Come affrontare gli esami del primo anno

“Oltre al lavoro in aula, il corso prevede attività di laboratorio, durante le quali quattro docenti aiutano gli studenti nella pratica dei moduli di Office (EXCEL ed ACCESS). La programmazione è stata introdotta l’anno scorso e siamo molto soddisfatti, perché è un argomento che appassiona molto gli studenti. Al termine delle lezioni, sono in grado di gestire appieno il foglio elettronico e di sviluppare semplici programmi di grande utilità in ambito aziendale” dice il prof. Sergio Scippacercola, docente di Informatica al primo anno di Economia.  Il livello culturale dei ragazzi che arrivano all’università è molto disomogeneo. Solo la metà della platea possiede già un discreto bagaglio informatico o dimostra buona conoscenza della materia. L’attenzione dei docenti è rivolta, pertanto, agli studenti assolutamente impreparati: questi ultimi, prima degli altri, vengono avviati al laboratorio informatico. Nel 2005 è stata intrapresa una ristrutturazione del corso, che è ancora in atto. Il piano prevede una graduale diminuzione delle ore di lezione frontale e l’introduzione della teledidattica. “Gli studenti, possono già seguire da casa alcuni argomenti e svolgere gli esercizi finali”. L’esame prevede una prova pratica ed una orale. Nel sito docenti (www.docenti.unina.it/sergio.scippacercola) è possibile trovare tutti gli avvisi relativi al corso e scaricare gli esercizi. “Vorrei ripetere un appello, fatto più volte in aula. Non studiate l’Informatica solo per superare l’esame. Studiatela a fondo e per voi stessi. È una materia indispensabile per poter vivere e lavorare in azienda” conclude il prof. Scippacercola. 
“La Matematica è considerata una disciplina ostica. Questo crea delle difficoltà, soprattutto al primo anno. Con un numero così elevato di studenti in aula, risulta difficile lavorare. Sicuramente le novità introdotte nell’orario quest’anno aiutano. Venire a lezione alle 8:30, permette agli studenti di tornare a casa in un orario accettabile per lavorare” spiega il prof. Ciro Tarantino, il quale nota una più attiva partecipazione degli studenti in aula rispetto agli anni scorsi.  Dello stesso avviso il prof. Mario De Sarno, docente di Economia Aziendale e Determinazioni Quantitative. “Le matricole di quest’anno, sono cresciute in numero e stanno, in via generale, distinguendosi per il maggiore interesse professato nei confronti della materia che insegno”. Il notevole numero di frequentanti, che spesso non consente un proficuo dialogo docente-discente, l’eterogeneità dei titoli di studio dei ragazzi e le poche ore di tempo a disposizione, costituiscono le difficoltà principali della materia, ma non mancano le gratificazioni. “Le principali soddisfazioni della mia attività in aula, arrivano a distanza di qualche anno, quando incontro alcuni giovani laureati, funzionari aziendali o liberi professionisti, che mi ringraziano per avere, a suo tempo, destato in loro vivo interesse per la materia economico-aziendale e per le sue applicazioni pratiche. Quanto agli imminenti esami, ho già fornito in aula agli studenti, così come è mia abitudine, adeguati consigli orientativi” conclude De Sarno. “Noi avremo le prime prove a gennaio. È previsto un appello a novembre, ma noi docenti siamo i primi a consigliare di aspettare. Diritto Privato è una materia istituzionale, con un suo linguaggio tecnico, che deve essere appreso ed è, inoltre, un esame abbastanza ampio, ci vuole del tempo per assimilare al meglio i concetti” sottolinea la prof.ssa Consiglia Botta. Per riuscire ad affrontare al meglio la disciplina, la docente suggerisce di seguire, non solo le lezioni in aula, ma anche i seminari, che rappresentano, al tempo stesso un approfondimento e un completamento del programma. L’esame è strutturato in due moduli da 5 crediti l’uno (gli studenti dei corsi di laurea aziendali seguono solo il primo modulo), nella prima parte si sviluppa il programma, mentre nella seconda si approfondiscono gli argomenti e se ne introducono di nuovi. “Non trascurate nessuna parte del programma e se avete dubbi sfruttate i docenti e i collaboratori per chiedere spiegazioni. In questo senso, volevamo organizzare delle lezioni integrative con gli studenti più assidui per riprendere alcuni argomenti” spiega la professoressa che parla con entusiasmo del suo lavoro. “Le motivazioni più grandi per fare questo mestiere, le danno proprio i ragazzi che vengono a seguire e sono tanti. Questo è forse un limite, però è stimolante. All’inizio sono ancora in fase di orientamento e bisogna dare loro le basi e il metodo per andare avanti. È gratificante quando si verifica che i risultati sono buoni e che gli studenti vengono a seguire il secondo modulo, anche quando non è previsto dal loro piano di studi, perché sono interessati e capiscono l’importanza della materia, sono curiosi, fanno domande e frequentano il Dipartimento”. Il lavoro universitario, non si ferma al solo insegnamento, ma è fatto di studio, ricerca e aggiornamento continuo. “L’esigenza e la soddisfazione di essere continuamente stimolata a studiare, è stata per me la molla principale. È un percorso di crescita continua che, nella didattica, si interseca con il percorso di crescita degli studenti. Non si fanno le cose solo per se stessi, ma anche per loro. Direi che è un’attività che mantiene giovani” . Per tutti gli studenti vale, forse la pena di ascoltare il suggerimento offerto dal prof. Tarantino per organizzare il proprio tempo di studio: “utilizzate gli appelli intermedi che alcuni corsi prevedono, ma non abbandonate le lezioni per fare le prove intercorso. Sembra una scelta che paga, invece è penalizzante”. 
Simona Pasquale
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