Cima, la squadra vincitrice della competizione organizzata da Best

L’iBEC – Italian Best Engineering Competition – è la manifestazione organizzata dai cinque comitati Italiani di Torino, Milano, Roma (La Sapienza e Tor Vergata) e Napoli dell’associazione BEST (Board of European Student of Technology). Squadre di quattro persone, che si sfidano nella realizzazione di un progetto, sconosciuto fino al giorno della gara. Due le fasi. Una locale ed una nazionale, che si terrà a Roma, il 30 e 31 maggio. Mercoledì 2 aprile, presso la Facoltà di Ingegneria  si è svolta la gara napoletana. Promotori dell’iniziativa, Giulia Argento e Michele Cerullo. Oggetto da realizzare, un dispositivo di lancio,  balestra, catapulta, trabucco o altro, per lanciare ovetti di cioccolato usati come proiettili.  Per reperire il materiale era stato allestito un mercatino. Vincitori sono Luigi Mosca, Paolo Stefanucci, Michele Imbriale e Daniel Guariglia della squadra CIMA, dalle iniziali dei Corsi di Laurea di appartenenza. Rispettivamente, Chimica, Informatica, Meccanica e Aerospaziale. “All’inizio avevamo pensato di chiamarci ‘MACI’, ma poi abbiamo lasciato stare”. Si sono iscritti separatamente, unica squadra composta da persone che non si conoscevano ed hanno vinto. Grazie alla straordinaria precisione della loro balestra di legno. Armi segrete, il grilletto, frutto di un’intuizione dell’ultimo minuto, e una specie di carrellino scorrevole che ha stabilizzato la traiettoria. Parlano insieme, proseguendo le frasi l’uno dell’altro. Sono contenti, perché  “l’intervista è un’occasione per conoscersi”. 
Daniel e il 
fascino dello spazio
Daniel Guariglia ha 21 anni, originario di Napoli ma cresciuto a Latina, iscritto alla laurea specialistica in Ingegneria Aerospaziale, è tesoriere dell’associazione EUROAVIA. “Lo spazio mi ha sempre affascinato. È un settore di punta dell’ingegneria, perché le tecniche più avanzate di questo campo ricadono su tutti gli altri e poi gli ingegneri aerospaziali sono sempre richiesti, viaggiano molto e guadagnano bene. Penso che dopo sarà facile trovare un lavoro”. Sua grande passione la propulsione aerospaziale, sulla quale ha svolto anche la tesi di laurea triennale. “Penso che senza un buon motore non si vada da nessuna parte, per questo mi sono occupato di un razzo ibrido, alimentato da un combustibile metà solido e metà liquido. È stato interessante, però si tratta di una tecnologia non ancora matura”. Ha scelto di partecipare all’iniziativa di Best perché “queste esperienze si devono fare. Nel curriculum sono più importanti che finire in tempo gli studi”. Daniel vive intensamente il tempo libero coltivando molti interessi: suona il pianoforte, gioca a tennis, è un cultore di Star-Trek e appassionato di letteratura fantascientifica, fantasy e giochi di ruolo, balla danze latino americane. “Prima del corso di Salsa ero timido, ballare mi ha aiutato a togliermi un po’ di ‘scuorno’ di dosso”. Ambizione del futuro? “Diventare dirigente, occuparmi di cose che mi soddisfino in ambito spaziale e fare un sacco di soldi”. 
Michele e il 
mito della Ferrari
“Quando ho avuto la convocazione, non mi ricordavo nemmeno più di cosa si trattasse. Tutti sono arrivati con degli amici e mi chiedevo con chi sarei capitato. Poi è andata bene, i miei colleghi sono simpatici e abbiamo formato un gruppo abbastanza affiatato. Mi sono divertito e sono contento di aver vinto in maniera inaspettata”. Michele Imbriale è, almeno in apparenza, il più riservato. Ha 24 anni, è originario di Sant’Angelo dei Lombardi in provincia di Benevento, studente della Specialistica di Ingegneria Meccanica. Come moltissimi ragazzi che scelgono questo Corso di Laurea, ha la passione per i motori ed è innamorato della Ferrari. “Volevo sapere come funzionavano i motori. Ora ne so qualcosa in più, ma credevo che l’Università fosse più pratica. Anche per questo ho voluto partecipare alla competizione, perchè c’era qualcosa da costruire e mi piaceva l’idea di fare un’attività concreta”. Appassionato di musica, Michele ha studiato pianoforte per quasi dieci anni, suonando anche in un gruppo. Per il resto è una persona socievole, a cui piace stare in compagnia. “Alloggio alla residenza Paolella e lì, spesso, si organizzano delle feste”. In futuro sogna di potersi godere un po’ il tempo libero. “Vorrei viaggiare, conoscere un po’ il mondo, godermi la vita, ma senza soldi non si può fare. Non mi interessa essere proprio un manager, mi basta un lavoro”. Il sogno più grande? Non c’è nemmeno da chiederlo. “Lavorare in Ferrari, non necessariamente nel settore sportivo, mi va bene anche quello granturismo”. 
