Sport sott’acqua al CUS

“Se prima insegnavamo esclusivamente  a scenderesott’acqua, adesso spiegheremo anche come fare misurazioni in immersione. Aumenteremo l’offerta formativa offrendo la possibilità ai discenti di incrementare le proprie competenze”. Per gli umanisti: “stiamo facendo capire come funziona la didattica attiva. Cerchiamo di portare avanti un tipo d’insegnamento che sia coinvolgente, con tanti esempi concreti”. Cresce l’offerta formativa per gli aspiranti sub che si prepareranno tra teoria e pratica al Centro Universitario Sportivo. Ripartono per il terzo anno i corsi, suddivisi in ordine di difficoltà, tenuti dal Gruppo Subacquei Federali Napoli. Il primo livello consente di imparare a scendere fino ai diciotto metri. Il secondo abilita a raggiungere i trenta metri di profondità, mentre il terzo consente di acquisire “la qualifica internazionale di guida subacquea”. Lo spiega l’istruttore Walter Esposito, che aggiunge: “al CUS si tengono le lezioni per tutti e tre i livelli. In più, da quest’anno, si aggiungono il corso di protezione civile FIPSAS sommozzatori e quello per subacquei rivolto ai diversamente abili”. Per partecipare al corso di protezione civile è necessario essere in possesso del brevetto di secondo livello: “c’è tanta pratica in piscina. Si apprendono le tecniche di orientamento e di ricerca subacquea utili per trovare dalla semplice refurtiva di un ladro a corpi del reato o cadaveri. Anche per l’ambiente si impara a fare ricerca, ad esempio per capire se sott’acqua ci sono rifiuti tossici”. Primo step è la teoria. Dodici le ore di lezione per il primo livello, venti per quelli successivi. Due le materie di studio imprescindibili. Fisica: “scendere sott’acqua a quaranta metri, cioè a cinque atmosfere, significa avere una pressione che è quasi il triplo di quella della gomma di un tir. Anche l’aria è più densa, quindi il corpo non funziona allo stesso modo”. Fisiologia: “per ciò che riguarda il cuore, l’apparato circolatorio, il respiratorio e quello uditivo. Tutti gli organi, che normalmente sono silenti, sott’acqua iniziano a farsi sentire in termini di pressione ed equilibrio, nulla è dato per scontato”. Da un’ora e mezza le esercitazioni in piscina. Ne sono previste nove per i principianti, dodici per gli allievi più esperti. “La piscina è il nostro simulatore. Lì la prima cosa che insegniamo è l’apnea. Non possiamo pensare di portare a correre persone che non sanno camminare. È importante capire come stare fermi e respirare, mantenere la quota e fare un po’ di salvamento, dando l’ossigeno quando manca a un compagno”. Infine, si passa all’acqua salata. Sei le immersioni degli allievi dei primi due livelli, otto per il
terzo livello. “In mare aggiungiamo qualcosa a quanto appreso. Il dogma è la sicurezza. È fondamentale saper seguire il protocollo corretto quando si risale”. Il costo totale per tutti i livelli si aggira intorno ai 250 euro. Previste prove gratuite. La prossima l’11 ottobre, in aula e in acqua, a partire dalle 19.30. La quota comprende l’esame per il rilascio del brevetto: “è valido a livello internazionale e dà una qualifica di sommozzatore”. Perché scegliere questo sport? “Aiuta a vincere le paure e a superare i propri limiti. Forma dei nervi d’acciaio”.
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