A Letteratura Latina “aule piccolissime”

Se al primo anno si riscontra una situazione piuttosto normalizzata con un’affluenza di matricole che – per quanto cospicua – risulta ben distribuita tra le classi, è al secondo anno che al Dipartimento di Studi Umanistici la frequenza delle lezioni diviene un’autentica prova di coraggio. “Aule piccolissime, poco ariose, dove si litiga anche per occupare i posti sul pavimento”, racconta Mariachiara Ruocco, iscritta a Lettere Moderne. Per ora il corso più affollato è Letteratura Latina, senza distinzione di gruppi. Per giunta, “capita sempre in aule piccolissime, come la SM1 a Mezzocannone 16. È successo, perciò, che la docente decidesse di suddividere la propria lezione in due parti: nella prima ora seguono quelli che sono riusciti a sedersi e nella seconda danno il cambio a chi prima era rimasto in piedi”. Una soluzione necessaria nei primi giorni, “perché le aule hanno capienza massima di 150 persone e ne siamo almeno 100 in più, anche perché seguono con noi anche gli studenti iscritti ad anni successivi che non hanno superato l’esame”. Sovraffollamento simile anche ai corsi di Letteratura Italiana, “che però capitano sempre nelle aule della sede di Porta di Massa, dove anche stare a terra non è poi così insopportabile, perché al di là dei posti a sedere (circa un centinaio) l’aula è molto più spaziosa ai lati”. Si potrebbe fare di più: “verificare la presenza degli studenti e redistribuire le aule secondo una logica equa. Con noi, per esempio, segue uno studente disabile. Andrebbero applicate delle misure per tutelarci di più e assicurare condizioni di vita dignitose ai corsi”. 
Il secondo anno è “più faticoso”
Altro punto è la distribuzione degli orari, connessa alla collocazione delle aule: “salire a Mezzocannone…
 
L'articolo continua sul nuovo numero di Ateneapoli in edicola dal 26 ottobre (n. 14-15/2018)
o in versione digitale all'indirizzo: https://www.ateneapoli.it/archivio-giornale/ateneapoli
 
- Advertisement -




Articoli Correlati