La Dsm incontra gli studenti

MATCH (Manufacturing and Technology in Chemistry) è il nome di un corso di formazione gestionale, rivolto a 30 studenti europei di materie chimiche e biotecnologiche (ammessi a partecipare, studenti di Ingegneria Chimica, Ingegneria Industriale, Biotecnologie, Chimica e Chimica Industriale), a non più di un anno dalla laurea magistrale, proposto dalla DSM, una multinazionale olandese con 210 siti dislocati nel mondo e 25mila dipendenti. Nata come società mineraria pubblica (il nome significa Dutch State Mines), e con un passato nel settore petrolchimico, la DSM oggi produce farmaci, prodotti per la nutrizione e nuovi materiali per l’industria. Nel nostro paese ha due sedi, una a Filago, in provincia di Milano, l’altra, più grande, a Capua, dove si producono, prevalentemente, antibiotici. 
Gli studenti, selezionati fra quanti hanno inviato la domanda (la scadenza era fissata al 17 gennaio), seguiranno il corso che si svolgerà dal 5 al 20 aprile.
La presentazione dell’iniziativa si è svolta lunedì 11 dicembre a Monte Sant’Angelo, presso l’aula della Presidenza della Facoltà di Scienze. “La nostra azienda, sta cercando di sviluppare capacità gestionali, anche in persone che hanno una formazione di tipo tecnico, per poter meglio curare il settore delle risorse umane” spiega agli studenti presenti, la dott.ssa Angela Di Lorenzo, laureata in Chimica Industriale e con un Dottorato di Ricerca in Ingegneria Chimica, che lavora da cinque anni nel settore ricerca e sviluppo dell’azienda. Il corso prevede visite a quattro siti aziendali del Nord Europa e una serie di esercitazioni e colloqui, anche informali, volti a valutare la personalità e le attitudini di ogni candidato. Ciascun partecipante avrà un mentore. Il corso si concluderà con un forum finale a Delft, dove la società è nata e dove si trova la principale sede aziendale, durante il quale verranno segnalate almeno 15 persone, da inserire nel comparto produzione. Tutte le spese saranno a carico della DSM. 
Nel corso dell’incontro la testimonianza di alcuni tecnici che hanno raccontato agli studenti il proprio lavoro e il proprio percorso culturale e professionale. Come l’ingegnere chimico Giacomo Scimonetti, in forze alla DSM dal 2001 dopo aver maturato esperienze nel settore della qualità, presso altre grosse aziende. “Coordino un gruppo di venti persone che lavorano ai fermentatori. Seguiamo l’intero percorso di produzione dei farmaci, per convalidarne tanto i processi quanto la sicurezza, non solo  per i lavoratori, ma anche per l’ambiente” dice, vantando il primato di più di 3mila giorni senza incidenti, detenuto dal suo reparto. Carmine Illiano, è, invece, un giovane biotecnologo arrivato in azienda grazie ad uno stage post laurea, “mi occupo dei rapporti con il pubblico, in particolare con i clienti, di solito grosse aziende esterne, alle quali illustro i nostri servizi e i nostri livelli di produzione”. 
Entusiasti i docenti intervenuti alla presentazione. “Questa iniziativa segna la collaborazione con una grossa compagine internazionale, che speriamo possa ampliarsi ancora” dice il prof. Gennaro Marino, Preside della Facoltà di Scienze Biotecnologiche. “È importante che ci siano in Italia delle aziende che si interessano agli studenti. Di solito, almeno nel nostro Paese, le persone che vanno in azienda, dopo un paio d’anni dimenticano da dove provengono, dando luogo ad un distacco, estremamente negativo, con il mondo accademico”  sostiene nel suo intervento il prof. Elio Santacesaria, Presidente del Corso di Laurea in Chimica Industriale. “Quelle che vi vengono offerte oggi, sono opportunità concrete di lavoro, non sottovalutatele”  dice il prof. Antonio Marzocchella, delegato all’orientamento della Facoltà di Scienze Biotecnologiche. 
Le domande da parte degli studenti sono molte, a tutti risponde la dott.ssa Di Lorenzo. 
“Che tipo di contratto sarà proposto alle persone che supereranno la selezione?” chiede un ragazzo. “Chi affronta questo genere di selezione, deve saper essere molto flessibile e pronto ad andare dovunque nel mondo. Il contratto è sottoposto alle normative vigenti nel paese in cui vi trovate”. 
“Ci sono donne tra i direttori di stabilimento?”  vuol sapere una ragazza. “Su più di 200 impianti, le donne che dirigono degli stabilimenti sono un paio. Purtroppo, per noi le cose sono più difficili e sarà così ancora per molto tempo”.
 “Un ingegnere dei materiali, che tipo di impiego può trovare all’interno dell’azienda?” domanda un’altra studentessa. “Nel settore della cura degli impianti o nell’ambito dei processi di produzione di nuovi materiali”. 
Simona Pasquale
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