Emergenza Covid, la Scuola di Medicina in prima linea

Come già in primavera, la Scuola di Medicina dell’Ateneo Federico II si trova ad affrontare nuovamente l’epidemia di Coronavirus. Il professore Luigi Califano, che la dirige, fa il punto su quello che è stato già fatto e quello che verrà messo in campo nei prossimi giorni per contribuire ad irrobustire la rete di assistenza per i pazienti che abbiano necessità di ricovero e per aiutare nello screening sulla popolazione alla ricerca dei casi di positività. “La Regione – dice – ha chiesto al Policlinico di mettere a disposizione 77 posti letto per ora. Credo che se ne aggiungeranno altri, fino ad arrivare a quota cento. Una buona parte di essi è prevista nell’Edificio numero 18, quello delle Malattie infettive”. Sono mobilitati anche i ginecologi perché, spiega il prof. Califano, “siamo Centro di riferimento per i parti delle donne positive ed i bimbi sono ovviamente assistiti in Neonatologia”. Per dare una mano sul fronte dei malati più gravi: “Il prof. Giuseppe Servillo, che dirige la Terapia intensiva del Policlinico federiciano, ha riorganizzato una rianimazione tutta Covid. Ha liberato tutti i posti in rianimazione trasferendo i pazienti nella Cardiochirurgia. Oggi la Terapia intensiva ospita tutti pazienti affetti da Covid. Ce ne sono una ventina”. A luglio nella terapia intensiva del Policlinico federiciano sono stati attivati otto nuovi posti, suddivisi in due strutture fisicamente indipendenti tra loro per consentire percorsi differenziati. Si è mobilitato anche il reparto di Pediatria per assistere i casi di Covid in età infantile o adolescenziale e c’è la disponibilità ad effettuare tamponi da parte del gruppo del prof. Giuseppe Portella, il quale sta lavorando a pieno regime. “Non si ferma ovviamente – sottolinea il prof. Califano – l’attività per urgenze o ricoveri da effettuare entro trenta giorni che tutte le strutture stanno effettuando. Ci si ammala anche di altre malattie che necessitano ospedalizzazione e cure sollecite, purtroppo, e non solo di Covid”. 
Califano è sorpreso dalla nuova ondata di contagi? “Era assolutamente chiaro – risponde – che ci sarebbe stata anche perché questa estate molti hanno un poco abbassato la guardia e rinunciato alle precauzioni. A luglio eravamo in una condizione molto favorevole ma già da settembre i contagi sono ripresi in maniera significativa”. Anche in considerazione, avverte, dell’incremento dei tamponi che si stanno effettuando. “Se lei tiene conto che il numero di tamponi effettuato è molto elevato, si spiega anche il motivo della crescita esponenziale del numero dei casi di positivi asintomatici. Si cerca di più e si trova di più, questo è un dato di fatto”. Anche nell’Ateneo federiciano, come risulta dalla campagna di screening che proprio la Scuola di Medicina ha messo a disposizione del personale docente e non docente in primavera, i casi di positività al coronavirus sono tutt’altro che sporadici. Recentemente, per esempio, hanno riguardato alcuni docenti di Architettura e di Ingegneria. Conclude Califano: “L’impegno della Scuola di Medicina al servizio del territorio è come sempre significativo. Continuiamo naturalmente l’attività di formazione nel pre e nel post laurea, la  didattica e la ricerca. Le lezioni erano partite a settembre tutte in presenza perché avevamo messo in campo una bella operazione di coordinamento e di coinvolgimento della Scuola in tutte le sue componenti. Ora le attività in aula sono limitate ovviamente al primo anno, come prevede l’ordinanza emanata a metà ottobre dal Presidente della Regione Campania”.
 
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