Paolo, il falegname 
del gruppo
Paolo Stefanucci è il falegname del gruppo e ne porta ancora i segni. “Al primo colpo di seghetto, non ho valutato bene la distanza e ho sbattuto con il manico sulla gamba. C’è ancora il livido” dice mentre mostra ripetutamente un taglio superficiale sulla mano. Ha 33 anni ed è di Casoria. Finita la scuola, si è iscritto ad Ingegneria Informatica ma poi ha lasciato per lavorare nel settore dell’assistenza tecnica informatica. Quando è entrata in vigore la riforma universitaria, ha ripreso gli studi. “Lavorare con il computer è sempre stata una passione, fin da piccolo, quando avevo il Commodore”. E’ venuto a conoscenza dell’iniziativa del BEST, mentre chiedeva informazioni per dei corsi all’estero. Reti di calcolatori e in generale la programmazione in Java, per realizzare siti, sono le discipline che preferisce in ambito universitario. “Mi piace quello che faccio, ma penso di non proseguire dopo la triennale”. Appassionato anche lui di balli caraibici, è uno sportivo. Pratica il kite surf, un tipo di tavola a vela che prevede di farsi trascinare da una sorta di piccolo paracadute mentre il vento lo gonfia. “Lo pratico d’estate in Calabria, in una località che si chiama Falerna Marina, dove c’è sempre vento”. In futuro, gli piacerebbe mettersi in proprio e realizzare una società informatica in rete, ma non ha ancora deciso che genere di servizi fornire. “Ho molte idee ma bisogna vedere quale può funzionare”. È ottimista per la gara nazionale: “mi piacerebbe vincere. Ce la possiamo fare, la creatività c’è. Ora siamo anche più affiatati. Non dovremo più perdere tempo per organizzarci e darci dei compiti”.    
Luigi, il “cecchino”
“Ci siamo affiatati bene, ora però dobbiamo stare attenti, perché la timidezza è passata, potrebbero nascere dei problemi, ma ce la possiamo fare, la nostra arma è che veniamo da studi diversi”. Anche Luigi Mosca pensa positivo, ma è più cauto. Napoletano, 24 anni, per gli altri è il ‘cecchino’ che ha provato tutti i lanci, senza lasciare spazio a nessuno. “Costruisci un giocattolo e che fai, non ci giochi?”. Prossimo alla laurea Specialistica in Ingegneria Chimica, gli piace molto la Chimica Organica. “All’inizio ero indeciso tra Biotecnologie e Ingegneria Chimica. Mi sono trovato bene, ma me l’immaginavo un po’ più pratica”. Argomento di tesi triennale, l’absorbimento (processo di ritenzione di un gas o di un liquido, in un solido) di una tossina del latte. “Mi è piaciuta l’attività di ricerca, essere autonomo, risolvere da solo i problemi, senza nessuno che ti dica cosa fare, è meglio che studiare e basta”. Sta pensando alla ricerca, ma non in Italia. “Non paga. Spero di riuscire a trovare uno stage di almeno sei mesi all’estero. Ho fatto l’Erasmus in Belgio e mi sono trovato bene”. Settori preferiti, agroalimentare o farmaceutico. “Prima sognavo una piattaforma petrolifera, ma ora mi sembra un posto troppo isolato. Vorrei anche degli svaghi. Mi piacciono tante cose, ma devo restringere il campo”. Grande passione per lo sport, calcio in modo particolare, ma da qualche mese è fermo per problemi ad una caviglia. Viaggi e ‘anime’, i cartoni animati giapponesi, concerti di musica alternativa come ska o reggae e serate nei locali del centro, completano la gamma delle sue passioni nel tempo libero. Ogni tanto lavora con il nonno giardiniere. “Questa esperienza mi ha aiutato a conoscere meglio i miei limiti, ho capito che sotto stress mi blocco e poi l’intervista alla fine… è figo”.
Simona Pasquale
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