Intralci burocratici frenano il trasferimento all’ex Albergo dei Poveri

Si sentono degli homeless gli studenti di Veterinaria, e non in senso figurato. Dopo aver perso parte della loro sede di via Delpino, in seguito al crollo di dicembre, sono ancora in attesa di una nuova sistemazione. Sembra ancora lontano, infatti, il trasferimento a Palazzo Fuga, come promesso invece dal Comune. Il 17 febbraio è scattata allora la protesta: tutti in piazza Municipio a sostenere gli esami, con la collaborazione dei docenti, anche loro senza tetto, e con banchetti e sedie improvvisati. “La protesta è nata dalla necessità di ricevere informazioni, sollecitare le Istituzioni – afferma Diana D’Alessio, rappresentante degli studenti – Ci avevano promesso delle aule all’Albergo dei Poveri, ma tra poco ci sarà l’inizio del secondo semestre e ancora non se ne sa nulla. Essere senza una sede ci ha spinto a fare gli esami in strada, perché è così che ci sentiamo: in mezzo ad una strada!”. “La nostra è una protesta pacifica – aggiunge Giovanni D’Anza, rappresentante di Tecnologia delle Produzioni Animali – Vogliamo solo farci vedere e sentire. Se non si perora la propria causa, si rischia di finire nel dimenticatoio: così l’idea degli  esami in piazza, sotto il Comune, è nata durante l’Assemblea generale del 16, proprio per far capire alle Istituzioni come ci sentiamo”.
Alla singolare ma efficace forma di protesta, alla quale è seguito un incontro con l’assessore comunale Carmine Piscopo, hanno aderito non solo tantissimi studenti, ma anche i docenti. Sette i professori presenti che hanno svolto gli esami di Radiologia, Patologia e Semeiotica chirurgica, Etologia, Farmacologia e Tossicologia veterinaria. “Abbiamo chiesto la disponibilità ai docenti che avevano gli esami il 17 e si sono detti subito tutti disponibili. Anche loro vivono il nostro stesso disagio e sono danneggiati da questa situazione”, raccontano i ragazzi.
“Sono venuti anche studenti che non dovevano sostenere gli esami – aggiunge ancora D’Alessio – Abbiamo improvvisato banchi con quello che abbiamo trovato. Il danno adesso è contenuto, ma più passa il tempo più si creerà un gap nei percorsi didattici difficile da colmare, soprattutto per chi è ai primi anni. La parte chirurgica, fondamentale per la nostra formazione, ne sta risentendo”. Anche Antonio Manlio Sessa, altro rappresentante degli studenti, spiega che la loro principale preoccupazione riguarda “l’Ospedale veterinario e le attività pratiche, sia per Veterinaria che per Tecnologia delle Produzioni Animali, perché per tutti noi sono necessari l’internato e le attività di laboratorio. Anche se al Don Bosco stiamo stretti la nostra paura non è tanto per gli aulari, ma per le strutture cliniche”. “Stiamo vivendo momenti difficili – aggiunge D’Anza – ma vogliamo essere positivi, anche perché le risposte da parte del Comune ci sono state: sia il Sindaco che l’assessore Piscopo ci hanno offerto la massima collaborazione. Non abbiamo una data, ma siamo stati tranquillizzati sul fatto che si sta facendo di tutto per risolvere la situazione al più presto”.
“Pur essendoci la volontà da parte degli attori, Comune e Ateneo – conferma  il prof. Gaetano Oliva, Direttore del Dipartimento – ci sono intralci burocratici che rallentano il passaggio all’Albergo dei Poveri. I collaudi e l’attestazione di abitabilità comportano dei tempi burocratici, per cui ritengo che ci vorranno almeno altri due mesi prima di vedere gli spazi che ci hanno promesso. Per quanto riguarda la nostra sede, la situazione è molto complessa. La parte crollata è sotto sequestro giudiziario. Ma tutta la struttura è inagibile: la strada è bloccata, i detriti non sono stati rimossi, i periti stanno ancora facendo sopralluoghi. Sono state interessate dal crollo la cabina del gas e quella elettrica, e anche se quest’ultima è stata rimontata, l’Enel avrà bisogno di più di un mese per compiere i lavori adeguati. In ogni caso, considerata la situazione attuale, sarà impossibile svolgere attività a via Delpino ancora per diversi mesi”.
Lavori al Frullone “Non possiamo più aspettare”
Nel frattempo nella riunione della Giunta di Dipartimento del 18 febbraio si è cercato di trovare una soluzione a breve termine. “Per la parte di didattica continueremo ad appoggiarci al Don Bosco – annuncia il prof. Oliva – Abbiamo comunque fatto richiesta per un differimento del secondo semestre, con la diluizione della parte teorica e lo slittamento di quella pratica fra giugno, luglio e settembre, quando ci auguriamo verranno riaperti l’Ovud e i laboratori. Naturalmente il calendario di esami sarà poi mensile, con sedute straordinarie per non far perdere tempo ai nostri ragazzi”. Questa è la soluzione provvisoria, approvata anche dai rappresentanti, considerato che “il nostro problema è che la Veterinaria ha specificità che non possono essere bypassate: ad esempio, una sala necroscopica è presente solo in un paio di strutture in Campania, così come altri laboratori di cui abbiamo bisogno”. Le attività di ricerca, assicura però il prof. Oliva, stanno continuando senza troppi intoppi, grazie anche alla collaborazione dei colleghi di altre sedi: “Stiamo continuando a lavorare attraverso collaborazioni esterne, ad esempio ad Agraria o al CNR, o in altri centri con i quali i nostri ricercatori avevano collaborazioni preesistenti”.
In attesa di buone notizie, i ragazzi si tengono aggiornati sulla pagina facebook ‘Il Dipartimento siamo noi’ e annunciano altre battaglie. “Stiamo tenendo riunioni settimanali al Don Bosco per discutere e fare il punto della situazione”, racconta Manlio Sessa, mentre minacciano anche il blocco del pagamento della seconda rata delle tasse: “Se non avremo importanti novità, siamo pronti a non pagare come forma di protesta”.
Il Direttore Oliva, sottolineando che la priorità è riavere la vecchia sede, si dice “pienamente disponibile a lavorare, di concerto con i ragazzi, perché neanche un giorno sia perduto”. Inoltre, aggiunge, “ci auguriamo che si sblocchi presto il completamento dei lavori al Frullone. Il progetto di ampliamento del Frullone è, infatti, di competenza ASL, e ogni giorno di ritardo per noi significa un peggioramento della nostra situazione. Speriamo che al più presto vengano cantierizzati i lavori, con una gara già conclusa, perché, soprattutto dopo il crollo, non possiamo più aspettare”.
Valentina Orellana
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