Ingegneri con il pallino dell’ambiente

Ambiente e Territorio è il Corso di Laurea adatto a chi intenda diventare Ingegnere per mettere le sue competenze al servizio dell’ambiente. Ciascuno dei tre indirizzi del piano di studio, infatti, approfondisce conoscenze e tecnologie spendibili nel campo della tutela ambientale. Difesa del suolo insegna le tecniche di sistemazione dei versanti, dei corsi d’acqua e dei litorali. Pianificazione e gestione territoriale forma i tecnici per la definizione di piani urbanistici, di bacino, di aree protette, di sfruttamento energetico, di uso delle risorse. Ambiente, infine, è finalizzato allo studio dello smaltimento e riciclaggio dei rifiuti, al controllo dell’inquinamento delle acque, del suolo e dell’atmosfera. Questioni, come si vede, cruciali. Non meraviglia, dunque, che siano oltre quaranta in tutta Italia i Corsi di Laurea in Ingegneria per l’Ambiente e per il Territorio e che in Atenei come Roma e Milano siano ai primissimi posti, per numero d’iscritti. Alla Federico II è un Corso di Laurea attivo da poco meno di dieci anni. Presidente del Corso, attualmente, è il professor Massimo Greco. “Fino allo scorso anno viaggiavamo sulle cento immatricolazioni, poi abbiamo avuto un calo di una ventina di iscritti, probabilmente a seguito dell’attivazione di Civile per lo Sviluppo Sostenibile, che ha generato un po’ di confusione. Sono due Corsi completamente diversi. Quello resta un Corso di Laurea Civile, sia pure con alcune specificità. Il nostro ha caratteri autonomi e rivolge particolare attenzione alla tematica ambientale”. Annualmente sono circa una trentina i laureati in Ingegneria per l’Ambiente e Territorio. “Lavorano tutti -sottolinea il professor Greco-. Alcuni fanno gli ingegneri nei settori tradizionali delle aree civili, altri lavorano nel campo della certificazione ambientale e della gestione degli impianti di depurazione. Molti sono anche impiegati nella Pubblica Amministrazione, dove li utilizzano in base alle esigenze. Al di fuori della Campania crescono le possibilità di lavorare nel settore attinente alla formazione ingegneristico ambientale acquisita durante l’Università”. Le matricole al primo anno affrontano: Analisi Matematica, Fisica Generale I, Chimica, Geometria, Disegno. “Probabilmente lo scoglio principale è Analisi Matematica -spiega il professor Greco-. Per la verità l’impatto con il primo anno in genere è alquanto duro. Stiamo lavorando per ammorbidirlo, soprattutto sul fronte dello snellimento e del coordinamento dei programmi. Ne beneficieranno le matricole sin dal prossimo anno accademico. L’obiettivo è anche quello di ridurre il tempo che mediamente impiegano i nostri studenti per laurearsi. Attualmente ci mettono circa sette anni”. Le novità positive, per gli Ingegneri con il pallino dell’ambiente, non finiscono qui. Sin dal prossimo anno accademico le lezioni teoriche, nell’ambito di ciascun corso, saranno integrate dalle testimonianze e dai seminari di professionisti esterni all’Università, i quali svolgono la loro attività lavorativa nell’ambito della tutela ambientale. Greco fa qualche esempio: “nel corso del professor Bernardino D’Acunto funzionari pubblici e professionisti terranno un seminario sul calcolo automatico applicato ai problemi di equilibrio. In quello dei colleghi Arturo Pellegrino e Maurizio Giugni le tematiche della Valutazione di Impatto Ambientale e della difesa idrogeologica saranno approfondite da esperti i quali le applicano quotidianamente, nel lavoro che svolgono. Nel mio corso ospiteremo seminari della direttrice dell’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale. In questo modo gli studenti potranno capire che quello che studiano ha una ricaduta pratica e che esiste una precisa esigenza di mercato”.
- Advertisement -




Articoli Correlati