Business plan di progetti teatrali, cinematografici e audiovisivi nel Laboratorio del prof. Rotondi

Non solo ‘arte per l’arte’, ma arte come industria”. È con questa formula che il prof. Armando Rotondi individua il fulcro del Laboratorio ‘Produzioni Audiovisive, Teatrali e Cinematografiche’ (che è in fase di conclusione). Un’iniziativa “complementare e integrativa di altri studi offerti dall’Ateneo, siano essi giuridici-organizzativi o artistici, in cui l’audiovisivo, il teatro e il cinema procedono contemporaneamente, intesi non solo come arte o mestiere ma anche come industria culturale con le sue regole e problematiche”, spiega il docente di Letteratura Italiana. A conclusione dell’esperienza, gli studenti produrranno dei lavori. Progetti che potrebbero anche essere realizzati. Nato in seno al Dipartimento di Scienze Umane e Sociali, il Laboratorio è destinato prevalentemente agli iscritti al Corso di Laurea Triennale in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali. “Può apparire, forse, strano che studenti con un background in Scienze Politiche possano essere interessati a teatro, cinema e audiovisivo, ma il Laboratorio si pone proprio come una possibilità per entrare in contatto con la realtà culturale artistica a scopo comparativo. Elementi di storia del teatro, ad esempio, si sono uniti ad altri di pratica teatrale e a nozioni di marketing e management”. Tra le attività svolte, “in primo luogo, analisi di materiale reale. Quindi, veri business plan di progetti teatrali, cinematografici e audiovisivi. Oltre a ciò, l’analisi step by step di pre-produzione, pro-produzione e post-produzione in teatro e cinema, dallo sviluppo scritto (ad esempio, la differenza tra autore teatrale e sceneggiatore per il cinema da un punto di vista industriale), alla ricerca fondi, al cast, alle leggi. Abbiamo visto la riforma del teatro di prosa in Italia e le leggi per i finanziamenti al cinema, così come il FUS – Fondo Unito dello Spettacolo. Abbiamo letto esempi di scrittura drammaturgica e sceneggiatura cinematografica, analizzato il funzionamento di un festival e discusso insieme suggerimenti per nuove produzioni”. L’interattività è la prerogativa chiave del progetto in corso. Pertanto, “anche il numero di studenti è ridotto per forza di cose in modo da poter sentire la voce di tutti. Gli studenti sono stati coinvolti attraverso discussioni serrate e scambi di idee. Già durante la prima lezione, ho cercato di cogliere i loro interessi, incluse le lingue che studiano, in modo tale da portare avanti esempi teatrali e cinematografici (film giapponesi, arabi, turchi… e non solo italiani, americani o europei, a seconda dei casi). In questo contesto, la mia attività come critico teatrale e cinematografico di World Theatre e World Cinema è stata di grande aiuto”. Refrattari all’assimilazione passiva dei contenuti, “alcuni studenti hanno portato avanti il proprio punto di vista, avendo peraltro lavorato in realtà spettacolari a livello professionale e gestito piccoli spazi o gruppi teatrali. Sotto questo aspetto, sono fortunato poiché hanno già un background in particolar modo teatrale sviluppato fuori dall’ambiente universitario”. Per questo motivo, “le ultime settimane del Laboratorio sono destinate a progetti ex-novo di tipo ‘site specific theatre’, ovvero teatro in luoghi diversi dal teatro, da associarsi a idee progettuali di video promozionali per l’evento”. Molti professionisti del settore hanno accompagnato lo svolgimento del Laboratorio tenendo lezioni analitiche sugli aspetti più pratici della compagine artistico-produttiva. Tra gli ospiti, Mirko Ettore D’Agostino, “produttore musicale presso il Babajim Studio – uno dei più grandi Studi di produzione musicale di Istanbul”, e il produttore, regista e drammaturgo Giovanni Meola, “nel doppio ruolo di professionista teatrale e cinematografico con la sua Virus Teatro e Virus Film”. Il leitmotiv che sta alla base dei singoli interventi è “l’idea che l’arte possa andare di pari passo con l’industria culturale e non per questo sentirsi snaturata commercialmente. Si prenda come esemplare la situazione della Gran Bretagna, che conosco bene dato che personalmente ho lavorato in teatro a Glasgow. Le produzioni teatrali, cinematografiche e audiovisive necessitano, sicuramente, di genio creativo ma imprescindibilmente anche di pianificazione”. In vista della conclusione del Laboratorio, “gli studenti presenteranno nell’ultima lezione una proposta per un site-specific partendo da un testo a loro scelta. E spero davvero che qualche progetto possa essere realmente realizzato in futuro”, auspica infine il prof. Rotondi.
Sabrina Sabatino
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