Canale: ridistribuire i crediti e rivisitare la tesi della Triennale

Potenziamento del tutoraggio, redistribuzione dei crediti formativi, rivisitazione del carico di lavoro indispensabile alla preparazione della tesi di laurea di primo livello. Sono alcuni dei punti in agenda per il nuovo Presidente del Corso di Laurea, il prof. Vincenzo Canale. 
Da qualche tempo c’è una proposta di modifica del Regolamento del Corso di studi? È possibile prevedere quando sarà approvata?  “L’organizzazione della Laurea Triennale in Fisica è sicuramente migliorabile. Nel 2008 vi fu una forte riduzione del numero degli esami con l’accorpamento di molti di quelli divisi in moduli. Adesso, dopo un certo numero di anni e un’attenta riflessione, desidereremmo apportare alcune modifiche migliorative al Regolamento”. 
In che direzione?
“L’idea è di ridistribuire alcuni crediti formativi fra i diversi corsi della fenomenologia di base (Meccanica, Termodinamica, Elettromagnetismo e Ottica), di spostare alcuni insegnamenti sia per avere una maggiore coerenza temporale fra l’apprendimento di tecniche matematiche e le loro applicazioni in fisica, sia per riportare alcuni corsi più avanzati nel contesto più appropriato. Il progetto è ancora in fase di discussione, e speriamo di approvarlo in modo da renderlo operativo per il prossimo anno accademico 2015-2016”.
 Si sta discutendo anche della Magistrale?
“Sì,  c’è una riflessione più ampia che coinvolge anche la Laurea Magistrale alla quale accedono la quasi totalità degli studenti. In particolare, osserviamo che i corsi del primo semestre della Magistrale sono praticamente disertati poiché gli studenti, a parte rare eccezioni di ragazzi particolarmente brillanti,  sono occupati a terminare il percorso Triennale. Un elemento di questo ritardo è sicuramente la preparazione della tesi della prova finale”. Dunque, andrebbe riequilibrato il carico didattico richiesto per la tesi.
Come superare
 ritardi e abbandoni 
A Fisica, come in molti altri Corsi di studio, l’impatto col I anno degli studenti è piuttosto duro. Da che cosa dipende?
“Sicuramente esistono delle specificità e delle difficoltà del percorso di studio in Fisica, che non è possibile eludere. Questo dovrebbe essere un valore aggiunto e non un aspetto negativo; parafrasando Einstein, possiamo affermare che la Fisica è “sottile” e questo deve essere uno stimolo per chi affronta questo tipo di studi a mettere in gioco il meglio di sé dal punto di vista intellettivo. Naturalmente questo richiede uno sforzo che può essere anche notevole”.
 Gli studenti approdano a Fisica con gravi lacune?
“Secondo me, la vera carenza della nostra formazione scolastica non è tanto nelle quantità di nozioni ma nel non riuscire più a trasmettere ai ragazzi la consapevolezza che la conoscenza richiede applicazione, concentrazione, sforzo intellettivo. Purtroppo il contesto socio-culturale del nostro Paese degli ultimi venti–trenta anni ha veicolato l’idea distorta che tutto è facile, dovuto e si ottiene senza impegno”. 
Crede che si possa intervenire per diminuire il tasso di abbandono degli studenti tra il primo e il secondo anno e in che modo?
“Dovremmo, con il Gruppo del Riesame, condurre un’analisi attenta dei dati per evidenziare le principali criticità. Un certo numero di abbandoni temo sia fisiologico nel senso che, non avendo nessun tipo di sbarramento formale in ingresso e per le specificità del nostro percorso, ci sono studenti che forse non hanno consapevolezza del tipo di studi che affronteranno, e non intendo solo attitudine o capacità ma anche gusti. Detto questo, dovremmo concentrare l’attenzione sugli studenti che ottengono pochi crediti nel primo anno, indipendentemente se questo si trasformi poi tecnicamente in un abbandono o solo in un ritardo molto penalizzante nella carriera”. 
