Scavalcati dai diplomati, sul piede di guerra studenti e laureati in Scienze della Formazione Primaria

Laureati e beffati: è così che si sentono gli studenti e i neo dottori in Scienze della Formazione Primaria che il 10 settembre hanno attuato un sit-in di protesta al Suor Orsola Benincasa, chiedendo un immediato incontro con il Preside della Facoltà Enricomaria Corbi.  A far imbestialire i futuri o neo insegnanti di scuola primaria e dell’infanzia, insieme agli aspiranti insegnanti di sostegno, sono i recenti decreti ministeriali che prevedono l’istituzione dei PAS (DM 23 marzo 2013), percorsi abilitanti speciali, rivolti ai docenti della scuola con contratto a tempo determinato che hanno prestato servizio per almeno tre anni nelle istituzioni scolastiche statali e paritarie, e i percorsi di formazione per il conseguimento della specializzazione per l’attività di sostegno didattico agli alunni con disabilità (DM 9 agosto 2013).
Margherita Capone, membro del Comitato ‘Difendiamo la professionalità dell’insegnante di sostegno’, spiega così i motivi del malcontento: “Ai PAS potrà accedere chi, con un diploma di scuola superiore abilitante, ha insegnato per almeno tre anni in una scuola primaria o dell’infanzia, come avveniva prima della nascita del Corso di Scienze della Formazione Primaria nel 1998; così come i corsi di formazione per l’attività di sostegno sono rivolti ai docenti abilitati per la classe di concorso per la scuola dell’infanzia e primaria, che hanno conseguito l’abilitazione con il concorso ordinario bandito nell’anno 1999 e sono, quindi, in possesso solo del diploma quadriennale di istituto magistrale”.
‘Un tuffo nel passato’ lo definiscono i manifestanti che vedono così gettati alle ortiche anni di studi accademici e specializzazioni post laurea: “Io svolgo attività di sostegno in una scuola romana da due anni – racconta Margherita – e per arrivare a questo impiego ho dovuto conseguire il titolo quadriennale in Scienze della Formazione e seguire il Corso di Specializzazione post-laurea per le attività di sostegno della durata biennale. Con l’attuale situazione normativa, dopo tanti sforzi economici e intellettuali, sarò superata nelle graduatorie da chi, con solo il diploma abilitante più questo nuovo corso universitario di otto mesi, avrà più punteggio di me grazie all’anzianità di servizio. Una situazione simile la vivranno tutti i giovani abilitati all’insegnamento nelle scuole attraverso il conseguimento del titolo in Scienze della Formazione, che si vedranno scavalcare nelle graduatorie dai vecchi abilitati con il solo diploma. Non solo, la situazione è ancora più grave se si considera che gli immatricolati dal 2008 in poi sono addirittura esclusi dalle graduatorie. Riteniamo che questa situazione sia inaccettabile perché equipara le competenze dei laureati con quelle dei diplomati, dequalificando così il nostro titolo di studio che viene uguagliato ad un diploma di scuola superiore. Per i docenti di scuola secondaria di primo e secondo grado questo equivoco  non si pone – continua – dal momento che l’abilitazione all’insegnamento conseguita tramite concorso ordinario piuttosto che con le Sicsi prevede come requisito di accesso un unico titolo di studio, la laurea riferita alla specifica classe di concorso con relativi esami. Perché per gli insegnanti di scuola dell’Infanzia e Primaria la laurea non costituisce ancora l’unico titolo di accesso all’insegnamento, dal momento che il Corso di studi è stato istituito nel lontano 1998, anzi molti dei nostri laureati sono proprio tagliati fuori dal mondo della scuola?” 
Volontà politica espressione delle lotte sindacali a favore dei precari della scuola, che danneggia chi deve ancora ottenere il suo primo incarico, ma non solo, “questo atteggiamento del Ministero – aggiunge, infatti, Capone – lascia presumere la precisa volontà politica di mantenere i docenti di scuola primaria in una condizione contrattuale ed economica inferiore rispetto ai docenti di scuola secondaria, con conseguente degrado della qualità della scuola primaria ed impoverimento dell’offerta formativa”.
Dopo le proteste scoppiate in diversi atenei italiani nelle scorse settimane, l’attivazione dei PAS e dei corsi per le attività di sostegno sembrano aver subito una battuta d’arresto, ma, aggiunge Capone dopo l’incontro con il Preside Corbi, “siamo in attesa delle decisioni del Ministro. Il Preside non ha fatto altro che delegare la questione al Ministero e alla Crui, fornendoci solo un appoggio verbale. Come Comitato, abbiamo inviato una lettera al Ministro Carrozza e al CNSU, nella quale chiediamo di motivare i criteri di valutazione che pongono noi insegnanti con titolo di laurea con specializzazione in sostegno a essere equiparati a insegnanti con diploma magistrale; e che vengano riconosciuti i diritti dei docenti laureati, garantendo loro la precedenza in graduatoria a fronte del titolo posseduto rispetto a chi lo ha conseguito con un Corso di studi più breve, in un’epoca successiva e con un’abilitazione all’insegnamento post diploma e non post laurea”. 
Valentina Orellana
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