Voti bassi e molte stroncature agli esami

Ancora tempo d’esami a Giurisprudenza. Lunedì 4 febbraio, ore 9:00: esame di Procedura Civile della cattedra del prof. Renato Oriani. Appena varcata la soglia dell’aula si viene travolti da un brusio di sottofondo. Gli studenti si scambiano informazioni, si confrontano sui manuali studiati, raccontano le esperienze già avute con questa cattedra. Inizia l’appello e con esso le prime domande: art. 99 e art. 112 del Codice di Procedura Civile, organi giudiziari, la commissione, il litisconsorzio, la sublocazione, intervento adesivo-dipendente, la nullità, conseguenza della terza posizione del soggetto, esempio di decorso amministrativo. Dopo circa venti minuti arrivano i primi risultati: dei sei studenti alla cattedra solo tre sono stati promossi, il resto va a casa. Per alcuni c’è la possibilità di tornare a marzo, si tratta di colmare delle piccole lacune, per altri invece occorrerà aspettare la sessione estiva. Trascorrono i minuti ed il numero dei bocciati aumenta, dopo un po’ supera di gran lunga quello dei promossi. “Non è possibile – esclama Ornella, studentessa della Magistrale – superiamo tanti esami e alla fine ci fossilizziamo su questo. Mi manca poco per laurearmi ma non riesco ad andare avanti. Riconosco la difficoltà della materia ma evidentemente c’è qualcosa che non va in come è strutturato l’esame”. Di parere concorde Luca: “Non siamo studenti stupidi o poco volenterosi, semplicemente l’esame è difficile e non viene fatto nulla per aiutarci. Da anni assistiamo inermi alle sedute aspettandoci la bocciatura di rito. Bisognerebbe incominciare a far sentire la nostra voce”. Parole dure che vengono condivise dal folto gruppo di ragazzi che è lì per assistere agli esami. E’ già difficile accettare una bocciatura, figuriamoci se poi è la terza-quarta volta che si rivive la stessa esperienza. Gli studenti della quadriennale sono quelli più motivati. “Ormai siamo gli anziani della Facoltà – dice Raffaele – e vorremmo andare via. Ma la diffidenza dei professori nei nostri confronti è notevole. Per noi le bocciature sono ancora più frequenti”. Gli studenti della quadriennale si sentono svantaggiati, da anni aspettano dei cambiamenti che non arrivano mai. “Sono stato appena promosso – esulta Giancarlo Ambrosino della quadriennale – ma sono al secondo tentativo. Il voto è un po’ basso, 21, ma non mi lamento. Sono stato fortunato, è solo la seconda volta! Però i professori dovrebbero interrogarsi: perché la maggior parte degli studenti non riesce a superare l’esame? In fin dei conti non è un problema imputabile solo a noi ragazzi…”. Ma c’è sempre l’eccezione che conferma la regola. Marina, studentessa della Magistrale è raggiante per il 27 appena conquistato: “Sono felice – conferma la studentessa – So che verrò additata come la secchiona di turno, ma non è così. Basta studiare in maniera continua senza perdere tempo. Sono cinque mesi che studio e alla fine sono stata ripagata dello sforzo. Non c’è alcun mistero, solo tanto lavoro alla base”. 
Il voto 
medio è 23
Ore 14:00, esami di Procedura Civile, cattedra prof. Modestino Acone. Le prime domande: azioni costitutive, improcedibilità, inammissibilità della domanda, rito del lavoro, impugnazione della convalida di sfratto, giudizio di opposizione, regolamento di giurisdizione di competenza. Dopo i primi minuti ci accorgiamo che le cose vanno decisamente meglio. Come al solito non ci sono voti alti, ma le bocciature non sono così frequenti. “Siamo fortunati ad appartenere a questa cattedra – commenta un gruppo di studenti – non è sicuramente una delle più temibili”. Quello che stupisce però sono i voti molto bassi, è possibile che tutti gli studenti siano ad un livello così mediocre? “Ce lo chiediamo anche noi – dice Elia Palombo della Magistrale – non nego che vi possano essere studenti con una preparazione mediocre, ma non è possibile che tutti siano allo stesso livello. Non abbiamo una preparazione standardizzata, eppure il voto medio è 23”. “Troppi pregiudizi attorno a questa materia – incalza Valentina – Per anni ci hanno inculcato la difficoltà dell’insegnamento, senza però darci soluzioni idonee per affrontare il problema. Com’è possibile che la maggior parte di noi non raggiunge il sospirato 18? Per non parlare poi dei voti sempre uguali, ormai i professori non si discostano oltre la soglia del 24, c’è qualcosa che non va . E non  solo in noi studenti”. 
