In discussione un nuovo regolamento per le tesi di laurea

La Commissione Didattica del Corso di Laurea in Architettura magistrale avrà, tra i principali temi di discussione del 2008, il nuovo regolamento per le tesi di laurea. In seno ad essa, infatti, ci si confronta da tempo circa l’eventualità di stabilire un massimo (7 oppure 8 punti) al voto che i commissari possono attribuire al lavoro di tesi, quello che, sommato alla media degli esami moltiplicata per undici e divisa per tre, determina il voto finale di laurea. Una ipotesi, quella di un limite, che piace poco agli studenti e che ha sollevato perplessità anche tra alcuni docenti, i quali vorrebbero che una normativa di questo tipo, se necessaria, fosse adottata per tutti i Corsi di Laurea della Facoltà e non soltanto per la laurea quinquennale. 
La prof.ssa Roberta Amirante, Presidente del Consiglio di Corso di Laurea, è favorevole ad introdurre un limite di punteggio e spiega perché. “Nel nuovo ordinamento la tesi di laurea ha un peso massimo specifico, in termini di crediti. Ne vale 15 su 300. In più, noi di Architettura quinquennale, insistiamo da tempo sul fatto che il lavoro di tesi non dovrebbe protrarsi per più di sei mesi. In questo quadro, diventa credo logico che si attribuisca un massimo di punteggio alla tesi. Che poi siano 7 o 8 punti, non cambia granché”. Aggiunge la docente: “Architettura è una facoltà in cui, mi si passi il termine, per il passato ci si è alquanto sbracati, nell’attribuzione del punteggio di laurea. Abbiamo sfornato un bel po’ di 110 e lode e non tutti i nostri laureati col massimo dei voti hanno poi brillato altrettanto all’esame di stato. Il risultato è stato di dequalificare, in qualche modo, anche i laureati veramente bravi, che non mancano. Direi che un po’ di parsimonia nell’attribuzione del voto di laurea potrebbe anche andare a vantaggio di chi davvero abbia condotto un ottimo percorso di studi, nell’ambito del quinquennio”. Sempre riguardo alle tesi, è allo studio la possibilità di inserire sul sito del Consiglio di Corso di Laurea un elenco dei lavori già svolti, corredato da un abstract. “Ci terrei molto”, sottolinea la prof.ssa Amirante, “perché così i laureandi eviterebbero di tornare sulle stesse cose. I nuovi laureati potrebbero capitalizzare il lavoro e la ricerca svolti dai loro predecessori, per provare ad andare oltre, ad approfondire. Direi anzi che bisognerebbe mettere gli abstract delle tesi in rete a livello di Facoltà, non solo di Corso di Laurea”. 
Ci si confronta anche circa le modalità di attribuzione degli studenti ai corsi sdoppiati, quelli che riguardano la stessa materia, ma sono tenuti da docenti differenti. “In teoria, se ci fosse assoluta omogeneità tra i corsi tenuti da docenti che insegnano la stessa materia”, rileva la professoressa, “il criterio dell’attribuzione per matricola o per lettera alfabetica sarebbe il più semplice, di fatto, così non è. Le differenze pesano in particolar modo per quanto concerne i Laboratori. Fino ad oggi, ci siamo regolati in questo modo: scelta libera per i Laboratori, attribuzione automatica per gli altri insegnamenti. La scelta libera, però, comporta un fenomeno di ineguale distribuzione. Per esempio, al quinto anno, sono gettonatissimi i Laboratori dei professori Miano e Cuomo, molto meno gli altri. Siamo stati costretti ad operare un riequilibrio, che non a tutti gli studenti è piaciuto”. 
Sono agli sgoccioli, intanto, i corsi del primo semestre. Ad inizio febbraio si apre la sessione di esami.   
Fabrizio Geremicca
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