Parole al vento… di Fra’ Diavolo

Leggo sul giornale di oggi due notizie. La prima. Imprenditore del nord picchiato dal branco sul molo di Mergellina per aver chiesto un po' di silenzio alle tre di notte. La seconda. Il Presidente Mattarella inaugurerà l'anno scolastico al liceo Sannino di Ponticelli da anni in prima linea per portare tra i ragazzi la cultura della legalità.
Cosa c'entra tutto questo con l'università vi chiederete e si chiederà il mio editore?
Cosa avrà in mente questo fantomatico Frà Diavolo?
Ve lo spiego. In questa terra di frontiera "vita e morte si affrontano in uno straordinario duello". Chi crede che la vittoria della vita, cioè della legalità e della civiltà, si possa ottenere con la repressione, si sbaglia di grosso. Solo la crescita culturale e la prospettiva di un futuro migliore possono indurre i ragazzi della nostra terra a non cedere alle sirene dell'illegalità.
Quindi, la scuola e l'università devono essere in prima linea ed ha ragione il Presidente Mattarella a fare del liceo Sannino di Ponticelli un emblema per la rinascita sociale di Napoli.
Prima di scegliere questa scuola per la sua visita, il presidente ha fatto quella che viene detta una peer review: ha mandato dei funzionari per verificare che il liceo Sannino fosse effettivamente il simbolo della legalità.
Qui viene il nodo. Se questa funzione formativa è così importante dal punto di vista sociale, occorre che siano assegnate a scuola e università le necessarie risorse per svolgere questa funzione. Occorre, ancora, che la capacità di formare sia premiata, indipendentemente dal tempo necessario per farlo e dal valore assoluto dello studente. I docenti di molte delle nostre scuole non saranno i più preparati e i risultati ottenuti nei test INVALSI non saranno i migliori. Eppure ogni ragazzo strappato alla strada vale, a mio avviso, come un diplomato a pieni voti in una regione del Nord.
Insomma, nella formazione scolastica e universitaria occorre evitare scelte liberiste perché garantire la mobilità sociale è la via obbligata per credere nella rinascita del mezzogiorno.
Un tempo, nell'Italia postunitaria, si parlava di alfabetizzazione. Oggi, nell'Italia del ventunesimo  secolo, per larghi strati della popolazione occorre parlare di civilizzazione.
Questa nuova civilizzazione non può essere ottenuta ricorrendo a slogan o aggettivi, del tipo buona scuola e buona università, per indicare riforme epocali, ma restituendo dignità ai docenti e assegnando alla formazione adeguate risorse, in misura almeno uguale a quella degli altri paesi europei.
 
Fra' Diavolo
 
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