Necessità e convivialità, a Medicina “il cibo è cultura”

L’alimentazione come necessità di sopravvivenza, ma anche come finestra sulle abitudini di una comunità e di un territorio, è salita in cattedra il 15 gennaio con il seminario interdisciplinare “Il cibo è cultura”. Il simposio, organizzato dai professori Gabriele Riccardi e Angela Albarosa Rivellese, rispettivamente Coordinatori dei Corsi di Laurea in Scienze della nutrizione umana e in Dietistica della Federico II, ha posto l’uno accanto all’altro medici, antropologi e professionisti della ristorazione, ascoltati nell’aula Magna di Biotecnologie per la salute da un centinaio di presenti che hanno mostrato un sincero interesse per la manifestazione. “Questo incontro ci aiuterà ad approfondire aspetti di solito non trattati a lezione. Il cibo non si sceglie sempre con la testa, quindi è importante saper coniugare quello che fa bene con quello che è piacevole”. Così il moderatore della giornata, il prof. Riccardi, ha alzato il sipario su una giornata ritenuta importante da tutto l’ambiente accademico, come sottolinea il prof. Luigi Califano, Presidente della Scuola di Medicina federiciana: “Sono qui oggi per testimoniare il rispetto della Scuola verso i Corsi di Laurea che hanno promosso l’iniziativa odierna. Credo che la civiltà di un Paese dipenda dallo stato di salute dei propri cittadini e quest’ultimo spesso è determinato da una corretta alimentazione”. Ma il cibo non assolve solo alla funzione imprescindibile del nutrimento. È elemento di aggregazione, è fenomeno umano. A spiegarlo, il prof. Marino Niola, antropologo e Direttore del MedEat Research dell’Università Suor Orsola Benincasa: “la cultura umana inizia con l’alimentazione. Importanti invenzioni, dal fuoco alla piastra a induzione, hanno a che fare col cibo. Non a caso coltura e cultura hanno la stessa etimologia”. Sul rapporto cibo-uomo contemporaneo, ha proseguito: “oggi siamo tutto, tranne che onnivori. Il vero problema non è la fame, ma un’abbondanza che fa crescere l’orda dei fondamentalisti che, afflitti da incubi allergenici, rinunciano volontariamente a dei cibi”. Non è mancato un focus sulla…
 
Articolo pubblicato sul nuovo numero di Ateneapoli in edicola (n. 1/2016)
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