“Siamo un vero e proprio campus”

Imponenti edifici dal tetto verde, ampi viali alberati e prati coperti da foglie dai colori dell’autunno, in lontananza l’alta Torre Biologica. Sono gli spazi della Scuola di Medicina e Chirurgia della Federico II, raccontati attraverso l’occhio di un drone, alle aspiranti matricole che, mercoledì 24 febbraio, si sono collegate attraverso Google Meet e Youtube per seguire l’Open Day della Scuola. Organizzato in collaborazione con il quindicinale di informazione Ateneapoli, l’evento ha raccolto l’interesse di oltre 6 mila studenti al quarto e quinto anno degli istituti scolastici campani e regioni confinanti. 
Le immagini che scorrono sullo schermo sono accompagnate dalla voce del prof. Paolo Emidio Macchia, Vicepresidente della Scuola, che porta i saluti della Presidente, la prof.ssa Maria Triassi, e ne presenta la struttura e i Corsi di Laurea a questa afferenti. “Siamo un vero e proprio campus – spiega – L’area di Medicina dispone di 105 aule con oltre 10mila posti a sedere, altre 55 aule appartengono al complesso di Farmacia, 30 per Biotecnologie. Una capienza enorme. Quando siamo a pieno regime, il numero di studenti nei nostri spazi supera i 5mila allievi”. Punti di forza sono “i nostri percorsi di laurea estremamente professionalizzanti. L’interconnessione e l’interazione sono per noi delle parole chiave, insieme con l’internazionalizzazione. Con Medicina e Chirurgia in inglese, ad esempio, avrete possibilità di interagire con persone di tutto il mondo”. Racconta: “In una seduta d’esame abbiamo avuto un ragazzo collegato dalla Cina; mentre da noi era giorno, da lui era ormai mezzanotte!”. Ma chi è lo studente ideale per uno di questi percorsi, tutti incentrati sulla salute seppur vista da angolazioni differenti? Secondo il docente non esiste una matricola tipo, “l’importante è che ci sia passione per questi studi e tanta voglia di fare. Una vera motivazione aiuta a superare qualunque difficoltà. Vi aiuterà un po’ anche la semestralità delle nostre lezioni che vi ricorderà l’organizzazione della scuola in cui bisognava studiare e prepararsi di volta in volta. In ogni caso, io penso che possiate farcela tutti”. 
“Da noi vi troverete bene”
Adiacente al Policlinico c’è il Dipartimento di Farmacia, presentato dal prof. Orazio Taglialatela Scafati: “Da noi vi troverete bene. Abbiamo ampi spazi dedicati agli studenti, con punti ristoro, gazebo, giardini e tutte quelle facilities che favoriscono lo studio. Nel luogo dove si fa didattica, inoltre, ci sono anche gli studi dei docenti, il che vi permetterà di avere con noi un’interazione quotidiana”. Il farmaco è, chiaramente, l’oggetto fondante dei Corsi incardinati nel Dipartimento: “Affrontiamo il mondo della salute da un punto di vista molecolare, studiamo tutto ciò che riguarda il farmaco, dalla progettazione, alla preparazione, alla struttura chimica, al meccanismo d’azione, fino ai suoi effetti, alla distribuzione”. Punto di forza di queste lauree “è la loro connotazione pratica e applicativa. Un elevato numero di esami prevede una parte sperimentale. Gli studenti apprendono i concetti di base delle discipline e ne applicano i principi in laboratorio. In Chimica e Tecnologia Farmaceutiche (CTF) che io coordino, ad esempio, è prevista una tesi di laurea sperimentale nei laboratori scientifici dove si svolgono le nostre ricerche. Sulle Triennali, ancora, abbiamo convenzioni con aziende per il periodo di tirocinio”. Anticipando gli studenti, il docente dà infine informazioni sulle modalità di accesso ai Corsi: “Le nostre Triennali non prevedono una selezione all’ingresso. Per Farmacia e CTF, invece, sono disponibili 120 e 300 posti. L’anno scorso non vi fu test, solo una selezione basata sul voto di maturità. Questa modalità però è stata molto criticata, per cui si vorrà reintrodurre il test d’ingresso che si basa su Biologia, Chimica, Fisica, Matematica e Logica Generale per un totale di 60 domande. Sul nostro sito c’è una ricchissima banca dati”. 
