Valutazione e certificazione di qualità

Un progetto triennale, finanziato dalla Comunità Europea, attraverso la Regione Campania, articolato in una rete di sottoprogetti. Questo è Campus Campania (figlio dell’analogo programma denominato Campus One). Lunedì 10 dicembre, presso il Centro Congressi di Monte Sant’Angelo, è stato presentato il rapporto finale dell’iniziativa sulla valutazione, curata dalla prof.ssa Silvana Saiello e dal dott. Giovanni Torrese. “Il nostro obiettivo era un’azione di sistema che coinvolgesse l’intero ateneo, per diffondere la cultura della valutazione e dell’autovalutazione dei Corsi di Laurea” spiega il ricercatore. Obiettivo finale del processo, raggiungere la certificazione di qualità della didattica. Questa è la novità. Certificazioni del genere esistono già per servizi e strutture, ma non per l’insegnamento. Gli enti certificatori sono molti, ma l’unico in Italia ad avere una metodologia riconosciuta a livello europeo è la Fondazione CRUI, un’agenzia per l’innovazione universitaria nata nel 2001. I parametri sui quali si basa la valutazione sono vari: risorse, sia umane che finanziarie, percorso didattico, progettazione del Corso stesso. Presenza del comitato di indirizzo, previsto dalla riforma, che deve essere formato da docenti e rappresentati delle imprese e risultati, in termini di carriera, degli studenti.  L’intera procedura si articola in tre fasi, nel corso delle quali l’ente svolge una lettura critica dei dati raccolti. Il processo si conclude con un’ispezione finale. Esistono due tipi diversi di certificazione. L’adozione del modello che dura due anni e non è più replicabile e la certificazione di qualità, basata sui criteri ISO, che dura sei anni ed è rinnovabile. “Il modello è nato nel 1996, insieme al progetto Campus e tutti i membri del comitato di certificazione, alcuni dei quali hanno lavorato con noi sin dagli inizi, hanno dovuto superare un esame tutt’altro che semplice” dice Barbara Vacca coordinatrice della segreteria tecnica della Fondazione CRUI. I dati sono pubblici. I Corsi coinvolti sono molti; uno ha già ottenuto la certificazione di qualità: si tratta del Corso di Laurea in Controllo di Qualità della Facoltà di Farmacia, la cui classe è coordinata dal prof. Giovanni Caliendo. “Per chi ha svolto questo lavoro, l’adeguamento in base alla 270 è più semplice” commenta al riguardo la prof.ssa Anna Aiello. Altri sette sono in via di certificazione: Tecnologie Alimentari, Statistica e Informatica per l’Economia, Informazione Scientifica per il Farmaco, Biologia Generale e Applicata, Ingegneria Elettronica, Ingegneria Meccanica, Culture Digitali e della Comunicazione. Accanto a questi, altri tre hanno svolto una prima lettura critica; si tratta di Lettere Classiche, Erboristeria e Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio. “L’idea è quella di lasciare all’ateneo dei risultati utili e trasferibili” dice la prof.ssa Saiello. Il metodo di indagine prevede di monitorare un gruppo definito di studenti nel corso di tutta la loro carriera universitaria. Il sistema utilizzato per svolgere questa prima selezione si chiama GEDAS ed è stato messo a punto dal Centro Servizi Informatici dell’Ateneo. Adesso, tutte le segreterie possono accedere alle informazioni. Accanto alla procedura informatica, ne è stata avviata anche una culturale che ha permesso di formare, presso tutti i Corsi di laurea, un manager della didattica. “La valutazione ha dei costi elevati. Tutti gli organismi devono prendere l’impegno, a cominciare dai vertici. Per questo abbiamo pensato che, nella relazione, devono essere indicati i punti di debolezza e di forza dei Corsi, con delle proposte di intervento. Altro punto nevralgico, la raccolta dei dati statistici. L’ateneo non ha ancora messo a punto un sistema di raccolta e di pubblicazione dei dati”, dice il prof. Lucio Nitsch nella duplice veste di membro della cabina di regia della Fondazione e del Nucleo di Valutazione di Ateneo. “Un sistema di certificazione è efficace se diventa elemento di gestione e non esercizio burocratico. Serve una rivoluzione dal punto di vista procedurale, per innescare dei cambiamenti nei comportamenti. Dopo sei anni di lavoro, i numeri non sono confortanti”, afferma il prof. Giuseppe Zollo. La prof.ssa Simonetta Bartolucci è molto contenta del lavoro svolto, ma esprime dei dubbi: “non bastano solo pochi volenterosi che lavorano per la comunità. Serve l’interesse dell’intera comunità. Non ci si inventa in qualità, si parte dall’esistente, ma non so se dei buoni processi danno dei buoni prodotti”. “La nostra Facoltà non è abituata a lavorare con i numeri. Devo dire che certe questioni sembravano tarate su sistemi di tipo scientifico o aziendale. Abbiamo delle difficoltà, perché non sappiamo come ottemperare ai rilievi. Dovremmo attivare dei Master, o svolgere delle formazioni professionali, ma ufficialmente non abbiamo profili definiti e dobbiamo correre perché, altrimenti, non avremo mai la certificazione” afferma Gioia Rispoli, membro del Nucleo di Valutazione del Corso di Laurea in Lettere Classiche. All’incontro ha partecipato anche Vincenzo Tucci, direttore del centro qualità di Salerno. “Undici strutture di ricerca hanno già ottenuto certificazioni di tipo ISO 9000. I Corsi certificati sono ventisei. Le debolezze riscontrate sono riconducibili alla gestione dell’attività di riesame, non sempre percepita come importante”. “Il sistema non è permeabile, fa resistenza. I docenti non amano essere giudicati e l’esponente del mondo del lavoro che abbiamo coinvolto non è potuto intervenire a tutti gli incontri. Se mi è permesso un rilievo, il manuale messo a disposizione è estremamente corposo, non tutti sono invogliati e leggerlo” afferma Adriana Brancaccio della Facoltà di Ingegneria della SUN. “Mi tremano i polsi al pensiero di trasferire parte di questi dati da noi. Fino ad ora non ci siamo mai occupati di didattica. La proposta ci riempie di orgoglio, ma bisognerà formulare un progetto condiviso anche dai colleghi” sostiene nel suo intervento Michele Russo, direttore del Centro Qualità di Ateneo presso la Federico II. Hanno presenziato all’apertura dei lavori il dott. Salvatore Mosca, dell’Assessorato alle Politiche Giovanili della Regione, il Presidente del Polo delle Scienze e delle Tecnologie Massimo D’Apuzzo e il Rettore Guido Trombetti.
Simona Pasquale
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