Tra le 16 lauree delle Professioni Sanitarie, Infermieristica, Infermieristica pediatrica e Ostetricia offrono un maggior numero di posti disponibili. Gli esami più impegnativi del I anno sono Anatomia, Fisiopatologia e Patologia Generale. “Queste materie di base fanno la differenza con i vecchi operatori; sono le discipline che forniscono il supporto teorico all’attività pratica. Gli infermieri di oggi hanno un bagaglio culturale superiore, per esempio conoscono la chimica”, afferma il prof. Nicola Scarpato, Presidente del Corso di Laurea in Scienze Infermieristiche che dispone di circa 300 posti divisi nei vari Poli periferici della Federico II.
Nelle lauree professionalizzanti il tirocinio è contestuale all’apprendimento teorico. La pratica inizia già dal primo anno: gli studenti di Infermieristica cominciano a prendere contatto con la vita delle corsie, ad occuparsi della gestione dei pazienti, ad effettuare i primi prelievi. “Quest’anno vorrei farli esercitare con simulazioni sui manichini prima dell’ingresso vero e proprio in reparto”, dichiara il prof. Scarpato.
L’esame di laurea è abilitante alla professione; ciò significa che i laureati possono immediatamente lavorare. I dati dell’occupazione sono buoni ma purtroppo solo fuori della Campania. “Spendiamo molto per preparare questi giovani. E’ un peccato che poi li facciamo utilizzare da altri. E’ un costo che grava pesantemente sulla collettività – asserisce il professore, sostenendo che le Regioni in cui è più facile trovare impiego siano l’Emilia, la Toscana, il Friuli e la Lombardia. La carenza di professionisti del settore si fa sentire anche negli ospedali e nelle cliniche campane, tuttavia, nella nostra Regione, le assunzioni rimangono bloccate: “Gli Enti pubblici riducono le attività, accorpano le strutture, ricorrono allo straordinario. I posti ci sarebbero ma non ci sono le risorse per impiegarli”.
Tra i requisiti del bravo infermiere vi deve essere senz’altro la capacità di stabilire un rapporto di empatia con l’ammalato: “L’infermiere deve essere esperto anche dal punto di vista psicologico ed avere un bagaglio sociologico importante perché spesso le difficoltà del paziente sono legate alle condizioni socioeconomiche – rileva il professore – Una volta si pensava che dovesse essere bravo nelle pratiche manuali. Invece, per assolvere a pieno le sue funzioni, deve essere la persona a cui il malato fa riferimento con i suoi vissuti e i suoi bisogni”. Il professore ritiene che l’infermiere sia una figura centrale del Sistema Sanitario: “Da quando ho avuto la Presidenza del Corso, il mio obiettivo è sempre stato quello di formare dei professionisti. I ragazzi hanno tanta voglia di imparare. Quando si investe su di loro danno grandi soddisfazioni”.
Nelle lauree professionalizzanti il tirocinio è contestuale all’apprendimento teorico. La pratica inizia già dal primo anno: gli studenti di Infermieristica cominciano a prendere contatto con la vita delle corsie, ad occuparsi della gestione dei pazienti, ad effettuare i primi prelievi. “Quest’anno vorrei farli esercitare con simulazioni sui manichini prima dell’ingresso vero e proprio in reparto”, dichiara il prof. Scarpato.
L’esame di laurea è abilitante alla professione; ciò significa che i laureati possono immediatamente lavorare. I dati dell’occupazione sono buoni ma purtroppo solo fuori della Campania. “Spendiamo molto per preparare questi giovani. E’ un peccato che poi li facciamo utilizzare da altri. E’ un costo che grava pesantemente sulla collettività – asserisce il professore, sostenendo che le Regioni in cui è più facile trovare impiego siano l’Emilia, la Toscana, il Friuli e la Lombardia. La carenza di professionisti del settore si fa sentire anche negli ospedali e nelle cliniche campane, tuttavia, nella nostra Regione, le assunzioni rimangono bloccate: “Gli Enti pubblici riducono le attività, accorpano le strutture, ricorrono allo straordinario. I posti ci sarebbero ma non ci sono le risorse per impiegarli”.
Tra i requisiti del bravo infermiere vi deve essere senz’altro la capacità di stabilire un rapporto di empatia con l’ammalato: “L’infermiere deve essere esperto anche dal punto di vista psicologico ed avere un bagaglio sociologico importante perché spesso le difficoltà del paziente sono legate alle condizioni socioeconomiche – rileva il professore – Una volta si pensava che dovesse essere bravo nelle pratiche manuali. Invece, per assolvere a pieno le sue funzioni, deve essere la persona a cui il malato fa riferimento con i suoi vissuti e i suoi bisogni”. Il professore ritiene che l’infermiere sia una figura centrale del Sistema Sanitario: “Da quando ho avuto la Presidenza del Corso, il mio obiettivo è sempre stato quello di formare dei professionisti. I ragazzi hanno tanta voglia di imparare. Quando si investe su di loro danno grandi soddisfazioni”.
Logopedia, un
Corso ambito
Corso ambito
I Corsi più ambiti da coloro che superano il test d’accesso sono Fisioterapia e Logopedia, che aprono la strada a due professioni molto richieste, sia nei centri convenzionati sia negli Enti universitari della Campania. “Credo che i ragazzi prediligano la logopedia perché dà buoni risultati sugli ammalati – afferma il prof. Vieri Galli, Presidente del Corso di Laurea in Logopedia – E’ gratificante sentire di aver risolto un problema facendo rientrare una patologia, vedere che dopo un intervento di laringotomia un ammalato ricomincia a parlare”.
L’organizzazione è eccellente, le lezioni sono accurate, i docenti disponibili e tutti i ragazzi fanno un buon tirocinio. Lo studente ideale non solo deve avere passione per questo mestiere ma “deve saper parlare bene; il rotacismo non è preferibile”. Tra i docenti il professore ci tiene a ricordare la presenza del dott. Ugo Cesari del Dipartimento di Scienze Odontostomatologiche e maxillo facciale: “E’ uno specialista della fisiopatologia della voce cantata. Molti cantanti famosi, sia di lirica sia di musica pop, dopo un intervento ricorrono a lui”.
L’organizzazione è eccellente, le lezioni sono accurate, i docenti disponibili e tutti i ragazzi fanno un buon tirocinio. Lo studente ideale non solo deve avere passione per questo mestiere ma “deve saper parlare bene; il rotacismo non è preferibile”. Tra i docenti il professore ci tiene a ricordare la presenza del dott. Ugo Cesari del Dipartimento di Scienze Odontostomatologiche e maxillo facciale: “E’ uno specialista della fisiopatologia della voce cantata. Molti cantanti famosi, sia di lirica sia di musica pop, dopo un intervento ricorrono a lui”.