Marco Travaglio a Scienze Politiche

Marco Travaglio ospite d’eccezione alla Facoltà di Scienze Politiche, per l’ultimo appuntamento del seminario ‘Informazione, comunicazione e pubblicità. Differenze e similitudini’, organizzato dall’associazione studentesca VAMOS presieduta da Rosario Pugliese, rappresentante degli studenti ed esponente di spicco di Confederazione. Travaglio, rappresentante del giornalismo d’inchiesta, è stato accolto nell’aula Spinelli – lo scorso 11 gennaio – da una folta platea studentesca. Le domande che gli studenti hanno in serbo per Travaglio spaziano dal ruolo della stampa alle stragi della mafia all’attuale questione dei rifiuti della Campania. 
Moderato dal giornalista Antonio Iazzetta, il dibattito si concentra proprio su curiosità e critiche dei ragazzi. Si comincia con la questione ‘rifiuti’, della quale Travaglio non si è mai occupato. “Perché un giornalista come lei non si è mai interessato di uno scandalo di queste dimensioni? Cosa pensa dell’operato del Ministro dell’Ambiente Pecoraro Scanio?” chiede uno studente. La risposta a Travaglio il quale premette che “i giornalisti raccontano la realtà, non propongono soluzioni ai  problemi”, poi continua: “non mi sono occupato della questione relativa ai rifiuti semplicemente perché non mi posso occupare di tutto. Ne so quanto voi… personalmente, Pecoraro Scanio non mi è mai sembrato un gigante della politica. Pur volendo, anche da solo non sarebbe riuscito a scatenare il dramma dei rifiuti… l’emergenza non deriva dalla mancanza dei termovalorizzatori, quanto dal fatto che, a Napoli, solo il 5% dei rifiuti viene differenziato…”. Un’altra studentessa, Paola, sposta l’attenzione sulla scena politica italiana. “L’Italia è pronta ad una logica bipolarista?”. “E’ troppo presto per dire se siamo pronti, anche se, in Italia, il bipolarismo c’è sempre stato, è ormai entrato nella testa degli italiani, l’idea del centro mi sembra tramontata”. “Agli occhi della stampa estera, l’Italia appare sempre più un Paese in declino, a causa del forte sbandamento della classe politica. In tutto ciò, che ruolo ha la stampa italiana?”. “La stampa fa parte di questo scenario deprimente e, oggi, l’informazione gioca la partita partecipando al gioco politico, non è solo osservatore imparziale. E’ evidente la crisi dell’informazione televisiva: se i telegiornali si fossero occupati della questione di Napoli allo stesso modo di come si sono occupati del delitto di Cogne, si sarebbe già risolto tutto. Il ruolo dell’informazione è proprio quello di portare alla ribalta i problemi e portarli all’attenzione di coloro che devono risolverli”. 
Non manca qualche quesito sulle stragi di mafia, di cui Travaglio si è sempre occupato. “Borsellino, prima di morire, aveva già scritto che sarebbe stato ucciso. Cosa deve cambiare in politica e magistratura per capire chi sono i mandanti delle stragi?”. “Deve cambiare la classe politica. Quando al potere non ci sarà più nessuno di coloro che c’era durante il periodo in cui si sono verificate le stragi, probabilmente sarà più facile scoprire i mandanti occulti. Il giudice Borsellino ha firmato la sua condanna quando ha cominciato ad interrogare Gaspare Mutolo, primo pentito dopo la strage di Capaci… la pax mafiosa dura dal 1993: segno evidente che Cosa nostra ha ottenuto ciò che voleva. Nel 1993, in un assoluto vuoto politico, nacque il partito Sicilia Sud, per la secessione della Sicilia, che però si è autosciolto con la fondazione di Forza Italia. Ed è proprio dal sangue di queste stragi che nasce la seconda Repubblica. Purtroppo, i mass media non fanno mai percepire agli spettatori quell’area grigia dove si intrecciano stato e antistato, ci sono sempre i buoni da una parte e i cattivi dalla parte opposta altrimenti la gente si confonde…”. Il dibattito si concentra, successivamente, su stampa e informazione. “La stampa riuscirà mai a liberarsi dei finanziamenti pubblici?”, chiede uno studente. “Premetto che sono contrario a tutti i finanziamenti dei giornali di partito. Personalmente, abolirei tutti i finanziamenti che lo Stato attribuisce a pioggia e, a quel punto, controllerei quanto rimane per i giornali di partiti veri…”. Gianluigi pone una domanda critica sull’informazione di tipo scientifico. “Perché l’informazione non è mai scientifica? Si lascia che i bambini di cinque anni assumano psico-farmaci e poi si parla di ‘spinello killer’… le sembra giusto?”. “Premesso che non ho mai provato attrazione per le droghe, né leggere né pesanti, è chiaro che bisognerebbe fare informazioni per distinguere all’interno delle categorie delle droghe stesse… Purtroppo, l’informazione sui farmaci è la più deludente e reticente”. Una delucidazione riguardo la legge sulla privacy e diritto alla riservatezza. “La legge sulla privacy è diventato uno scudo per il potere, – dice Travaglio – ma è totalmente sbagliato. I politici hanno una privacy molto affievolita in confronto ai cittadini privati… in ogni caso è una follia chiedere il permesso per intercettare un parlamentare…”.
Maddalena Esposito
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