Zeng, Aliona e Iliriana, studenti a Napoli per amore dell’economia

Sono stranieri, vengono da paesi a volte lontanissimi. Hanno in comune la passione per l’economia, la voglia di imparare e di mettersi in gioco. Hanno scelto Napoli per convenienza, casualità, o curiosità e dovunque andranno in futuro, porteranno il nome della Federico II nel mondo. Queste sono le loro storie.
Zeng Cheng Hu
“Non conoscevo questo paese e volevo saperne di più. Ho scelto Napoli perché tutti dicevano che la città è bellissima e l’università famosa. Sono qui da agosto e sono molto contento, l’università mi piace molto e anche la città e il vulcano sono belli” dice Zeng Cheng Hu (o, come si dovrebbe dire Hu Zeng Cheng, con il cognome prima del nome), un ragazzo cinese venuto a studiare a Napoli alla Facoltà di Economia, Corso di Laurea in Imprese e Mercati. Diciotto anni, aria modaiola fintamente trascurata, un sacco di accessori tecnologici e un berretto bianco che non si toglie durante tutta l’intervista, nemmeno per farsi riprendere. Conosce ancora meglio l’inglese che l’italiano, ma impara in fretta ed ha con sé due o tre dizionari, nemmeno troppo tascabili, cinese-italiano e cinese-inglese (“durante l’università imparerò anche un’altra lingua: francese o tedesco”). E’ di Changsha, il capoluogo dell’Hunan, una provincia dell’entroterra meridionale, grande quanto l’Italia. È venuto per fare un’esperienza all’estero, imparare un’altra lingua per poi tornare un giorno in patria e mettere a frutto le conoscenze acquisite. Ha già visitato alcune mete, più o meno prossime, per conoscere meglio la realtà in cui si trova: Roma, Firenze, Salerno, Aversa. Nei prossimi anni vorrebbe visitare la Svizzera, la Germania, la Francia. “Credo che studiare in un’altra lingua sia una sfida e ce la voglio fare in cinque anni”. Ha scelto Economia perchè è una materia interessante e più vicina alle sue capacità. “Non amo la Matematica e qui non ce n’è troppa, sono pochi gli esami in cui se ne studia tanta” dice indicando il testo di Microeconomia scritto in cinese che ha davanti. “Quando parlerò bene l’italiano, comincerò con il Diritto” scherza. È venuto a Napoli con una sua compagna di scuola ma già ha fatto amicizia al corso. “Dopo le lezioni chiedo gli appunti ai miei amici, li fotocopio, poi li copio e traduco. In questo modo sono lento ma imparo molte parole”. Ha molti piani il suo futuro, tra i quali c’è anche la prospettiva di diventare modello e soprattutto lavorare per una compagnia straniera, in una grande città come Roma, Milano, Pechino o Hong Kong. La nostalgia di casa si fa sentire e, di recente, nel periodo di pausa delle lezioni, è tornato un mese a casa. “Ora va un po’ meglio e quando sento la mancanza, telefono. Mia madre dice che quando completerò i primi tre anni verrà qui a dare un’occhiata”. L’impatto culturale è stato abbastanza positivo, nonostante le differenze – “la lingua soprattutto e poi il cibo… assolutamente diverso dal nostro, però mi piace”-. Obiettivo del futuro? “Fare un sacco di soldi, guidare una Lamborghini, portare la mia famiglia a vivere con me in una villa. Lo so, è difficile ma mia madre dice sempre: dove c’è volontà c’è strada”.
Aliona Lupu
“Sono venuta a Napoli a 19 anni perché c’era mia madre. Per motivi burocratici ho impiegato un anno ad ottenere il visto e così ho cominciato a seguire l’università nel mio paese. Non sapevo bene cosa fare, così mi sono iscritta ad un corso di Informatica e Lingue”. Aliona Lupu ha 25 anni, viene da Kischinev, capitale della Moldavia, e si è appena laureata in Finanza alla Federico II con 110 e lode. Ha l’aria rilassata di chi si è tolto un gran peso, è socievole, allegra, arriva con il Sole 24 Ore sotto braccio e riesce anche a farsi raccontare qualcosa da chi l’intervista. “I primi tempi qui non sono stati facili. Mi ero iscritta ad Informatica, ma non mi piaceva, non conoscevo l’italiano ed ero molto più timida di ora. Così dopo il primo semestre, sono tornata in Moldavia per starmene un po’ da sola a riflettere. Mi sono sempre piaciute le materie scientifiche ed ho sempre avuto uno spirito imprenditoriale. Leggevo i giornali economici già prima di iscrivermi ad Economia e volevo una laurea all’estero. Così sono tornata e mi sono iscritta al Corso di Finanza”. È felice del percorso scelto e degli incontri, sia personali che culturali. “Ormai mi sento molto italiana, soprattutto molto napoletana. Dalle mie parti siamo molto caldi dentro ma freddi fuori. Da quando sono qui sono cambiata molto. I napoletani hanno un forte senso dell’amicizia, della famiglia, non mi sono mai sentita sola ed ho incontrato persone eccezionali: il mio