Un convegno sulla città per ricordare il prof. Persico

La Facoltà di Sociologia ha dedicato una giornata di studio – il 14 febbraio –  in ricordo del professor Giovanni Persico, ad un anno dalla sua scomparsa. E lo ha fatto discutendo su una delle tematiche a lui più care: la città. “Quando abbiamo saputo che il prof. Persico non sarebbe più tornato, siamo rimasti molto scossi  – dice la Preside Enrica Amaturo in apertura della giornata – e sull’onda dell’emozione, l’anno scorso, abbiamo organizzato un incontro per ricordare il lato umano di Giovanni. Successivamente, ragionandoci su, ci è sembrato giusto che la Facoltà lo ricordasse anche per la sua figura di scienziato sociale. Da queste considerazioni, è nata l’idea di una giornata di studi durante la quale sfioreremo temi a lui molto cari”. 
La giornata di studi è iniziata con la relazione della prof.ssa Amalia Signorelli “Città è libertà” ed è proseguita poi con gli interventi dei professori Fortunata Piselli, del Federico II, (“Jane Jacobs: il capitale sociale delle città”), Ezio Marra, dell’Università di Milano Bicocca (“Nuove immagini della città”), Gianfranco Pecchinenda, Direttore del Dipartimento di Sociologia, Enrico Pugliese, del Federico II – CNR (“Le lotte sociali a Napoli”), Osvaldo Pieroni, dell’Università della Calabria (“La città rifiutata”), Fabio Amato, de l’Orientale e Anna Maria Zaccaria, docente di Sociologia, con “Riflessioni finali a partire da: Il suono delle sirene spente”. Fotografie bellissime di Gianfranco Irlanda, tra l’altro laureato in Sociologia. Presenti, in aula, anche la moglie Fernanda e un figlio del prof. Persico. 
“Il prof. Persico era un sociologo urbano – dice la prof.ssa Zaccaria, che ha curato l’organizzazione della giornata – si è occupato di temi scottanti come la dismissione di Bagnoli, il contrabbando di sigarette… la città, quindi, era il suo argomento preferito. E’ stata una giornata molto stimolante dal punto di vista scientifico”. Unica nota dolente: pochissimi gli studenti presenti in aula, forse un paio se escludiamo i dottorandi. “Gli studenti preferiscono non seguire i seminari che non danno diritto a crediti formativi. – spiega la Zaccaria – Non comprendono ancora che lo studio universitario non si risolve nel sostenere solo gli esami. Giornate come questa sono importanti occasioni di arricchimento e confronto, in quanto abbiamo ospiti studiosi di spessore…”. 
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