Più appelli e spazi ma il resto è okay

Lezioni ed esami si susseguono senza sosta nel Dipartimento di Psicologia. Nelle aule di via Vivaldi, a Caserta, si concentrano libri e ambizioni di centinaia di studenti. Sono coloro che hanno scelto di indagare la mente umana, di comprenderne i misteri facendo luce sulle sue zone più buie. C’è chi è cresciuto con l’amore per la psicologia, avendo da sempre le idee chiare sul suo futuro, e chi ha impiegato un po’ di tempo in più per individuare la sua strada. È il caso di Marianna, ventiseienne di Villa Literno, studentessa del Corso di Laurea Magistrale in Psicologia Clinica, che ha cominciato la sua carriera universitaria a Giurisprudenza. Ma il diritto non ha appassionato Marianna, molto più interessata alle teorie di Freud e Jung.   La scelta del Dipartimento di Terra di Lavoro è stata dettata non solo dalla comodità degli spostamenti: “a parte le prime difficoltà relative ad un nuovo ambiente, mi sono trovata subito bene”. Parlando di docenti, Marianna non ha dubbi su chi abbia catturato maggiormente la sua attenzione. Si tratta del prof. Giorgio Caviglia, docente di Teorie e tecniche della valutazione psicologica e di Psicologia Dinamica: “Il suo corso, che è stato anche il primo che ho seguito, mi è piaciuto molto sia perché la materia è davvero affascinante sia perché il professore è in grado di introdurre chiunque nell’argomento facendolo appassionare”. Il giudizio benevolo della studentessa di Villa Literno ben presto si allarga all’intero corpo docente: “i professori sono sempre pronti a mantenere vivo l’interesse dei corsisti e ad assicurarsi che abbiamo compreso quanto spiegato”. La condizione di  pendolare non costituisce un grande problema per Marianna: “non uso i mezzi pubblici ma l’auto. Anche se il parcheggio universitario è sempre stracolmo riesco a posteggiare nei pressi della sede. Ma la vera comodità per noi pendolari è la mensa, che funziona benissimo. In più siamo fortunati ad averla nell’aula di fronte all’edificio in cui seguiamo i corsi”. C’è però, secondo la visione di Marianna, qualche punto da migliorare. In particolare, i laboratori, che non trova sempre utili: “La maggior parte delle volte siamo costretti a seguirli perché c’è bisogno della presenza, ma nelleaule dove si tengono si crea troppa confusione”. Si dovrebbe poi intervenire su un altro aspetto, quello degli appelli d’esame: “Non ha senso che, nel caso in cui un esame vada male, si debba aspettare una sessione intera per poterlo sostenere nuovamente”. Sulla questione degli appelli si trova pienamente d’accordo con Marianna la sua collega Sara: “Abbiamo pochi appelli e oltretutto non possiamo ripetere lo stesso esame nella stessa sessione. Questo ci rallenta tantissimo, facendoci perdere una marea di tempo”. Ventotto anni, casertana, Sara è al secondo anno del Corso di Laurea Magistrale in Psicologia Clinica – indirizzo “che trovo più completo, in grado di dare una formazione approfondita”. Ora che è quasi vicina alla tesi  – “la chiederò tra gennaio e marzo” -, la studentessa ripercorre questi anni di studio, tracciando un bilancio positivo. “Qualche piccolo intoppo personale mi ha fatto rallentare il primo anno, ma poi ho subito recuperato. Non ho trovato grandi scogli, nonostante ci siano esami più tosti. È il caso di Psicologia Fisiologica e Neuropsicologia Clinica, entrambi nel piano di studio della Triennale e che, essendo più scientifici, abbracciano molto la medicina. Alla Magistrale, invece, maggiori difficoltà si possono incontrare con l’esame di Psicologia Dinamica, dal programma piuttosto corposo”. Anche Sara è stata catturata dalle lezioni del prof. Caviglia, ma le hanno lasciato un segno anche le prof.sse Anna Costanza Baldry e Daniela Cantone ed il prof. Paolo Cotrufo: “Sono carismatici ed hanno una preparazione che travalica i loro insegnamenti, sanno integrare con altri argomenti, rendendo la classe partecipe”. Il più delle volte si mette piede in Dipartimento al mattino e si riesce ad uscire solo nel tardo pomeriggio. Per questo motivo anche Sara rinuncia a tornare a casa per pranzo e usufruisce del servizio mensa: “Lo utilizzo quando abbiamo lezioni fino alle 17.00”. Pollice verso le strutture: “Siamo carenti di aule. Questo comporta che ci dobbiamo spesso appoggiare all’aula C dei Dipartimenti Scientifici. L’edificio di Viale Ellittico, invece, viene utilizzato solo per qualche convegno. Ma la passione che mi muove verso la psicologia mi fa chiudere gli occhi su quella che potrebbe