Riapre il Museo di Anatomia

“Stiamo lavorando perché possa essere aperto almeno due giorni alla settimana. Le visite andranno organizzate con attenzione, affinché il patrimonio custodito possa essere ben conservato. C’è un impegno alla conservazione che non può misurarsi né con dei numeri alti né con un pubblico non preparato. È un salotto buono di casa”. Il terremoto dell’80 determinò la chiusura di quel salotto che risponde al nome di Museo Anatomico della Seconda Università. Nel ’97 ci fu una riapertura parziale, per consentire l’ingresso esclusivamente agli addetti ai lavori. Si è arrivati così allo scorso 14 marzo, quando il sipario è stato definitivamente rialzato nel corso di un incontro di inaugurazione che ha visto centinaia di partecipanti, tra docenti e studenti, affollare l’Aula Antonelli del complesso universitario di Santa Patrizia nel centro storico di Napoli. Un passo importante, preludio di un lavoro organizzativo che guarda lontano. Lo afferma la prof.ssa Stefania Gigli, ordinaria di Topografia antica e Direttrice del Museo Universitario delle Scienze e delle Arti (MUSA), che spiega: “finora, su prenotazione, abbiamo aperto il Museo alle visite degli studiosi. L’obiettivo è continuare a organizzarci attraverso uno scadenziario di visite, perché è fondamentale preservare il microclima e i materiali”. Questo uno dei compiti del MUSA, istituzione culturale nata nel 2007 per favorire la comunicazione e la fruizione dei beni storici dell’Ateneo: “la giornata odierna si inserisce in un percorso di crescita nel quale il MUSA, come sistema museale, comincia a proporsi alla cittadinanza e a mostrare il lavoro che sta facendo per far conoscere il patrimonio culturale”. Attenzione alta, dunque, al rapporto con la città: “la terza missione viene da noi intesa come un’educazione al patrimonio che non sia semplicemente finalizzata a una visita, ma sia incentrata sul significato del patrimonio stesso. Ciò che conta è la sensibilizzazione alla storia, per capire quale è stata l’evoluzione della medicina e della società che ha portato a superare determinati problemi”. Il Museo anatomico si pone come una risorsa anche per i più giovani, non solo da un punto di vista didattico: “per gli studenti è un percorso di crescita soprattutto se recepito come storia del progresso umano. Speriamo che un giorno  possa uscire fuori uno spin-off che si occupi dell’organizzazione del Museo. È un percorso da coltivare, perché ci sono studenti che possono crescere in tal senso fornendo il proprio contributo”. Nel frattempo tanti ragazzi hanno avuto modo di avere un primo assaggio delle collezioni custodite al primo piano di via Luciano Armanni. Nel corso della giornata inaugurale, infatti, nell’aula che ha ospitato la manifestazione è stata proiettata in diretta la passeggiata tra le stanze museali del Sindaco di Napoli Luigi De Magistris, guidato dal Rettore Giuseppe Paolisso e dal prof. Michele Papa, Responsabile del Museo di Anatomia. Un rapido viaggio tra risorse librarie, crani di Pompei, cere anatomiche, mostruosità fetali, animali marini e tanto altro, che ha preceduto il convegno “Museo Anatomico Testimone di Napoli dal Mito alla Scienza”, caratterizzato dagli interventi di Oreste Trabucco, docente di Storia della scienza al Suor Orsola Benincasa, di Antonio Borrelli del Ministero dei Beni Culturali e di Giacomo Giacobini del Museo di Anatomia Umana “Luigi Rolando” di Torino. Per il primo cittadino è stato “un giro veloce dei reperti del Museo”, come sottolineato al rientro in aula dal Rettore Paolisso, il quale, sulle possibili evoluzioni future, ha aggiunto: “stiamo acquisendo tutte le autorizzazioni per l’apertura al pubblico. Spero arrivino in tempi brevi”. Qualche risultato, comunque, è già stato raggiunto: “il Museo è stato inserito nel circuito di ‘Maggio dei monumenti’. È un motivo di orgoglio per noi. A dicembre, poi, ci sarà qui un’altra manifestazione su richiesta dell’Istituto degli Studi sul Rinascimento. L’Ateneo sta portando avanti un maggiore rapporto tra università e territorio. È importante far capire agli studenti che noi siamo a favore della sponsorizzazione della cultura, obiettivo che perseguiamo mettendo a disposizione della città tutti gli strumenti a nostra disposizione, compreso il museo”. Un giorno importante per Napoli, come dichiarato dal Sindaco: “si affida alla nostra comunità un luogo ricco di storia, conoscenza e misteri. Avete fatto un grande lavoro. Adesso tocca a noi tutti, me per primo, il compito di divulgare quello che è un patrimonio non solo dell’Università ma di tutta la città”. Un patrimonio al quale guardano con fierezza gli studenti: “dicono che questo sia uno dei musei più importanti d’Europa. È un orgoglio sapere che non solo si trova nella mia città, ma addirittura fa parte della mia università”, afferma Marco, iscritto a Medicina da tre anni. Un buon motivo per tornare lo trova Chiara: “la proiezione non ci è bastata. La connessione non ottimale faceva sì che le immagini non fossero fluide, e comunque non si riusciva a sentire nulla. Magari andremo in un altro momento a visitarlo di persona”. Con lei, Francesco: “ci siamo rimasti un po’ male. Siamo andati via al convegno. Eravamo convinti di poter visitare il museo, invece non è stato così”. Ci sarà tempo per farlo. Due volte a settimana. Non resta che aspettare le autorizzazioni.
Ciro Baldini
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