Uno strumento testato da 300 studenti di Ingegneria Gestionale ‘Collaboratorium’, piattaforma virtuale sperimentata dai professori Iandoli e Zollo

Internet come punto di riferimento, luogo in cui si pubblicano conoscenze e si dibatte su temi controversi ma di grande rilevanza, come il cambiamento climatico. E’ questo lo scopo finale di ‘Collaboratorium’, una piattaforma virtuale sperimentata per la prima volta alla Facoltà di Ingegneria del Federico II, grazie alla collaborazione dei professori Luca Iandoli e Giuseppe Zollo, rispettivamente docente di Economia e organizzazione aziendale e Gestione aziendale alla Facoltà di Ingegneria, con il Centro per l’Intelligenza Collettiva del MIT (Massachusetts Institute of Technology) che ha sede a Boston. I primi a sperimentare questo strumento, che introduce novità rispetto ai forum di tipo tradizionale, sono stati trecento studenti iscritti al Corso di Laurea Specialistica in Ingegneria Gestionale del Federico II. Il prof. Iandoli ci spiega ciò che ha caratterizzato questo lavoro, di cui si è parlato anche sulle pagine della SLOAN Management Review, il periodico del MIT lo scorso gennaio. “‘Collaboratorium’ è una piattaforma che si sviluppa in modo diverso rispetto ad un qualsiasi forum di tipo tradizionale, perché è basata su teorie dell’argomentazione. Ciò significa che l’informazione è sia testuale che visuale: sulle schermo, oltre al testo, è possibile vedere mappe che schematizzano l’argomento trattato. Gli utenti possono immettere quattro tipi di informazione: domande, idee e argomentazioni pro e contro. Si sviluppa, in questo modo, un discorso a catena costruito da svariate opinioni su una tematica specifica, di cui l’utente dovrebbe avere una percezione immediata, nel momento in cui visualizza la schermata”. Veniamo al test degli studenti di Ingegneria. “I trecento studenti che hanno testato per la prima volta ‘Collaboratorium’ hanno affrontato il tema relativo all’uso dei biocarburi. Ciò che più ci interessava era vedere come la piattaforma era usata nella pratica. I risultati sono stati incoraggianti: all’inizio, i ragazzi non hanno colto la novità, ma, in seguito, hanno saputo dare un’adeguata rappresentazione del dibattito. Pur essendo quello dei biocarburi un tema sul quale non hanno una grande preparazione, sono stati pubblicati 1200 articoli nelle prime due settimane che sono diventati 2400 al termine delle tre settimane di sperimentazione”. L’ambizioso progetto di applicare ‘Collaboratorium’ al problema del cambiamento climatico passa per vari test. Ora, una versione migliorata della piattaforma viene utilizzata all’Università di Zurigo, per poi poter proseguire con ulteriori miglioramenti. “Ci siamo resi conto che un aspetto da curare molto è quello grafico, che deve essere accattivante…”. L’obiettivo primario, dunque, è quello di usufruire di internet per sfruttare l’intelligenza collettiva. Oltretutto, “il tema del cambiamento climatico – conclude Iandoli – si presta bene alle caratteristiche della piattaforma, in quanto è un argomento controverso che genera svariate opinioni, conflitti e punti di vista che possono convivere senza distruggersi”.
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