I maestri del cinema alla SUN

I maestri del cinema Made in Italy si incontrano alla Reggia di Caserta. Accade grazie alla Seconda Università che, in collaborazione con il mensile Ciak, la Cineventi di Remigio Truocchio e la stessa Reggia, ha messo in piedi una grande rassegna che conta cinque appuntamenti per conversare con altrettanti registi. Un evento che però, come ci tiene a sottolineare la prof.ssa Lucia Monaco, docente del Dipartimento di Giurisprudenza e delegata per Sun CreaCultura, “si inserisce in un’attività più vasta, fatta di eventi anche più piccoli ma non meno importanti, finalizzati a compiere la terza missione dell’Università. Accanto alla ricerca ed alla didattica, infatti, oggi l’Università svolge una funzione sociale e territoriale, nel senso che contribuisce sia alla crescita culturale del territorio che alla sua conoscenza”. Due obiettivi, questi, che si è scelto di centrare attraverso il cinema. “Siamo partiti dalla convinzione che la qualità della vita passa anche attraverso l’amore per la bellezza – spiega la docente – Su questa linea c’erano già state delle iniziative che la Sun ha contributo a realizzare, come la mostra a Casal di Principe, ed altre iniziative che ha realizzato in proprio, come Ars Felix, esposizione di arte contemporanea ospitata in un bene confiscato alla camorra a Casapesenna. Stavolta abbiamo pensato al linguaggio cinematografico poiché è diretto, facilmente percepibile dai giovani, e rappresenta un modo meno accademico per affrontare problematiche importanti. Inoltre, volevamo riportare il cinema d’autore in una città che, con la chiusura del cineclub Vittoria, ha visto interrompersi questa tradizione. Caserta per anni non ha avuto un cinema prima della nascita delle multisale, che hanno una funzione imprenditoriale. Ci sembrava giusto, quindi, riportare l’amore per il cinema d’autore in questa città, nel suo luogo simbolo, che tra l’altro è stato set di film importanti”. Queste riflessioni sono state condivise e ribadite dal Rettore Giuseppe Paolisso lo scorso 25 marzo, in apertura del primo incontro: “La Sun sta cercando di implementarsi in questo territorio e, al contempo, di partecipare al suo sviluppo. L’attenzione per il cinema è dettata dal fatto che è un’arte, uno dei modi di rappresentazione della nostra vita”. Ma il cinema è anche lavoro per tanti giovani. Questo non è sfuggito al Rettore, che anticipa una grossa novità per l’Ateneo: “Stiamo progettando di organizzare Corsi di perfezionamento e Master per poi, magari, istituire dei Corsi di Laurea in cinematografia”. Ospite di questo incontro inaugurale Matteo Garrone che, in una Cappella Palatina gremita, si è raccontato attraverso le domande di Piera Detassis, Direttrice di Ciak, e attraverso la proiezione di alcuni spezzoni dei backstage dei suoi film. “Il sito mi mette un po’ di soggezione, ma non i ragazzi. Sono abituato a parlare ed a confrontarmi con loro”, ha dichiarato il regista appena arrivato a Palazzo Reale. In realtà questi luoghi non sono nuovi per il cineasta, che da ragazzo sognava di diventare un tennista professionista ed ha ricordato di “aver fatto il servizio di leva a Caserta, nella squadra militare di tennis. Il legame intenso con questa terra deriva anche dal fatto che mia nonna è napoletana, e poi la Campania offre tanti spunti al cinema”. Tant’è che nella filmografia del regista romano si contano il documentario dedicato al fotografo Oreste Pipolo ed i lungometraggi L’imbalsamatore (girato a Castel Volturno), Gomorra e Reality. Oltre i luoghi, ad ispirare Garrone sono i quadri, da Caravaggio a Goya. “Vengo dalla pittura, perciò mi muovo in progetti visionari, in cui il mio passato da pittore è libero di esprimersi”. Diversi gli aneddoti e le curiosità che sono venuti fuori. “Quando ho girato Gomorra ho avuto tanti momenti di disperazione, oscillavo tra alti e bassi vertiginosi. Spesso ero convinto di aver sbagliato totalmente il film. Poi a Cannes è andata benissimo. Già allora sapevo che sarebbe stato possibile evolvere quel libro in una serie tv perché c’erano tante storie e personaggi da approfondire”. Quanto ad un suo possibile passaggio dal grande al piccolo schermo, Garrone dice: “Oggi ci sono mezzi importanti che ti permettono di fare bene televisione. Ma io non amo seguire le mode”. Quando viene data la possibilità alla platea di porre domande, quelle più interessanti vengono dagli studenti e dagli ex studenti. Uno di questi fa notare che il fil rouge che lega le sue pellicole è l’attenzione rivolta agli emarginati. “Lo attribuisco ad una sorta di senso di colpa per la mia condizione borghese – commenta Garrone – Considerato il ruolo che riveste il cinema nella società ho pensato di fare qualcosa sul tema dell’immigrazione, ma mi sentirei disonesto con me stesso nel raccontare i dolori autentici dall’alto della mia posizione da privilegiato. Potrei farlo se trovassi una chiave giusta, ma è un conflitto che devo ancora risolvere”. Al momento, invece, ammette di star lavorando per la prima volta su due progetti paralleli, senza anticipare nulla per ragioni scaramantiche. I prossimi ospiti della Sun saranno Gabriele Muccino, Gianfranco Rosi, Paolo Genovese e Giuseppe Tornatore, che chiuderà il ciclo a maggio. “L’idea è di trasformare questa rassegna in un evento periodico – spiega la prof.ssa Monaco – Già abbiamo altre disponibilità e tanti altri nomi che ci piacerebbe avere, da Salvatores a Martone, da Virzì a Ozpetek. Sottolineo che la rassegna non è un approfondimento professionale, anche se in alcuni settori del cinema i nostri studenti possono trovare uno sbocco: architetti e ingegneri nelle scenografie, laureati in Lettere nella sceneggiatura. Ma stiamo facendo un’attività di carattere culturale. Viviamo in un territorio difficile, dove spesso i modelli non sono di alto livello, dobbiamo puntare all’innalzamento culturale della popolazione ed a far conoscere i suoi studenti e la sua Università fuori”.
Angela Lonardo
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