La Banda Osiris conclude i Concerti dell’Università

Gran finale per l’ottava edizione dei Concerti dell’Università Federico II: la Banda Osiris ha strappato fragorose risate al pubblico presente nell’auditorium di Monte S. Angelo la sera del 15 aprile. Più che di un semplice concerto si è trattato di uno spettacolo teatrale, comico, a tratti poetico e sempre divertentissimo. Il gruppo, divenuto popolare per le apparizioni televisive nel programma Parla con me di Serena Dandini, ha concluso degnamente un ciclo di incontri che ha spaziato dai grandi maestri della musica classica – primo tra tutti il Direttore Artistico della manifestazione Michele Campanella – al jazz e alla musica napoletana. 
“Da quattro anni si è scelto di terminare i concerti con un evento speciale: dopo Gigi Proietti, i Trilogy e Stefano Bollani, con la Banda Osiris si è cercato di andare incontro al gusto degli studenti – spiega Luca Mennella, tra gli organizzatori della manifestazione – Di solito i concerti sono preceduti da una lezione introduttiva ma abbiamo ritenuto che stasera proprio non ce ne fosse bisogno”.
L’ultimo degli appuntamenti della stagione è, infatti, un intervento sui generis che contempera la migliore tradizione clownesca con un’indiscutibile maestria musicale. “I musicisti della Banda sono bravissimi ad intrattenere ma hanno anche un’ottima tecnica musicale. Non c’è bisogno di saper suonare per capirlo – afferma Stefano Intintoli, studente del III anno di Cultura e Amministrazione dei Beni Culturali, sottolineando che i componenti del gruppo suonano almeno tre strumenti ciascuno e poi aggiunge – A me interessa poco dei crediti. Mi piace la musica”. 
Lo zoccolo duro del pubblico dei concerti è, infatti, costituito da 140 studenti di Archeologia, Storia dell’Arte e Beni Culturali che hanno avuto la possibilità di partecipare gratuitamente agli incontri ed avere il riconoscimento dei crediti formativi. Tra i circa 100 abbonati e gli universitari, la navata di S. Marcellino e Festo da 250 posti ha registrato per tutto l’inverno quasi sempre il tutto esaurito. La grande sala di Monte S. Angelo, invece, avrebbe consentito una maggiore partecipazione all’evento.
“Forse l’orario posticipato – i fuorisede, e non solo, a casa per lo spoglio elettorale – e il luogo un po’ fuori mano hanno scoraggiato alcuni amici. Peccato, si sono persi un gran bel concerto”, commenta Stefano Colasso, studente di Statistica. “La maggior parte dei ragazzi viene per i crediti – ammette Sara Sannino, studentessa del III anno di Cultura e Amministrazione dei Beni Culturali – Io seguo sempre la Banda Osiris in tv e non è la prima volta che li vedo dal vivo”. Altri fan del gruppo sono Vera Donadio, appassionata di musica classica al II anno di Medicina e l’amico Francesco Aletta al III anno di Architettura. “In diretta sono molto più spassosi, in tv non si possono apprezzare a pieno”, dichiara Giuseppe Lannino, al V anno di Medicina e già deciso ad intraprendere la Specializzazione in Ginecologia. “Io ho ascoltato i concerti quasi tutti i martedì, su suggerimento del prof. Alfredo Marinelli – racconta Emanuela Madonna, studentessa di Medicina – Alcuni sono stati più piacevoli, altri un po’ pesanti. Soprattutto considerando che iniziavano alle 18.30, al termine di una giornata impegnativa di studio”. La maggior parte dei ragazzi è, però, entusiasta anche degli appuntamenti più tradizionali: “in un’ipotetica classifica metterei al primo posto il violino e il pianoforte di Felice Cusano e Piernarciso Masi”, asserisce Valentina Luciani, al III anno di Amministrazione dei Beni Culturali; “Io voterei per il piano jazz di Joe Chindamo”, esclama Carolina Brunaccini, collega di studi di Valentina; “Mi sono ‘ricreato’ con Debussy suonato da Sandro De Palma”, conclude Salvatore Belardo, al III anno di Ingegneria.  
“La musica classica fa bene all’animo, allarga le vedute ma anche questa di stasera non scherza”, sottolinea Stefano. Paradossalmente, proprio lo scherzo fa da filo conduttore dell’intero spettacolo, in cui le note sembrano quasi espedienti per guardare con leggerezza le cose. Molti apprezzano le estrose invenzioni linguistiche della Banda, mentre per Emilio Verze, studente di Architettura, e Marianna Cantone, iscritta a Scienze della Comunicazione, “geniale è la trovata iniziale di far ‘degenerare’ la Primavera di Vivaldi in qualunque altra cosa”.
Ed infatti il famoso brano di Vivaldi si trasforma magicamente nei motivi più diversi, dalle celebri arie di operette ai ritornelli felliniani di Nino Rota, dal Bolero di Ravel alle canzoni di Carosone, da una pseudo-accademica versione in latino di Stand by me, al sirtaki, “una musica con la elle maiuscola, perché semplicemente elle-nistica”, spiega la Banda Osiris, con una delle tante freddure che scatenano il riso perché dette con perfetti tempi comici. Il suono dei fiati si tramuta nel barrito di un elefante, poi nello zzz fastidioso di una zanzara svolazzante sul palco, fino a culminare nell’ultimo verso animale proposto, quello di una pantera… che sfreccia a sirena spiegata, in un trionfo di non sense e gioco di parole. Gli strumenti diventano di tutto: pistole in un duello tra cow boys, racchette in una partita di tennis, attrezzi da palestra, arti di una ballerina che danza il Lago dei cigni. Tuba, tromboni e clarinetti creano situazioni paradossali, fumettistiche. 
L’ilarità è contagiosa, la risata è irresistibile e vi si abbandonano anche i professori in platea, Angelo Fierro, Carla Perrone Capano, Giuseppe Zollo, Ettore Massarese, Guido Rossi. “E’ stato divertentissimo ma me lo aspettavo, li conoscevo”, commenta a chiusura di sipario il dott. Camillo Montola della segreteria del Rettore. “Uno spettacolo davvero piacevole. Un susseguirsi di trovate molto carine”, gli fa eco il prof. Filippo Vinale.
“Sono incredibilmente eclettici, passano da un genere all’altro con disinvoltura e ironia”, esclama meravigliato Francesco Martucci, Iscritto a Medicina rivolgendosi allo studente di Scienze della Comunicazione Antonino Marasca. “E’ come vedere un compendio del teatro-canzone degli spettacoli futuristi”, gli risponde con pari entusiasmo l’amico. “Io e mio marito siamo fan di vecchia data della Banda Osiris. Non potevamo perdere quest’occasione”, interviene la dott.ssa Antonia Nastri che lavora nell’Amministrazione della Federico II. “Ciò che conquista non è l’aspetto macchiettistico ma la capacità del gruppo di reinterpretare i brani – afferma il prof. Alberto Di Donato che si dichiara un consumatore onnivoro di generi musicali – La musica mi piace tutta. Sono sempre molto invidioso nei riguardi di chi è capace di produrla. Ho sempre pensato che fare il ricercatore fosse per me un modo di produrre qualcosa di simile”.
Manuela Pitterà
- Advertisement -




Articoli Correlati