Pandemia, i vaccini “sono stati generati nei laboratori biotecnologici”
È la volta di Biotecnologie per la Salute, Corso di Laurea Triennale sul quale interviene il Coordinatore, prof. Nicola Zambrano: “La Biologia ha il compito di capire come funzionano i sistemi viventi, le Biotecnologie quello di comprendere queste conoscenze di base e applicarle per risolvere dei problemi”. Un esempio sul compito delle Biotecnologie dall’attuale pandemia: “Voi sapete che sono stati generati numerosi vaccini, basati su quattro o cinque canovacci di base. Questi, ma come tutti i precedenti vaccini, sono stati generati proprio nei laboratori biotecnologici. Oppure pensate al tampone molecolare, al tampone antigenico, al test sierologico, sono presidi diagnostici sviluppati oltretutto in brevissimo tempo”. Il Corso di Laurea “permette poi la scelta tra diversi curricula – medico-molecolare, medico-clinico, farmaceutico, alimentare e veterinario – proprio perché la salute dell’uomo riguarda anche l’ambiente in cui questo vive”. I laureati federiciani in Biotecnologie sono molto apprezzati negli enti di ricerca pubblici e privati e nelle università di tutto il mondo, come il docente ama ricordare durante gli eventi di orientamento, “ma sono anche figure di raccordo tra vari settori e questo conferisce delle potenzialità imprenditoriali molto elevate. Un esempio su tutti, Egidio Cerrone, Puok, è un nostro brillante laureato”. Sulla modalità d’accesso: “Abbiamo a disposizione 450 posti. Le discipline del nostro test, di base, sono sempre le stesse: Biologia, Chimica, Matematica, Fisica, noi non abbiamo la Logica. Un punteggio minimo per l’accesso in realtà non c’è; la graduatoria premia sicuramente chi ha risposto meglio alle domande, ma poi scorre abbastanza velocemente”. Motivazione è la parola chiave prediletta anche dal prof. Zambrano: “No alle scorciatoie, sì alle scelte razionali ma fatte con il cuore. Non ha senso venire da noi se il vostro desiderio è entrare a Medicina, nella speranza di guadagnare qualche credito da poter convalidare poi”. 
Una disciplina in continua evoluzione in cui la settorializzazione delle conoscenze sta diventando determinante nello svolgimento della professione. È il quadro che traccia il prof. Roberto Rongo che interviene su Odontoiatria e Protesi Dentaria. “Prima del 1980 il Corso non esisteva, c’era solo una specializzazione in Odontostomatologia per Medicina – racconta – Ma Odontoiatria ha in sé una serie di branche, nonché a sua volta tre specializzazioni, il che consente una certa settorializzazione di questi studi”. Nella professione, oggi, “è sempre più raro incontrare lo studio con il singolo dentista che affronta tutte le branche, questa modalità è poco competitiva. C’è da dire anche che questo settore si sta riempiendo, ma senza essere congestionato: c’è un odontoiatra per ogni mille persone”. Ne consegue “che questo professionista debba essere sempre più egli stesso un imprenditore e che debba offrire una certa qualità”. Un consiglio: “Non scegliete questo Corso solo se i vostri genitori sono già del settore, oggi non funziona più così. Non pensate nemmeno ai soldi perché i tempi dei pochi odontoiatri che lavoravano molto sono finiti”. 
Professioni Sanitarie, impegno full time tra lezioni e tirocinio
Una scelta fatta con il cuore che favorisce un corretto approccio ad uno studio lungo e complesso, la sintesi dell’intervento della prof.ssa Simona Paladino su Medicina e Chirurgia che poi specifica: “I sei anni di corso sono divisi in due trienni. Al triennio di base si studiano le materie basilari che vi supporteranno nel triennio clinico in cui, accanto alla teoria, ci sono le clinical rotation. Questo significa che ruoterete sulle varie cliniche in modo da avere una formazione completa, perché il medico deve sapere tutto. E magari comincerete a capire ciò che, nello specifico, vi piace per poi specializzarvi dopo la laurea”. Punto di forza delle Professioni Sanitarie “è il loro essere Corsi professionalizzanti – specifica la prof.ssa Annamaria Rivieccio – il che vuol dire che, alla fine dei tre anni, sarete in grado di svolgere il vostro lavoro senza avere bisogno di un’ulteriore specializzazione. E che, prima di discutere la tesi, dovrete sostenere un esame di abilitazione”. Bisogna anche iscriversi “all’Ordine Professionale che, fino al 2018, includeva solo infermieri e infermieri pediatrici, ostetriche e tecnici di laboratorio”. Corsi chiaramente a numero programmato, “Infermieristica, Infermieristica Pediatrica, Fisioterapia, sono sempre i più richiesti”. La docente dà poi alcune informazioni sul bando, sulla possibilità di selezionare fino a tre opzioni di scelta e sulle diverse sedi periferiche in cui sono erogati i corsi, oltre alla Federico II. Un’ultima precisazione: le Professioni Sanitarie non vanno scelte come ripiego per il mancato accesso a Medicina né vanno prese alla leggera: “Questi percorsi sono impegnativi, avrete le lezioni tutti i giorni e in parallelo anche il tirocinio. Trascorrerete la giornata in università dalle 8:30 alle 17:30. E ricordate che competenza e professionalità fanno la differenza tra un operatore sanitario e l’altro”.
 
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