Ahmed, studente tunisino a Napoli per uno stage

“Chi sono io? Qual è la mia missione? Queste sono le domande che mi faccio e la risposta è semplice: la mia missione in questa vita è rispettare la volontà di Dio”. Sono le parole con le quali Ahmed Rguig risponde alle domande sulle sue ambizioni future. Venticinque anni, madre tunisina e padre marocchino, studente di Management of International Business è a Napoli per uno stage in collaborazione con l’associazione AIESEC, presso la Scafi spa, una società di rimorchi per navi, che opera in tutto il Mediterraneo. Abito grigio impeccabile e soprabito in tono, modi pacati, inglese fluente, riservato, ci mette un po’ per rilassarsi. Insiste per iniziare l’intervista spiegando l’importanza che ha per lui il percorso formativo nell’associazione. Dall’assumersi delle responsabilità, al fare un’esperienza di scambio all’estero. Ci tiene a sottolineare che questa è la sua seconda esperienza in questo senso. Prima di venire nella nostra città, ha trascorso un breve periodo in Germania. “È importante, perchè consente di sviluppare la comunicazione e imparare la flessibilità”. Lo stage durerà sei mesi, “ma se faccio un buon lavoro, forse posso proseguire con un altro semestre”. Gli interesserebbe imparare a sviluppare strategie e benché si dica orgoglioso delle sue origini, al termine del percorso formativo, spera di andare in Medio Oriente, a Dubai o in Qatar, perché “laggiù ci sono molte opportunità”. Verrebbe da pensare che abbia voglia di diventare un manager di successo, che sia ambizioso. Invece no. “Hai pensato che volessi fare carriera, diventare ricco, ma non è così. Non conta questa vita, ma la prossima. Quando verrà la fine, tra un mese, un anno o venti, conterà solo la vita che ci sarà dopo”.  Aiutare la sua comunità a crescere, essere un ponte tra Italia e mondo arabo, un ambasciatore, sono queste le cose che, a suo dire, sono davvero importanti. 
Sembra abbastanza contento della sua esperienza italiana, ma appare un po’ preoccupato dai pregiudizi. “Solo in Italia puoi vivere come gli italiani e conoscerne la cultura, ma noi abbiamo già un’immagine dell’Italia, sappiamo molte cose su di voi. L’immagine che noi diamo, dipende dall’immagine che voi avete di noi”. Non ci sono solo le differenze. “Sono stato in vacanza in Italia, per una ventina di giorni e ho visto che tra il Nord e il Sud ci sono delle differenze. L’Italia Meridionale è più vicina al mio paese. Mi piace il rispetto che le persone hanno per la religione. Nessuno rispetta le religioni degli altri come gli italiani. Il venerdì, per esempio, posso andare in moschea. E poi, capisco le barzellette napoletane”.  
Simona Pasquale
- Advertisement -




Articoli Correlati