45 mila posti a sedere per 75 mila studenti

“Cari studenti, se vi prenotate a lezione con Go-In, poi andate in aula. Se vi prenotate ma disertate sottraete il posto ad un vostro collega. Capisco che possano esserci imprevisti, ma al netto di contrattempi cerchiamo di collaborare tutti in una situazione complicata”. Lancia un appello alle ragazze ed ai ragazzi che frequentano l’Ateneo il prof. Giuseppe Cirino, docente a Farmacia e delegato del Rettore agli studenti. Racconta: “Ho segnalazioni da parte di colleghi di situazioni nelle quali le presenze in aula sono di gran lunga inferiori rispetto al numero dei prenotati. Per esempio, mi riferiscono di aule da 250 posti che, per rispettare il metro di distanza antiCovid, potrebbero accogliere 125 o 140 ragazze e ragazzi ma nelle quali sono presenti un centinaio di studenti. I venticinque o i quaranta che hanno prenotato ma non sono andati hanno sottratto una opportunità ad altrettanti loro colleghi”. Il docente, peraltro, ammette che Go-In comporta serie limitazioni alla frequenza per i corsi più affollati: “Impone una rotazione per dare la possibilità a tutti di andare in aula e può capitare che lo studente non riesca a prenotarsi. D’altronde i numeri sono chiari: 40 mila posti a sedere in base alla necessità di rispettare il distanziamento e 75mila studenti”. Il Covid, insomma, sebbene la fase peggiore paia ormai superata, continua a limitare l’opportunità di vivere pienamente l’Università. Per alcune centinaia di studenti, quelli che non hanno voluto vaccinarsi, è motivo di totale esclusione dagli spazi universitari: aule, biblioteche, laboratori. Per accedervi, infatti, occorre il Green Pass che certifichi la vaccinazione o l’esito negativo di un tampone nelle 48 ore che precedono il giorno di ingresso. L’esame costa 15 euro. L’8 ottobre una sessantina di studenti ha manifestato contro l’obbligo di Green Pass. Ha incontrato il Direttore Generale dell’Ateneo, gli hanno consegnato una lettera nella quale chiedono che la Federico II si faccia carico di attivare convenzioni con laboratori per la somministrazione gratuita dei tamponi agli studenti universitari e che eserciti pressioni sulla Regione Campania contro il provvedimento che impedisce ai non vaccinati di fruire dell’abbonamento gratuito sui mezzi pubblici. Quella dei tamponi, sostiene però il prof. Cirino, è una richiesta difficile da recepire per l’Ateneo. “Dovremmo effettuarli noi – riflette – con postazioni davanti alle sedi universitarie e si comprende la complessità dell’operazione. In alternativa potremmo affidarci a laboratori convenzionati. Dovremmo scegliere questi ultimi, però, tramite gara, perché l’Ateneo deve attenersi a regole precise. I tempi non sono brevi e si arriverebbe all’aggiudicazione in prossimità del 31 dicembre, quando potrebbe cessare lo stato di emergenza e venir meno anche l’obbligo di Green Pass”. Aggiunge: “C’è poi anche una questione giuridica non trascurabile. Una convenzione costa e la Federico II potrebbe essere chiamata a rispondere dalla Corte dei Conti in merito all’opportunità dell’esborso per garantire tamponi agli studenti i quali, per una loro scelta nel merito della quale non entro, hanno deciso di non fruire della vaccinazione gratuita. Non c’è una legge che prevede la somministrazione gratuita dei tamponi e noi dobbiamo attenerci alle norme dello Stato italiano”.
Ad inizio ottobre, intanto, il prof. Cirino si è presentato ai rappresentanti degli studenti. “Ho fatto un’apparizione per un breve saluto durante una seduta del Consiglio degli Studenti. Spero che ragazze e ragazzi abbiano apprezzato, sebbene qualcuno abbia voluto precisare che preferirebbe rapportarsi con il Rettore. Ho chiarito che io non faccio da parafulmine, ma sono il delegato del Rettore e che con me gli studenti possono interloquire forse in maniera più semplice ed immediata di quanto possa accadere con il prof. Lorito, che è al vertice dell’Ateneo e si occupa di molte altre cose”. Quella di Cirino “è una delega sul diritto allo studio e sulla messa in opera di interventi di Ministero e Ateneo che vanno in questa direzione e devono essere sviluppati. Prima erano azioni seguite da una serie di uffici, ora c’è un unico referente e questo dovrebbe rendere più efficaci le iniziative finalizzate all’attuazione del diritto allo studio”.
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