Tra brodo di polipo e scorribande notturne dei motorini

Responsabile del gruppo ristoratori e commercianti, la psicologa Giorgia Borrelli, che ha coordinato le interviste dei ragazzi ai rappresentanti di categoria per l’hub di Porta Capuana: “ci siamo focalizzati sulla vivibilità nella zona. Le domande nel questionario a risposta aperta erano relative alla clientela di negozi e alberghi, all’immigrazione, alla spazzatura. Tutti i ristoratori hanno fatto riferimento ad abbandono e degrado nel quartiere da parte delle istituzioni”. Per quanto riguarda l’immigrazione, i problemi sono due: “il punto di ritrovo nella piazza principale, con abbandono di bottiglie vuote e cartacce dopo il bivacco notturno, e l’eccessiva apertura di ristoratori stranieri in zona, che porta inevitabilmente ad una perdita di tipicità partenopea del quartiere, noto per piatti quali ‘il brodo di polipo’ o la zuppa di cozze”. Qualcosa è cambiato a distanza di un anno dal tirocinio degli studenti: “la situazione migliora lentamente e il giardino nella piazza è tenuto più pulito. Ciò non toglie che bisognerebbe valorizzare maggiormente i monumenti presenti nella zona, più noti e meno, come i giardini di Re Ladislao, quasi per niente conosciuti, in un posto nascosto, ma molto belli. Stessa cosa vale per il tour gastronomico che non sempre viene menzionato nelle guide”. Si è occupata invece degli alberghi Maria Vittoria Lo Schiavo, studentessa al terzo anno di Scienze e Tecniche Psicologiche: “ho chiesto loro come percepiscono il territorio, come vivono, cosa notano. È emerso innanzitutto che nessuno fa esplicitamente riferimento alla malavita organizzata nel quartiere, ma tutti lasciano intendere che sia un problema. Lasciandoli parlare viene fuori molto più di ciò che chiedi”. Dato importante emerso: “molte persone hanno sofferto della chiusura del Tribunale, poiché il quartiere si è spopolato e il commercio ha subìto dei danni. Non solo, sono diminuite la pulizia e il controllo in zona, che si è trasformata in un Bronx, dove dalle 14.00 in poi si assiste a scorribande di motorini in strade deserte”. Le proposte per migliorare la vivibilità sono venute fuori proprio dagli intervistati: “aprire, ad esempio, l’ex struttura del Tribunale al pubblico, pulire i giardinetti, che sono di totale appannaggio dei barboni, per farvi giocare i bambini”.
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