Prima donna alla guida del Dipartimento di Matematica

“È stato molto emozionante ricevere la stima dei colleghi. È un grande onore per me ricoprire questo ruolo, in una struttura dedicata ad un matematico così importante, i cui meriti vengono riconosciuti sempre più, anche all’estero, per le idee e gli spunti che ha dato”. Sono le parole della prof.ssa Gioconda Moscariello, prima donna Direttore del Dipartimento di Matematica Renato Caccioppoli. Originaria di Montecorvino Rovello, in provincia di Salerno, cinquantatré anni, due figli, docente di Analisi, oggi si occupa di calcolo delle variazioni. Quando parla degli studi che ha scelto tanti anni fa, dopo il liceo classico, le brillano gli occhi. “I miei genitori avrebbero voluto che mi iscrivessi a Medicina ma a me piaceva la Matematica. Mi incuriosiva il suo aspetto filosofico. Ho comunque potuto scegliere liberamente”. La curiosità: “che ti spinge ad andare avanti con il pensiero, a voler conoscere di più. Se hai passione, questo tipo di lavoro diventa bellissimo e non ti pesa. È bello inventare gli strumenti che ti servono per risolvere un problema. Per me è stato così. Quando mi sono iscritta, non pensavo alla carriera universitaria. Scelsi l’indirizzo generale e mi appassionai sempre di più”. Il lavoro del matematico non conosce interruzioni. “Anche se vai a casa, non stacchi la spina. Continui a riflettere e, spesso, mentre fai qualcos’altro, interrompi per andare a provare nuove idee”. 
Per la docente questo non è il primo incarico di responsabilità. È già stata coordinatore del Dipartimento, ruolo indispensabile in uno dei Dipartimenti di Matematica più grandi d’Italia, diviso tra due Facoltà (Scienze e Ingegneria), articolato in tre sedi (Monte Sant’Angelo, Piazzale Tecchio, Via Mezzocannone) e che gestisce una grande biblioteca. “Il lavoro è in parte semplificato, ma il ruolo del direttore è particolare, perché svolge la sua attività in due Facoltà, con diverse organizzazioni. Tutto si supera, però, quando si sente forte l’appartenenza all’istituzione”. 
Quando le si chiede se c’è stata nella sua carriera una figura di riferimento, un maestro, non ha dubbi: Carlo Sbordone. “Era il mio esercitatore di Analisi, al primo anno. Poi ho fatto la tesi con lui su un argomento, allora ai suoi inizi a Pisa, grazie al prof. Giorni: la Gamma Convergenza, un’astrazione di problemi specifici sull’omogeneizzazione”. Non dimentica, però, di menzionare tutte le persone con cui ha sviluppato rapporti di collaborazione, o amicizia, all’interno del Dipartimento: Trombetti, Fusco, Ferone. Dei suoi inizi ha un bel ricordo. “Sono stata per tre anni a Salerno e sono ritornata alla Federico II, richiamata dal preside di Ingegneria che allora era Volpicelli. L’impatto non è stato semplice, perché la mentalità è diversa, ma tutto si supera, basta mettersi in sintonia con gli altri. Il confronto mi ha spinto a esplorare altri ambiti”.
Parla anche di questi tempi, del calo di iscrizioni di cui alcuni Corsi di Laurea, tra cui Matematica, hanno sofferto – “non credo si tratti di disamore per la Matematica. Ad Ingegneria, incontro molti studenti appassionati di questa materia, con grandi curiosità, ma mi rendo conto che vengono attratti da un Corso che, forse, offre più scelte, anche se molti matematici lavorano in industrie e banche, spesso con grandi soddisfazioni economiche”- e delle difficoltà finanziarie che affliggono l’università e la ricerca – “la scarsità di fondi influisce sull’acquisto di riviste per la Biblioteca Carlo Miranda, il nostro fiore all’occhiello, e sulla possibilità di promuovere iniziative e convegni. Persino la manutenzione è difficile, senza dimenticare che molti colleghi stanno andando in pensione e le risorse che si liberano non tornano indietro e i concorsi da ricercatore sono bloccati”-. 
(Si. Pa.)
- Advertisement -




Articoli Correlati