essere qualche pecca”. È una studentessa appassionata anche Lorena Laezza, ventitreenne di Afragola al secondo anno del Corso di Laurea Magistrale in Psicologia applicata ai contesti istituzionali (“Ho scelto questo indirizzo perché è interdisciplinare”). Qualche difficoltà di adattamento Lorena l’ha incontrata all’inizio del percorso: “Ma con lo studio non ho mai avuto grandi problemi, provengo dal liceo classico e non ho impiegato molto ad acquisire il metodo di studio universitario”. Le lezioni della Magistrale per Lorena sono molto più affascinanti di quelle della Triennale: “Tra i docenti che mi hanno trasmesso non solo nozioni ma anche tutto l’amore per la psicologia ci sono sicuramente il prof. Gianluca Ficca, le prof.sse Giulia Ricci e Stefania Cella”. È proprio il rapporto diretto con i docenti uno dei vantaggi del Dipartimento e, più in generale, della SUN. La mancanza di coordinazione tra segreteria e studenti, aule non abbastanza capienti e un parcheggio inadeguato sono, invece, secondo Lorena, degli aspetti che rendono la vita nel suo Dipartimento meno piacevole: “Le aule di via Vivaldi non riescono a contenere tutti i corsisti. Anche la sede di Viale Ellittico, che potrebbe rappresentare la soluzione, presenta svantaggi per chi come me è pendolare e pranza fuori casa, come la mancanza di una mensa e la lontananza di ogni punto di ristoro”. 
Dagli studenti della Magistrale a quelli della Triennale. Primi esami quasi alle porte per le matricole che però non appaiono particolarmente preoccupate. “Il carico di studio non è eccessivo e le materie non sono poi così ostiche”, spiegano Sara e Dolores. Biologia, Pedagogia, Psicologia generale, Psicometria ed Inglese sono i primi insegnamenti previsti dal loro piano di studio. “Tra questi l’esame più impegnativo da preparare è Psicometria, ma il prof. Gnisci ha il merito di spiegarci al meglio la materia rendendocela stimolante”. Se lo studio non sembra creare probleml, non si può dire altrettanto dell’organizzazione didattica. Marzia e Martina spiegano: “Veniamo da Pompei con il treno e dobbiamo seguire dal lunedì al giovedì. A nostro avviso i corsi iniziano troppo presto, dobbiamo essere in aula sempre alle 8.30 e questo ci obbliga a delle levatacce all’alba. Già le 9.00 sarebbe un orario più accettabile”. Le ragazze lamentano, poi, la frequenza obbligatoria del corso di inglese: “La prof.ssa Petrillo ha imposto la presenza, non permette di sostenere l’esame al primo appello a chi non segue. Questo è un ostacolo enorme per gli studenti che lavorano. Inoltre, a fine lezione ci assegna i compiti a casa, come se fossimo ancora al liceo”. Tra gli studenti del primo anno c’è anche chi non è alla prima esperienza universitaria. Sono Gianluca e Alessandro, rispettivamente ex studenti di Discipline delle Arti Visive e Giurisprudenza. Entrambi sono di Salerno ed erano iscritti a Fisciano. Il confronto tra il campus salernitano e la struttura di via Vivaldi per loro è inevitabile: “Venendo da un ambiente molto esteso e a misura di studente, con giardini immensi e biblioteche fornite, gli spazi del Dipartimento di Caserta ci appaiono un po’ malconci, senza dubbio al di sotto dei nostri standard. Anche la Segreteria funziona peggio: a Fisciano appena iscritti abbiamo avuto il numero di matricola e la password personale per accedere ai servizi on line. Qui, invece, l’abbiamo ricevuta solo qualche settimana fa. Ma ad averci davvero spiazzato sono le tasse. A Fisciano sono calcolate fin da subito in base al reddito, mentre qui la prima rata è ogni anno uguale per tutti, solo dalla seconda in poi gli importi sono differenziati in relazione al proprio ISEE. Per di più, dopo aver superato i test di accesso, ci è stata data una sola settimana di tempo per il pagamento di 400 euro. Ci sono colleghi che, con questo preavviso ridicolo, non sono riusciti a saldare in tempo questa somma e perciò sono stati costretti ad andare alla Federico II”. Alla denuncia di problemi inerenti la carenza di spazi e servizi si unisce Arianna, che fa notare: “Nei bagni manca sempre la carta igienica, ma soprattutto c’è un solo bagno per i disabili collocato nell’ambiente riservato agli uomini. Questo comporta che le colleghe con disabilità debbano usufruire dei servizi igienici negli spazi maschili. Più in generale mi sono accorta che l’accesso a molte aule è difficoltoso per chi è su una carrozzina, in quanto al posto della pedana ci sono gradini”. 
Angela Lonardo
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