Temi importanti ma l’aula si svuota

Alla presentazione del Rettore segue il dibattito moderato dal Prorettore Arturo De Vivo, in un’aula via via sempre più vuota nella quale si fa sentire la protesta degli studenti di Veterinaria, senza sede da dicembre in seguito al crollo di uno degli edifici del Dipartimento. “A giugno scadrà il contratto d’affitto presso il Don Bosco dove siamo ospitati adesso, ma non sappiamo dove staremo l’anno prossimo e da quattro anni non si sa niente della sede del Frullone. Abbiamo bisogno di risposte da parte delle istituzioni”, interviene in aula il loro rappresentante Alessio Albarano, al quale risponde il prof. De Vivo. “L’area è sotto sequestro – dice il docente – Ma ci stiamo impegnando a garantire lo svolgimento del semestre con una prospettiva che tenga conto di tutte le vostre esigenze”. “Se con investimenti bassissimi siamo ottavi per produzione scientifica, significa che siamo manodopera a basso costo e facciamo concorrenza sleale ai colleghi stranieri. Però abbiamo bisogno della valutazione di terzi. Molte generazioni ne hanno sofferto la mancanza”, dice Tommaso Russo, Direttore del Dipartimento di Medicina Molecolare e Biotecnologie mediche e Presidente della Commissione Ricerca del Senato Accademico. “Via le banche dall’ANVUR!”, si grida dalla platea. “Viviamo un inverno figlio dell’appiattimento alla logica del profitto”, interviene Marco Musella, Direttore del Dipartimento di Scienze Politiche. “Se abbandoneremo chi protesta, continueremo la delegittimazione in corso presso l’opinione pubblica”, sottolinea Armando Carravetta, del Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile e Ambientale. Roberto Fasanelli, del Dipartimento di Scienze Sociali e portavoce del nodo napoletano della rete 29 aprile, chiede le dimissioni del Ministro Giannini e un documento sulla ricerca pubblica da scrivere insieme ai ricercatori precari. “È difficile migliorare senza forze fresche – sostiene Carlo Melissa a nome del Personale Tecnico-Amministrativo – La sfida è interagire con le università del territorio per diventare competitivi”. “I Dottorati senza borsa sono assurdi. Facciamo ricerca, scriviamo articoli ma non ci viene riconosciuta alcuna indennità. Senza tutela del lavoro, si incentiva la discriminazione”, interviene Roberta Russo in rappresentanza dei dottorandi. “Il Diritto allo studio è costituzionale, ma mancano residenze, mense convenzionate, borse di studio, trasporti, accesso allo sport e soglie ISEE aggiornate. Eppure, molti sforzi sono minimi. A voi docenti cosa costerebbe pubblicare in rete avvisi e risultati d’esame, e non costringere a viaggiare chi viene dalla periferia e dalla provincia?”, chiede Renato Saporito, rappresentante degli studenti di Medicina. “Viviamo in un sistema punitivo in cui le borse di studio arrivano dopo la laurea, le biblioteche chiudono alle 18.00, mentre al Nord le aule studio sono aperte ventiquattr’ore. Senza università siamo morti, ma guardiamo quanti siamo in aula”, aggiunge provocatoriamente Raffaele Giovine, studente della Rete Link. “Se ci penalizzano sempre per primi, forse non abbiamo un grande peso contrattuale. Dobbiamo far diventare l’università una casa di cristallo, dimostrando impegno e procedure trasparenti con azioni di comunicazione capillari”, suggerisce Antonio Moccia, Direttore del Dipartimento di Ingegneria Industriale. Marco Uttieri, biologo dell’Università Parthenope, racconta l’esperienza dei vincitori dei progetti FIRB rivolti, secondo la Legge Gelmini, a ricercatori non strutturati: “un’esperienza che ci ha consentito di creare rapporti importanti, ma un decreto ministeriale ci ha escluso dalla chiamata diretta, e, alle richieste di chiarimento del CUN, non è seguita alcuna risposta. Che senso ha spendere centoventicinque milioni di euro per lavori che si perderanno e persone che andranno all’estero?”.
La sessione pomeridiana a cui partecipano tutti i Rettori della Campania si apre con la deludente assenza del Presidente della Regione Vincenzo De Luca, richiamato a Roma da un vertice del PD, e dello stesso Manfredi, ospite del programma televisivo Porta a Porta. Alla ripresa dei lavori, irrompono per prendere la parola i ragazzi del Laboratorio Occupato DADA, legato al collettivo Insurgencia, che, dopo qualche momento di tensione dovuto alla resistenza di un vigilante, invitato a lasciar andare dall’ex Rettore Trombetti, prendono la parola. “Non potete discutere di università voi che avete approvato misure come il Job Act che ci riserva solo precarietà, in particolare qui al Sud. Il sistema ANVUR va eliminato e al suo posto va istituito un sistema che dia più fondi agli atenei in difficoltà”, dice dal palco il portavoce Nicola Scotto, 19 anni, studente di Filosofia alla Federico II, ma intorno a lui c’è il deserto istituzionale. “L’investimento nell’università ha un ritorno più che doppio in termini macroeconomici sul territorio – afferma Filippo De Rossi, Rettore dell’Università del Sannio e Presidente del CUR, il Coordinamento Regionale delle Università Campane – La Campania deve diventare una regione importante e le Universiadi rappresentano una grande occasione”. “L’università oggi è un luogo di massa, eppure il 70% degli studenti della mia provincia non ha alcun genitore laureato – afferma Stefano Paleari, docente di Analisi dei Sistemi Finanziari dell’Università di Bergamo ed ex Presidente della CRUI – Abbiamo uno spaventoso calo di iscrizioni e una crisi industriale mai vista. Dobbiamo correggere gli squilibri fra regioni, garantendo ovunque il Diritto allo Studio, e fra generazioni, permettendo libertà di movimento, ricerca, gestione e soprattutto velocità nelle risposte e carriere accelerate per i migliori”.
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