Una petizione per il giovane medico licenziato dal Cardarelli

Una raccolta di firme organizzata dagli studenti di Confederazione a sostegno di Luigi Ricciarelli, il medico licenziato a seguito dell’incidente che il 17 di agosto ha portato alla morte di un paziente del Cardarelli. Proprio nella notte di quel giovedì di agosto, infatti, un uomo in degenza su una barella nel reparto di Chirurgia dell’Ospedale è morto dopo essere caduto dalla lettiga; l’infermiere del reparto ha subito chiesto l’intervento del medico di guardia, il dott.Ricciarelli, che però non è arrivato in tempo per salvare il ricoverato. Sono immediatamente partiti dei provvedimenti per omicidio colposo nei confronti del medico, del direttore sanitario, il dottor Matarazzo, e del direttore generale dell’Ospedale, dottor Iovino, ma, a differenza di questi ultimi due, solo il dott.Ricciarelli è stato licenziato in attesa della sentenza.
“Purtroppo è qui che Dike, l’antica dea della giustizia, forse sotto il peso dei suoi millenari impegni, ha serrato le stanche palpebre, lasciando che a rimetterci fosse solo il medico di guardia – si legge così nella petizione presentata da Confederazione- Infatti il manager Iovino e il Direttore Sanitario, su consiglio del legale aziendale, hanno sottoscritto una delibera di rescissione dell’avviso pubblico per il medico che si trova ad oggi nell’impossibilità di operare in azienda dopo aver vinto regolare concorso annuale. In pratica, i due responsabili, prevaricando le decisioni del Tribunale che non si è ancora pronunciato sulla vicenda, trasformandosi da accusati ad accusatori, hanno operato una vera e propria caccia alle streghe e hanno lanciato in preda alla stampa come capro espiatorio il giovane medico, nonostante essi stessi  più volte già sotto accusa dell’Assessore Regionale Montemarano per l’annosa questione delle barelle”.
Vincitore di un avviso pubblico, il trentasettenne medico, già dipendente dell’Asl Napoli 4 e presidente dell’associazione Giovani Chirurghi della Campania, si è visto, così, togliere il suo impiego anche se ancora non  sia stata emessa una sentenza a suo svantaggio.
“Questo genere di provvedimenti- denuncia Pasquale Rescigno rappresentante degli studenti di Medicina e promotore dell’iniziativa- va contro le regole sindacali della sanità che prevedono, in questi casi, la sospensione, ma non il licenziamento”. 
Si può sbagliare –asseriscono i sostenitori della petizione- “ma finché non c’è una condanna definitiva di un tribunale, ci appare prevaricatorio e ingiusto dare una sentenza di colpevolezza”. 
L’istanza ha raccolto nel giro dei soli primi tre giorni 250 adesioni.
- Advertisement -




Articoli Correlati