Penale: occorrono
seminari e corsi integrativi
L’altra faccia della Procedura è quella Penale. Gli esami vengono svolti con estrema calma. La materia, seppur importante e formativa, non desta forti preoccupazioni. Le domande della cattedra del prof. Guido Pierro: protagonisti del giudizio penale, il giudice, il pubblico ministero, la difesa, l’imputato, il processo, il procedimento, l’imparzialità del giudice art. 111 Cost, organi giudicanti. Voti bassi si alternano a voti alti, ci sono pochissimi bocciati, sembra di essere in un’altra Facoltà. “L’esame è di facile comprensione – dice Elisa Fascelli – Basta studiare e in tre mesi hai una preparazione ottima. La materia è appassionante, ti coinvolge, mentre la studi fai continui riferimenti alla realtà e questo ti aiuta. Poi puoi aspirare ad un voto alto. Io ho preso 25, ma molti miei colleghi sono arrivati anche al 30. Niente di paragonabile all’esame di Civile”. Unica nota stonata la vastità dell’argomento e la mancanza di possibilità di approfondimento. “Purtroppo durante il corso non si riesce a trattare tutto il programma – dice Fabrizio Fasano – e questo diventa deleterio perché il diritto penale è sempre in aggiornamento. A volte siamo costretti a fare le parti più ostiche da soli e diventa penalizzante all’esame. Per Procedura Civile ci sono seminari e corsi integrativi, perché non sono previsti anche per Penale? In questa Facoltà si tende a dare importanza solo ad alcune materie, le altre considerate ‘fattibili’ vengono un po’ tralasciate e non è assolutamente giusto”. 
Ad Economia 
non si può barare
Problemi sono da segnalare agli esami di Economia Politica della cattedra del prof. Antonio Murolo. Curva IS/LM, investimenti, lo spiazzamento, l’oligopolio, l’occupazione secondo i Keynesiani, il modello neoclassico completo, il concetto di Pil, gli ammortamenti, la teoria del moltipilicatore: gli argomenti più richiesti. Ci sono voti bassi ed alcuni bocciati. Tra i ragazzi vi è la solita confusione tra grafici, formule e teorie. “A volte si fa l’errore di confondere l’esame con una prova di matematica – dice Silvio Giugolo – Si viene qui con il terrore di confondere i grafici, in realtà tutto scaturisce da un ragionamento logico e se si capisce la teoria tutto diventa semplice”. Di parere concorde Maria Lucignano: “Economia non è un esame impossibile, come spesso erroneamente si crede. Occorre un giusto approccio alla materia. Io, ad esempio, ho seguito in Dipartimento e grazie ai collaboratori ho cominciato a fare degli schemi per evitare di confondere i grafici. Man mano ho cominciato a schematizzare anche nella mia mente ed i risultati oggi si vedono: 26!”. Il buon esito della prova sembra scaturire dalla qualità dello studio. Non è importante quanto si studia ma come si studia. “Purtroppo sono stato bocciato – dice Paolo – ed ho studiato tanto. Evidentemente il mio studio era in prevalenza mnemonico e questo mi ha penalizzato. I professori all’esame sono molto pignoli e chiedono mille spiegazioni. Qui non si può barare, la materia deve essere prima capita e poi assimilata, altrimenti non c’è possibilità per una cattedra così difficile ed esigente”. 
Agli esami di Istituzioni di diritto romano, cattedra del prof. Vincenzo Giuffrè, c’è un’aria completamente diversa. Le matricole, seppur spaventate, non vengono sopraffatte dall’ansia. Il primo esame va sempre affrontato con calma e con un po’ di incoscienza. Il processo romano, la proprietà in generale, la successione, le donazioni, il matrimonio e il dolo gli argomenti più gettonati. E’ un susseguirsi di voti alti e di facce soddisfatte.  “Sono molto contenta – dice Carla – È il mio primo esame e mi porto a casa un bel 30. L’importante è studiare, il resto viene da sé”. “Un consiglio che ho seguito – spiega Alessandra – è quello di frequentare il dipartimento. I collaboratori mi hanno aiutato ad utilizzare un linguaggio più tecnico e mi hanno consigliato sul metodo di studio. Poi i termini in latino sono di facile interpretazione e l’esame è davvero interessante. Questo è il primo approccio col mondo giuridico, qui conosciamo quei termini che poi ritroveremo nel prossimo semestre con l’esame di diritto privato”.
Susy Lubrano
- Advertisement -




Articoli Correlati