“Ingegneria industriale ha un bilancio di 113 milioni di euro, pari a quello di un’azienda”

Dopo la nomina a ProRettrice della prof.ssa Rita Mastrullo, il Dipartimento di Ingegneria industriale è stato affidato al Vice Direttore, il prof. Michele Grassi, che si occuperà dell’ordinaria amministrazione fino all’elezione del nuovo Direttore. Sarà il prof. Raffaele Tuccillo, il decano, a convocare nei prossimi giorni un’assemblea virtuale – si svolgerà in modalità informatica, tramite una delle piattaforme ormai impiegate abitualmente per la didattica – durante la quale saranno avanzate le candidature di chi intenda proporsi. Si andrà al voto prima delle vacanze natalizie in maniera che il nuovo Direttore potrà insediarsi nel ruolo a partire dal primo gennaio. “Sono in corso colloqui – riferisce il prof. Antonio Moccia, che ha diretto Ingegneria industriale prima di Mastrullo – e, pur senza anticipare nomi, posso dire che sicuramente si andrà in continuità con la Direttrice uscente. Non ci saranno scossoni, come d’altronde non ce ne sono stati quando ho terminato il mio mandato ed è venuta la collega ora Prorettrice. Il periodo è un po’ particolare ed è difficile fare una chiacchierata informale in Ateneo, ma sono certo che avremo una candidatura unitaria in continuità con le esperienze precedenti perché il Dipartimento è fortemente omogeneo. L’obiettivo di tutti è raggiungere una convergenza intorno alla candidatura unica di qualche collega che già abbia svolto ruoli di responsabilità con i precedenti direttori e che sia consapevole delle difficoltà e dell’impegno che richiede il ruolo”. Ribadisce Moccia: “ritengo che una figura che abbia già avuto ruoli di responsabilità sia la migliore soluzione. Una persona che abbia affiancato i precedenti direttori, abbia esperienza delle problematiche, conosca gli aspetti amministrativi degli uffici. Una soluzione all’insegna della continuità, secondo me, si giustifica anche alla luce della circostanza che andiamo alle urne non perché ci sia stato un ribaltone o perché il Dipartimento sia spaccato, ma in considerazione della nomina a Prorettrice del direttore in carica”. Si lavora, dunque, ad una candidatura unica che possa coagulare il consenso del Dipartimento e che abbia ricoperto incarichi di rilievo durante la precedente gestione. La rosa dei papabili non è dunque molto ampia, si restringe a pochi nomi. Moccia, però, preferisce glissare. “Lascerei ancora un po’ di tempo prima di avere un’idea precisa. C’è un insieme limitato e lascerei al direttore uscente, il quale so che nei ritagli di tempo del suo nuovo incarico se ne sta già occupando, l’onere di sondare le disponibilità. Fermo restando, naturalmente, che poi chiunque si proporrà dovrà sottoporsi al giudizio dell’elettorato e che, in teoria, anche altri colleghi potrebbero farsi avanti. La mia sensazione però, lo ripeto, è che avremo una candidatura unica”. Voteranno poco meno di 150 elettori. “Docenti e ricercatori – quantifica Moccia – sono circa 120. Ad essi vanno aggiunti i rappresentanti del personale tecnico-amministrativo e degli studenti. Siamo uno dei Dipartimenti più numerosi dell’Ateneo ed in genere in questi casi la partecipazione è forte. Sono sicuro che il nuovo direttore avrà un mandato forte”. A fine novembre non era ancora stabilito se saranno elezioni in presenza o da remoto. “Abbiamo – ricorda il prof. Moccia – due esempi recenti e sono diversi. I colleghi del Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile ed Ambientale hanno votato utilizzando una piattaforma informatica. Le elezioni per il Presidente della Scuola di Medicina si sono svolte al Policlinico. Vedremo nei prossimi giorni cosa deciderà il decano, il quale saprà certamente individuare la soluzione migliore. L’opzione del voto da remoto mi stimola perché dobbiamo abituarci ad un modo nuovo di lavorare”. 
Come ricorda il prof. Moccia i suoi anni da direttore? “È un ruolo di grande soddisfazione perché sicuramente il Dipartimento è molto lanciato nelle attività didattiche, scientifiche e nella terza missione. È stata una esperienza straordinaria dal punto di vista professionale e mi ha arricchito moltissimo. Contemporaneamente sono stati per me anni incredibilmente onerosi dal punto di vista dell’assorbimento di tempo ed energie e dell’approfondimento e di problematiche per le quali il professore universitario medio non ha studiato. C’è bisogno di predisposizione, bisogna essere preparati e per questo sicuramente bisogna orientarsi nel novero di persone che siano a conoscenza della complessità del lavoro e siano ad essa preparate. Ormai i Dipartimenti sono piccoli Atenei con problematiche di gestione del personale e risorse. Ingegneria industriale ha un bilancio di 113 milioni di euro, pari a quello di un’azienda”. 
 
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