giovani e il Presidente, Gaetano Manfredi, proviene da un’università del Sud ed è consapevole delle nostre problematiche”. Mattei traccia un quadro certamente non eccellente ma con piccoli spiragli di luce. Certo è che, se chiediamo agli studenti il motivo per cui scelgono di andare all’estero, ci diranno che vanno via non per trovare il posto fisso a tempo indeterminato ma innanzitutto per avere occasioni di studio, formazione scientifica e un lavoro adatto alla propria professionalità. Se vanno via l’Università non è in grado di offrire loro una prospettiva adeguata. E quindi arriviamo al nocciolo: investimenti e finanziamenti, pubblici e privati. L’Università difende l’universalità della conoscenza e dovrebbe proporre in questo senso un nuovo modello in cui dalla condivisione della conoscenza traggono benefici tutti, non solo chi investe in prima persona. “L’Italia al 2015 investe in ricerca e sviluppo lo 0,40% mentre Paesi come Francia e Germania investono il doppio – informa Mattei – In particolare, il nostro territorio, rispetto al grado di utilizzo di internet nelle imprese oppure al numero degli addetti alla ricerca e sviluppo, è molto al di sotto della media nazionale. In generale la capacità produttiva ha subito dal 2007 ad oggi un decremento del 35%. A questo si aggiunge un problema di immagine”. La Sun non è certamente tra le prime università in Italia ma alcuni numeri fanno tirare un respiro di sollievo. “Nel 2014 abbiamo ricevuto 12 milioni di euro di finanziamenti incassati dalla Ricerca, 30 milioni di euro sui Pon 2007/2013 e ben 30 progetti attivi nel settimo programma quadro – spiega Mattei – Nella formazione della Ricerca ci siamo invece praticamente autofinanziati: 91 assegni per la Ricerca, 170 dottorati anche grazie ai finanziamenti regionali, ma purtroppo gli iscritti solo 124. Questo dato è sintomatico del calo registrato negli ultimi tempi tra il numero di dottorandi, pari a 5000”. Ma l’operatività dell’Agenzia di valutazione universitaria, la VQR, ha avuto un certo riscontro per cui si percepisce che la Sun è ancora abbastanza sensibile nel recepimento delle regole imposte in fatto di produzione di pubblicazioni di eccellenza. “Magari è diminuito il numero ma è aumentata la loro qualità – aggiunge il Prorettore – siamo passati dal 35% al 52% di prodotti da noi presentati che hanno il marchio di eccellenza, e dal 52% al 70% di prodotti di fascia A e B. Un motivo in più per far sentire la nostra voce: i compiti li abbiamo fatti e abbiamo dimostrato anche un miglioramento”. Le possibilità future per la Ricerca? Agire nel rispetto del tempo, operare nella consapevolezza dei luoghi, ricercare un equilibrio con la società. Si è discusso anche di altri aspetti vitali del sistema universitario in questa primavera forse all’apparenza un po’ fredda: Didattica, Innovazione tecnologica, Internazionalizzazione e Terza Missione, la Cultura. “Il dottore di ricerca è il motore della macchina universitaria, è da questa certezza che deve partire la rivoluzione, un vero e proprio cambiamento di mentalità – ha affermato Vincenzo Nigro, delegato per l’area didattica – Alla Sun siamo passati da 60 a 10 corsi di dottorato di ricerca, macrosettori che possono considerarsi per molti delle aree di parcheggio”. Il calo si è registrato anche tra il numero di docenti (123 unità perse) in particolare per la Scuola di Medicina con il 50% in meno di ordinari. “La nostra colpa è che guardiamo troppo a noi stessi – conclude Nigro – dobbiamo assolutamente rovesciare la prospettiva e guardare ai giovani, altrimenti li perdiamo”. L’Università ha un ruolo di primo ordine nella promozione dello sviluppo civile ed economico. Lo ha ricordato Filippo Terrasi, delegato al Trasferimento Tecnologico e ai Consorzi. “L’interazione con il tessuto economico e produttivo locale rende il territorio di appartenenza certamente più ricco, più educato e più civile”. È per questo che occorre tutelare la proprietà intellettuale, creare Start Up e stipulare delle convenzioni con le associazioni di imprese. “Solo valutando in maniera più seria le nuove idee che possono essere trasferite sul mercato che quest’ultimo può aprirsi di più ai giovani”, suggerisce Terrasi. L’interazione deve anche verificarsi a livello internazionale, con tutti gli altri atenei sparsi per il mondo, per essere realmente competitivi su scala mondiale. “Gli accordi internazionali sono cresciuti del 20% negli ultimi anni – aggiorna Sergio Minucci, delegato all’Internazionalizzazione e alla Mobilità – ma dobbiamo mirare ad una loro intensificazione perché la mobilità rafforza l’occupabilità”. L’offerta formativa deve declinarsi a tal proposito in maniera più flessibile e interdisciplinare, supportata da una mobilità “In e Out” di docenti e studenti che deve raggiungere l’1% del totale degli iscritti (oggi siamo a quota 0,89%). Lucia Monaco, delegata a Sun CreaCultura, ha infine esposto l’intensa attività culturale senza scopo di lucro che si svolge periodicamente all’interno della Seconda Università in cui si colloca la sua Terza Missione, dalle dimensioni sociale e territoriale. Dunque il punto di incontro in questa Primavera della Sun sono loro, i giovani, le nuove leve, il futuro. È su di loro e sulla ricerca che bisogna puntare ed investire con più convinzione e sistematicità. Non serve a niente un intero esercito di generali senza soldati. 
Claudia Monaco
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