Un seminario per ricordare un’icona della musica rock: David Bowie

“Station to station. Le arti e le stagioni di David Bowie”, la Facoltà di Lettere del Suor Orsola Benincasa omaggia e ricorda uno dei più grandi artisti dei nostri tempi. Mercoledì 11 maggio (Biblioteca Pagliara, ore 15.00), attraverso un seminario di studi, si ripercorreranno le varie fasi della carriera dell’eclettico cantautore, analizzando le sue massime espressioni come musicista e icona di stile a tutto tondo. “Abbiamo deciso di dedicare un intero pomeriggio alla figura di David Bowie – spiega il prof. Luigi Capozzi, promotore con il prof. Stefano Causa dell’incontro – Mostreremo la poliedricità dell’artista raccontando le sue più varie espressioni culturali grazie a contributi di diverso tipo: dai riferimenti letterari a quelli critico musicali, passando in rassegna l’evoluzione dei suoi stili durante la carriera”. Fin dai primi anni ‘70, il Duca Bianco influenzò la cultura e i riferimenti stilistici del tempo, dando risalto a determinate caratteristiche. “A quei tempi la musica svolgeva una funzione socio culturale molto forte. Se guardiamo, ad esempio, alla città di Berlino – l’argomento in questione sarà trattato da me all’interno del seminario – vediamo che il soggiorno dell’autore apportò all’epoca un grande cambiamento. Lì nacque la trilogia che determinò un mutamento estetico della musica rock. Al contempo, l’artista contribuì a rivalutare la visione di Berlino, facendola diventare città di moda e polo attrattivo di intellettuali e musicisti”. L’incontro analizzerà anche la figura di Bowie come attore e precursore della moda dei videoclip. “In quest’ambito, grazie alla sua opera, si fece un grande salto di qualità. I video musicali divennero più complessi, il Duca incominciò ad interpretare dei personaggi al suo interno, calandosi in un ruolo, dando così risalto alle potenzialità delle immagini cantate”. Inoltre: “gli abiti di scena, le copertine degli album, i ritratti, la rappresentazione di icone varie, tutto faceva scalpore ed era considerato fashion ed innovativo. Vorremmo che i nostri ragazzi conoscessero e valutassero tutto ciò. Parliamo di storia della musica, ma anche di storia dell’arte e dei media, di un fenomeno socioculturale che era ed è esperienza comune”. La morte dell’artista, avvenuta a gennaio di quest’anno, ha indotto il prof. Capozzi “a pensare ad un bilancio della sua vita di professionista, fondata sulla pluralità dei suoi contributi artistici come musicista, pittore e scrittore. L’artista ha avuto la funzione di inviare attraverso immagini e suoni un forte messaggio d’arte”. “Abbiamo pensato – conclude – a quanto fosse importante l’influenza del Duca nel ‘900 e a come i nostri ragazzi dovessero conoscere questo aspetto”. 
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