 Da dove partire in questa riflessione?
“Affronterei la questione da due prospettive. Da un lato, se esiste un problema di tipo didattico (organizzazione del corso, programma,…) questo va discusso con il docente specifico. Tuttavia non penso che siano questi i casi più frequenti e comunque credo che si risolveranno con il processo di armonizzazione al quale accennavo in precedenza. Dall’altro, penso molto più frequentemente, il problema è quello dei tempi di studio, di discussione e  di assimilazione. Oltre le canoniche sedute di ricevimento da parte dei docenti che a Fisica in genere sono molto disponibili, lo strumento principe in questo ambito sarebbe il tutorato che andrebbe potenziato”.  Ma si pensa anche ad “un’organizzazione più armonica e omogenea del processo di valutazione (generalizzazione del ricorso alle prove intercorso, ridefinizione delle finestre temporali di esame,  maggiore utilizzo dell’intero campo di merito per la valutazione…). Nel passato sono stati sperimentati i cosiddetti precorsi per colmare le lacune della scuola superiore; i colleghi mi riferiscono di un sostanziale “fallimento” perché venivano frequentati solo dagli studenti che praticamente non ne avevano bisogno!”.        
Le strutture
La situazione delle aule per le lezioni e dei laboratori: “non è particolarmente critica in termini di numero e di capienza. Reputo alcune aule che ci sono assegnate non particolarmente adatte perché hanno lavagne molto piccole e lo schermo, per eventuali proiezioni, che vi si sovrappone. La questione potrebbe sembrare “superflua” ma nelle materie scientifiche è importante bilanciare correttamente l’apporto degli strumenti multimediali (figure, fotografie, filmati, ecc…) con quello dei tradizionali sviluppi formali che andrebbero svolti in tempo reale alla lavagna per dare il tempo agli studenti di assimilarli”. Per quanto concerne i laboratori didattici: “per i quali ho la delega di coordinatore dal Direttore del Dipartimento, la situazione è abbastanza sotto controllo dal punto di vista degli spazi. Abbiamo, invece, una certa criticità con la disponibilità del personale tecnico che si è ridotto negli ultimi anni. In particolare, la situazione è difficile perché abbiamo esteso le attività di laboratorio obbligatorie anche a Corsi di studio in cui tradizionalmente questi non esistevano. Per esempio la Laurea Triennale in Matematica”. Un piccolo aneddoto: “uno studente che ci ha confidato in tempi “non sospetti”, cioè dopo avere sostenuto l’esame e nemmeno con valutazione altissima, che non avrebbe mai immaginato che a Napoli si potessero avere dei laboratori così ben strutturati e organizzati.  Penso che sia motivo di soddisfazione per tutti noi”.
I progetti
Sull’esempio del Corso di Laurea in Matematica, dove è stato attrezzato “con il supporto finanziario della vecchia Facoltà di Scienze una delle grandi aule di Monte Sant’Angelo con strumentazione dedicata ad esperimenti di fisica  di grande impatto didattico, si potrebbe realizzare una sorta di Aula di Fisica, ampliandone le caratteristiche, che faccia da riferimento per i vari corsi di Fisica dell’Area di Scienze della Scuola Politecnica. Un progetto molto utile anche per manifestazioni di divulgazione e orientamento”. Un’altra iniziativa da proporre: l’organizzazione di “seminari o lezioni dedicate ad approfondimenti di argomenti che restano oramai un po’ ai margini dei corsi istituzionali per motivi di tempo. Queste attività potrebbero essere facilmente inquadrate nell’ambito dei CFU dedicati alle “Altre attività formative”. L’approccio potrebbe essere di tipo interdisciplinare con contributi che provengono anche da altri settori delle scienze (matematica, chimica e biologia)”. 
Fabrizio Geremicca
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