Economia approva, con qualche mugugno, i regolamenti dei Corsi di Laurea riformati

Riforma: Economia ha approvato i regolamenti, cioè gli ambiti disciplinari, con i relativi esami e crediti complessivi, che in seguito verranno assegnati ai singoli anni, con il programma e crediti specifici. Per dare a tutti il tempo di riflettere e la possibilità di esprimersi, la Facoltà si è riunita in Consiglio due volte, il 26 febbraio in seduta straordinaria e il 10 marzo per deliberare. La discussione ha consentito di chiarire gli aspetti procedurali più complessi e di avere una panoramica abbastanza ampia delle scelte dei singoli Corsi di Laurea. Tuttavia, i momenti di incomprensione non sono mancati. C’è chi ha definito ‘impiccarsi ad un albero di prezzemolo’ l’estrema cavillosità di alcuni che hanno suggerito di rimandare di un anno l’entrata in vigore della riforma, prima per l’intera Facoltà, poi per singoli Corsi, trascurando il danno gravissimo che così sarebbe stato arrecato agli studenti. Gli informatici lamentano la riduzione da 5 a 3 dei loro crediti e i docenti di Macroeconomia, non sono soddisfatti della ‘distinzione artificiosa’ tra la loro materia e Microeconomia, per la quale sono previsti complessivamente 15 crediti, suddivisi fra il corso vero e proprio e un corso di ‘Complementi’. Mentre gli aziendalisti non smettono di trovare difetti nel Corso di Economia e Commercio. “Non sono chiari gli sbocchi. Mancano esami indispensabili per la professione e ci sono troppi esami a scelta” (Sergio Sciarelli). “I profili professionali sono negli ordinamenti e con questo sistema gli studenti potranno fare dei cambi, senza incappare in maglie burocratiche sempre più farraginose” (Guido Cella). Gli storici non si rassegnano all’idea di aver perso 5 crediti obbligatori di Storia Economica e il prof. Francesco Balletta, il più fervente fautore della teoria ‘rimandiamo di un anno’, torna a riproporre un tema sul quale, soprattutto gli umanisti della Facoltà, non smettono di insistere: le afferenze. Al momento, l’unico Corso che non rispetta i criteri ministeriali è quello in Economia Aziendale che presenta 21 esami in 3 anni, contro i 20 imposti dalla riforma. Dopo aver cercato invano di accorpare gli insegnamenti per rientrare nei ranghi, il Preside Achille Basile fa una proposta complessa, che abbraccia diverse esigenze. Spostare dal primo all’ultimo anno la seconda lingua prevista alla triennale di Economia Aziendale e congelare, per un anno, le seconde lingue (francese, tedesco e spagnolo), impegnando il Corso di Laurea a trovare una soluzione entro ottobre, quando sarà possibile apportare piccole modifiche agli ordinamenti. Contemporaneamente, verrebbero attivati i primi due anni di tutte le triennali e il primo delle magistrali. Le matricole di quest’anno, se vorranno, potranno transitare nel nuovissimo ordinamento, perché ci sarà la coesistenza dei secondi anni di entrambi i sistemi, fattibile anche in termini di capienza di aule. Quest’ultimo provvedimento non riguarderebbe tutti i Corsi di Laurea. “Gli studenti avrebbero il vantaggio di entrare in un canale con meno esami, che sebbene non perfetto presenta delle migliorie. Per quanto riguarda le lingue, non le stiamo sopprimendo, sono ancora previste nell’ordinamento. O facevamo così, o il Corso non partiva” . “Qualche pezzo non è andato perfettamente a posto, ma l’importante è tenere presente l’obiettivo. Quando si va veloci, gli errori sono inevitabili. Ora dobbiamo guardare ai programmi. Gli unici da garantire, qui, sono gli studenti” aggiunge il Presidente del Corso di Laurea, Riccardo Mercurio, per contenere le inevitabili polemiche. “Qui si parla dell’assenza di alcune materie, in un quadro complessivo di offerta formativa. Alcuni settori hanno potenziato le lingue, ma altri hanno declassato persino l’inglese ad idoneità. In questo modo gli studenti arriveranno alla magistrale con diversi livelli di conoscenza linguistiche” protesta il ricercatore Marco Donadio. Infine, il prof. Ermanno Bocchini, docente di Diritto Commerciale, lancia una proposta: “il programma comune di una materia nasce dai programmi individuali, dietro i quali c’è sempre la ricerca scientifica, ma io che insegno in questa Facoltà da quarant’anni, non saprei dire quali ricerche si svolgono.  Altrove individuano l’indirizzo prevalente e ne fanno una Scuola e, spesso, non si tratta nemmeno delle persone migliori. Potremmo organizzare una giornata di studi, per far emergere la fotografia della ricerca in Facoltà. Solo in questo modo avremo la coerenza dei programmi”. Il dibattito prosegue con le proposte dei rappresentanti degli studenti: posticipare l’esame di Economia degli Intermediari Finanziari dal primo al secondo anno, prevedere un solo esame a scelta da 10 crediti, invece di due da 5 e alleggerire un po’ lo sbarramento tra secondo e terzo anno. “Non abbiamo condiviso in pieno le dinamiche che hanno portato a questa riforma, ma bisogna davvero lavorare sui programmi, perché accorpare le materie non significa solo firmare una camicia in meno. Bisogna partire subito con tutti i Corsi ed è importante attivare la Commissione Didattica di vigilanza, della quale noi abbiamo già eletto i membri” dice Andrea Carannante. Infine, la Facoltà approva i regolamenti con le modifiche suggerite dal Preside. 
(Si.Pa.)
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