Diritto Privato, l’esame più difficile del primo anno

Inizia il secondo semestre e iniziano anche le lezioni di Istituzioni di diritto privato per le matricole. Tra gli studenti degli anni successivi al primo, però, c’è chi deve ancora sostenere l’esame, o chi lo ha già sostenuto più volte senza riuscire a superarlo. Diritto privato è ritenuto l’esame più difficile del primo anno, quello per cui tra i corridoi della Facoltà qualcuno ha inventato una specie di proverbio: “Privato mezzo avvocato”. Ma quali sono le ragioni di questa difficoltà? Perché Privato è lo spauracchio degli studenti del primo anno? Ne abbiamo parlato con il prof. Raffaele Caprioli, titolare della V cattedra di Istituzioni di diritto privato, forse il docente di questa materia più apprezzato dai ragazzi per le sue doti umane e la sua disponibilità in sede d’esame. Professore, si boccia sempre tanto a Privato? “Nel mio caso no. Credo che la percentuale di coloro che non superano l’esame si aggiri intorno al 15-20%. Però devo dire che la media dei voti è bassa. Il 30 ormai è raro”. Come lo spiega? “I ragazzi hanno una preparazione di base molto scarsa. Io cerco di tenerne conto e vengo incontro agli studenti ogni volta che posso, naturalmente senza cadere nel lassismo. Spesso se uno studente non è ben preparato lo metto di fronte a un’alternativa, gli dico che può tornare tra due mesi piuttosto che prendere un 18 e andare avanti in maniera claudicante. Il fatto è che molto spesso lo studente preferisce il 18”. Secondo lei perché i ragazzi incontrano tanta difficoltà con questo esame? “C’è la  mancanza di basi solide. Poi c’è una ragione oggettiva: i tempi di preparazione di certe materie devono essere necessariamente lunghi, mentre i nostri semestri sono brevi. Di fatto durano tre mesi, che quest’anno si sono ridotti a due perché a marzo c’è poco più di una settimana di lezione, poi iniziano le vacanze di Pasqua, dunque restano aprile e maggio. A chi un po’ di tempo fa è venuto a chiedermi consigli ho suggerito di incominciare a studiare prima dell’inizio del corso. Ci vogliono 3 o 4 mesi non tanto per studiare, quanto per lasciar decantare…Mi viene in mente la mia professoressa di Storia dell’arte, che diceva sempre che quando si fa un affresco si passa sulla pittura dell’intonaco fresco che col passare del tempo farà assumere ai colori una tonalità nuova e definitiva. Ecco, ci vuole tempo perché venga fuori il giusto colore. Infine c’è una terza ragione per la quale, secondo me, gli studenti si trovano tanto in difficoltà. E’ che non sono abituati a studiare. Non si può pretendere di ottenere chissà quali risultati se si studiano solo due o tre ore al giorno”. Spesso gli studenti si lamentano degli assistenti, che farebbero esami molto lunghi creando una situazione di forte stress psicologico. Anche presso la sua cattedra l’esame è doppio? “Sì, sia per ragioni pratiche, perché altrimenti sarebbe impossibile esaminare l’elevato numero di candidati, sia per garantire un’omogeneità di trattamento attraverso il meccanismo che prevede che la parte finale dell’interrogazione venga svolta sempre dalla stessa persona. Quanto alla lunghezza dell’esame, ritengo che le interrogazioni vadano protratte proprio per aiutare gli studenti. Bastano una o due domande per capire se il candidato ha studiato, quando lo si trattiene non è per sadismo, ma per dargli la possibilità di dimostrare la sua preparazione quando ci sono delle incertezze, è indice della propensione ad aiutarlo”. Chi è per lei lo studente brillante? “Quello che conosce bene la materia e la sa esporre con chiarezza. L’esposizione è fondamentale. Il mestiere del giurista si fonda sulle parole e sul loro significato”. Tra le parti del programma ce n’è qualcuna che vorrebbe gli studenti approfondissero in maniera particolare? “Per lunga tradizione l’esame di Istituzioni di diritto privato deve svolgersi necessariamente su vari settori. E’ trattato, appunto, a livello istituzionale e non monografico, quindi tutte le sue parti vanno studiate bene. Solo per alcuni argomenti che vengono ripresi da insegnamenti specifici, come ad esempio il Diritto di famiglia, chiedo esclusivamente le linee generali, ma questo i ragazzi già lo sanno”. Il 10 marzo sono iniziati i corsi. Aula piena? “Sì, l’aula è affollata e dalla fine del mese inizieranno i seminari, che ci consentiranno di garantire agli studenti un centinaio di ore frontali di lezione. Io vorrei dargliene anche di più, ma mi servirebbero più assistenti e io non ho un solo assistente di ruolo, sono tutti volontari e già fanno tanto. Ovviamente consiglio a tutti di frequentare, perché il livello di preparazione è particolarmente basso soprattutto tra coloro che non frequentano”. 
Sara Pepe
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