ragazzo, che mi è sempre stato vicino e poi il prof. Fiore e la prof.ssa Cocozza che mi hanno sempre aiutata tantissimo, nello studio e nel risolvere problemi burocratici, che comunque non sono mancati”. Non ha dimenticato il suo paese d’origine. “Vorrei restare, ma mi piacerebbe anche portare idee nuove in Moldavia, magari collaborare con l’università e aiutare i ragazzi a portare avanti delle innovazioni, perché i cervelloni ci sono anche lì”. Vorrebbe restare in Europa. “Mi piace come contesto. Penso molto a Londra, ma il problema è la burocrazia, per muovermi all’interno dell’Unione Europea ci metto un po’, però credo che tutto si può fare, intanto sto inviando il curriculum e sostenendo dei colloqui”. È sempre stata molto indipendente “già al secondo anno di università ho iniziato a lavorare ed a vivere da sola”. È contenta degli studi che ha scelto: “ci sono insegnanti bravi e appassionati. Per alcune cose l’università italiana è poco pratica ma credo che riducendo le possibilità di scelta e concentrando molto di più l’attenzione sulle materie finanziarie, come si sta facendo, il Corso migliorerà”. Il tema che l’appassiona di più è il rischio. Ed è sulla valutazione del rischio che vorrebbe costruire il suo futuro professionale. “Tra sette o dieci anni, mi piacerebbe avere un incarico di responsabilità nella gestione del rischio, presso una banca o qualche altra istituzione finanziaria. Dopo si vedrà, magari metto su una mia azienda, chi lo sa” . L’intuito, una dote che l’accompagna sempre: “qualche anno fa ho letto un libro in cui il protagonista era un finanziere. Vorrei somigliargli perché si basava sull’intuito. È un senso cui ricorro spesso, anche con le persone”.
Iliriana Kerliu
“Sono venuta qui per la prima volta nel ’95 con i miei genitori, per fare visita a dei parenti che vivevano a Napoli, ma in generale ho avuto sempre un forte contatto e molto interesse per questo paese. I miei genitori mi hanno iscritta ai corsi di italiano già a nove anni ed un loro obiettivo è sempre stato quello di far studiare me e mio fratello all’estero. Ci siamo trasferiti definitivamente nel ’98, io ho frequentato il liceo a Napoli e mi sono subito trovata bene perché l’ambiente napoletano è molto affettuoso” racconta così, brevemente, la sua storia Iliriana Kerliu, 25 anni originaria di Durazzo in Albania, studentessa della Specialistica di Scienze delle Finanze. Alta, con una gran massa di capelli mossi, espressione concentrata e aria di chi prende tutto molto seriamente, ad Iliriana mancano solo tre esami e la tesi, con il prof. Fiore, è già a buon punto. Vive con la famiglia a Ponticelli ed è felice di poter stare con i suoi: “avere la famiglia accanto è un grande supporto, soprattutto psicologico. Per le mie amiche albanesi, lontane da casa per studiare, è tutto più difficile”. Ha scelto Economia spinta dalla curiosità e dall’educazione familiare. “Mia madre è laureata in Economia, ma non mi ha mai costretta a seguire le sue orme, mio padre è laureato in Storia e Filosofia ed è sempre stato molto attento al sociale, diventando anche sindaco della nostra città. Ho frequentato il liceo scientifico quindi il Corso in Finanza mi sembrava, rispetto ad un Corso classico, di tipo aziendale, più innovativo, flessibile e dinamico”. Le sue passioni: la borsa e le quotazioni. “È un settore sempre in evoluzione, che richiede attenzione continua”. L’ideale, un lavoro come trader “magari nel mondo anglosassone, dove la finanza è un settore primario. Un cambio di residenza non sarebbe un problema, l’ho già fatto una volta. Prima di muovermi, mi piacerebbe fare delle esperienza qui, per essere sicura di poter dare qualcosa altrove. Vorrei evitare il fallimento”. Del suo corso di studi ha apprezzato la preparazione dei docenti e il modo in cui le hanno saputo trasmettere le conoscenze. “Alcuni hanno studiato all’estero, utilizzano testi inglesi e fanno svolgere simulazioni pratiche come se fossimo nella City di Londra. Il corso di Progettazione e Analisi dei Prodotti Finanziari è fatto così”. Il legame con l’Albania non si è interrotto, anzi è sempre molto forte. “Vengo da una città di mare, ci torno ogni estate, ma non sono pentita di essere cresciuta qui. Molti giovani, oggi, nel mio paese cercano di andare a studiare all’estero. Se un giorno l’Albania mi offrirà quello che voglio, potrei anche tornare. È un paese in via di sviluppo e c’è la speranza che le aspettative siano realizzabili. Per ora voglio solo vedere premiata la mia dedizione allo studio, dare soddisfazione alla mia famiglia e pensare alla carriera”.
Simona Pasquale
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