Napoli, la città degli avvocati

Cos’è un simbolo? Cosa significa un Palazzo per una città? Quanto valore ha celebrare un emblema? A queste domande risponde il prof. Aurelio Cernigliaro, docente di Storia del Diritto medievale e moderno e Presidente del Corso di Laurea in Giurisprudenza, raccontando come l’edificio dove oggi ha sede centrale l’Ateneo Federico II rappresenti non solo il simbolo dell’Università, ma della rinascita culturale e giuridica di questa città.
Per chi non se lo rammentasse, prima del Corso Umberto, la Facoltà di Giurisprudenza aveva sede al Cortile del Salvatore e prima ancora al Museo Nazionale, ma solo con quel Palazzo del Rettifilo è diventata visibile la  marea culturale che agitava la città.
“Era una questione di carattere culturale, perché quel Palazzo degli Studi era, finalmente, il segno evidente del fatto che Napoli era stata per 800 anni la capitale di un Regno, e che l’imperatore Federico II l’aveva scelta nel XIII secolo come sede del suo Studio, per la centralità culturale che aveva da allora, tutte motivazioni che con l’Unità di Italia sono state azzerate e taciute”, sottolinea il prof. Cernigliaro. 
Se nella seconda metà dell’800 gli avvocati napoletani erano usi formarsi negli studi privati, studiando più a casa che all’università, e dando vita a quelle figure ricordate come ‘i paglietta’, più praticoni che studiosi, con la nascita dell’edificio di Corso Umberto, lo studio accademico ha ripreso la sua centralità.
“Napoli è sempre stata la città degli avvocati, e insieme alla dimensione pratica, verso la seconda metà dell’800, quando cioè si diffuse la cultura tedesca, ci si accorse che la nostra civilitas doveva…
 
Articolo pubblicato sul nuovo numero di Ateneapoli in edicola (n. 18/2015)
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