A Medicina il posto per studiare è una questione d’ingegno. Una barella diventa un banco

Una barella zoppa, una pedana di legno e un pizzico di inventiva. In poche parole: un banco. Il lavoro di innovativo artigianato porta la firma di Salvatore Frecentese, studente del primo anno che ha Odontoiatria nel futuro e doti degne di Archimede Pitagorico nel presente. La sua idea è diventata presto un fenomeno mediatico: “da quando mi sono messo qui mi hanno già fatto nove foto”. Di necessità, virtù. La carenza dei posti studio è uno dei problemi più dibattuti a Medicina. Una questione molto sentita dagli studenti, che di questo hanno parlato recentemente anche con i propri rappresentanti nel corso di un’assemblea tenutasi all’edificio 20. Se ne parla e, nel frattempo, ci si adatta. Salvatore si è guardato intorno e ha trovato la sua soluzione: “ci stava la barella. Questa – indica la pedana di legno – era messa per terra. Così, le ho assemblate. Ho fatto tutto di nascosto”. Non è mancato un piccolo inconveniente: “mi sono dovuto spostare. Precedentemente la struttura era ancora più curata”. Con un pizzico di orgoglio mostra una foto della sua creatura prima che subisse lo sfratto. Nel tragitto sono stati persi due elementi: una scatola, che permetteva alla gamba della barella priva di una rotella di recuperare i centimetri in meno rispetto alle colleghe, e una bottiglia di plastica che fungeva da “ammortizzatore per non far muovere il tavolo”. Il linguaggio è chiaro. Da barella a tavolo. In sintesi, un esempio di quando l’arte di arrangiarsi porta a dei risultati che riescono a superare …
 
Articolo pubblicato sul nuovo numero di Ateneapoli in edicola (n. 19/2014)
o in versione digitale all'indirizzo: https://www.ateneapoli.it/archivio-giornale/ateneapoli
 
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