I Padiglioni della Mostra come gironi dell’inferno dantesco!

La domanda è imbarazzante. Cosa spinge circa 6000 laureati in Giurisprudenza di Napoli e provincia a correre agitati per i padiglioni della Mostra d’Oltremare con un banco e una sedia sottobraccio? La risposta è sconcertante. A ridurre così migliaia di più o meno giovani dottori in Legge è l’esame scritto di avvocato. Quello che si è tenuto nei giorni 12, 13 e 14 dello scorso dicembre e che però, a sentire i racconti di chi lo affrontava per la seconda o terza volta, non è andato tanto diversamente dagli anni precedenti. Non che l’apparato organizzativo della prova di esame sia così inefficiente da far ritrovare i candidati senza un numero sufficiente di posti a sedere, intendiamoci. La ratio dell’usanza che vuole gli aspiranti avvocati partenopei (cui si affiancano quelli di Avellino, Benevento, Caserta e province, ossia facenti parte dell’intero distretto di Corte d’Appello di Napoli) impegnati in una folle corsa attraverso spazi che in quell’occasione ricordano tanto i gironi dell’inferno dantesco, è ben altra. Per comprenderla meglio ci permettiamo di scomodare una fonte più che autorevole, cui la prestigiosa rivista Time ha addirittura riservato l’onore dell’ultima copertina dedicata al personaggio dell’anno: il computer. Computer inteso come comunità globale virtuale fatta di milioni di navigatori tra cui non possono mancare i praticanti avvocati italiani, che nei giorni successivi alle prove d’esame si sono scambiati esperienze e opinioni nelle piazze di internet, non a caso chiamate forum. A chiunque è possibile leggere dell’esperienza di un candidato fuori sede che, di ritorno da Napoli, scrive: “Bene, è finita…Vi racconto in breve tutto quello che ho visto e sentito: una marea di gente, correvano tutti come pazzi verso il loro varco, in fila come alla mensa dei poveri, vestiti tutti con le cose più strane, tutti rassegnati ma tutti lì, decisi a svolgere le prove…Occupazione dei banchi con tutto ciò che era possibile, biscotti, bicchierini di caffè, e persino frutta, nella specie: banane! Corsa ai posti e persone che mentre correvano fotografavano le scene del film….non ci resta da sperare che ci sia un lieto fine”. 
L’occupazione dei banchi e la migrazione da un padiglione all’altro della Mostra (sebbene si dovesse entrare e uscire da varchi determinati in base alla lettera iniziale del cognome) serviva a posizionarsi vicino a gruppi di colleghi con i quali collaborare, chiacchierare, confrontarsi e copiare. Si sono visti candidati ciondolare per i corridoi durante le sette ore di prova in attesa che qualcuno più preparato partorisse il parere motivato di Diritto civile (prova del primo giorno), di Diritto penale (prova del secondo giorno) o il temutissimo atto giudiziario, a scelta tra un atto in materia di Diritto privato, penale o amministrativo (prova del terzo giorno). Allo stesso modo, si sono visti commissari d’esame ciondolare per i corridoi volgendo gli occhi altrove quando sui banchi erano aperti, oltre ai codici commentati regolarmente ammessi, anche testi macro o microscopici di pareri già svolti, formulari, appunti, libri universitari. “Come può uno scoglio arginare il mare?”, cantava giustamente Lucio Battisti, e come può un gruppetto di poche centinaia di commissari tra avvocati, magistrati e dipendenti della Corte d’Appello arginare un esercito di 6000 indisciplinati pronti a tutto pur di ottenere un titolo che spesso, dopo due o più anni di sudata pratica forense, si sentono già in diritto di vantare come proprio? Il terzo giorno si è vista anche la polizia in azione. Sequestrati alcuni cellulari e compilati un paio di verbali per irregolarità. Dopo pochi giorni la procura di Napoli ha aperto un’inchiesta sulla base di un esposto presentato da uno dei commissari. I frequentatori dei forum on line, appresa la notizia dai giornali, si sono prodotti in interessanti commenti. “Non vedo xkè (su internet, purtroppo, spesso si scrive così, ndr) solo quest’anno sia intervenuta la procura, l’anno scorso non è stato certo diverso, mi spiego meglio: il clima è sempre stato identico all’anno scorso, solo la temperatura esterna, alle 6.30 di mattina era diversa (quest’anno si poteva lasciare a casa sciarpa e cappellino da montagna)… Mah, sono sempre + sconcertata”. “E’ vero. Napoli, Milano, Catanzaro o altrove il sistema è giudicato unanimemente corrotto, iniquo e assurdo. E, giustamente, sta implodendo. Non resta che sederci e attendere il fumo bianco dell’implosione. Sarà lo spettacolo più bello della mia vita”.
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