Serena e Maria Napolano, una famiglia sul podio del Taekwondo

Da un lato lo studio pressante che non sempre si concilia con gli allenamenti. Dall’altro, un ginocchio ballerino che costringe a un lungo stop in palestra e in aula. Partire da qui e arrivare a conquistare due medaglie di bronzo ai Campionati Nazionali Universitari del 2015. Ce l’hanno fatta Serena e Maria Napolano, due cugine che, fin da piccole, coltivano una passione di famiglia: il Taekwondo. Il risultato non è di certo passato inosservato al CUS Napoli che, nel corso della sua 71esima Assemblea Ordinaria, ha inserito entrambe nell’elenco di atleti premiati per essersi distinti lo scorso anno nella propria disciplina sportiva. Eppure, nonostante il riconoscimento, Serena, 25 anni, conserva ancora un ricordo agrodolce di quel terzo gradino del podio: “la vittoria è arrivata dopo un periodo molto particolare per me. Era la mia prima gara dopo un infortunio serio al ginocchio. Quindi, sono soddisfatta perché sono riuscita a sopportare la fatica e il dolore. Resta però un po’ di amarezza perché in semifinale ho dovuto gettare la spugna quando ha iniziato a farmi male anche l’altra gamba”. Sulla premiazione al CUS: “ci hanno consegnato una maglietta in forma simbolica. Ringrazio tutti per il supporto che ci hanno dato durante le gare. L’organizzazione è stata splendida. Non solo si sono preoccupati per il viaggio, ma sono stati attenti a ogni dettaglio, supportandoci nel palazzetto pure per le piccole cose. Ricordo che uno dei responsabili si diede un gran da fare per procurarmi un paradenti”. Questo il recente passato. Il futuro, per lei, studentessa iscritta a Scienze Motorie all’Università Parthenope, parla di ritorno in aula: “sono stata costretta a fermarmi. Adesso, però, voglio riprendere gli studi e rimettermi in pari. Il mio obiettivo è insegnare nelle scuole”. Senza trascurare altre mete: “voglio dedicare almeno altri due anni alle gare e all’insegnamento in palestra per i bambini”. Ha le idee chiare su dove vuole arrivare anche Maria, laureanda in Giurisprudenza alla Federico II col sogno di diventare Magistrato. Studio e sport nella sua vita viaggiano sullo stesso binario: “amo potermi difendere. Il Diritto, così come il Taekwondo, mi dà la possibilità di farlo quotidianamente e di prendermi cura delle persone che amo”. La scelta degli studi, però, non è stata così immediata: “nel 2010 mi presi un anno sabbatico. Ho iniziato in ritardo, ma adesso sono in regola con gli esami. Amo conoscere e credo che gli studi giuridici mi diano la possibilità di spaziare tantissimo”. Non semplice incastrare tutti gli appuntamenti: “gli allenamenti mi impegnano tutti i giorni. Vivo la mia vita in tuta”. Per uno sport che è metafora di vita e di studio: “se non riesco ad allenarmi, agli esami tremo e rendo di meno. Se sono allenata, invece, il risultato universitario è nettamente migliore. Lo sport tempra il carattere e riesce a dare calma in tantissime situazioni. Il Taekwondo è un atteggiamento diverso di approccio alla vita. Aiuta a riconoscere i propri limiti e a superarli”. Nonostante l’importanza che riconosce all’attività agonistica, la vittoria del 2015 è arrivata dopo una pausa di riflessione: “ho conquistato la prima medaglia di bronzo ai CNU del 2013. Poi, a causa di impegni universitari, per più di un anno ho dovuto rinunciare alla palestra. La vittoria del 2015 è stata molto emozionante proprio perché sono arrivata alle gare con un solo mese di preparazione”. Non vuole fermarsi più: “non riesco a immaginarmi senza Taekwondo. È totalizzante come sport e come filosofia di vita. Spero di qualificarmi ai Campionati Nazionali di giugno, studio permettendo, visto che le gare si tengono nel pieno della sessione d’esame”.
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