Arrivano al traguardo della laurea i primi 39 studenti della Magistrale attivata due anni fa

Dei pionieri giunti al termine di un percorso nuovo e inesplorato, a caccia di opportunità in un settore altamente sfidante e competitivo. Si direbbero quasi usciti da un libro di avventure i primi laureati in Innovation and International Management, così come evocati dalla metafora del prof. Marco Maffei,  Coordinatore di questa Magistrale che ha esordito nel 2019 al Dipartimento di Economia, Management e Istituzioni, con l’obiettivo di formare esperti nell’impiego delle nuove tecnologie per la gestione strategica dell’innovazione. “Due anni fa avemmo 178 immatricolazioni e di questi studenti, a luglio, 39 hanno raggiunto il traguardo”. Al momento della proclamazione, “dopo un augurio, ho spiegato che le loro prossime mosse ci diranno se il nostro Corso garantisce effettivamente le opportunità che promette. Da parte nostra – prosegue – c’è stato il massimo impegno nel garantire un’istruzione di qualità coinvolgendo anche aziende importanti per gli stage, come Campania NewSteel, Lombard International Assurance, Bioitalia, KPMG, PwC, Organon Italia e altre”. Di una cosa il docente è certo: “Questi ragazzi tecnicamente si sono laureati in un anno e una sessione e non c’è dubbio che siano brillanti e preparati”. Quanto al Corso, “con il nuovo biennio, abbiamo attivato anche nuovi laboratori come ‘Strategic Innovation and Customer Experience’, ‘Sistemi di reporting di sostenibilità’ in collaborazione con Ernst&Young, ‘Sistemi di monitoraggio e certificazione della performance ambientale’ e il Laboratorio per la fiscalità e l’unione doganale”.
C’è chi ha cominciato a lavorare prima della laurea
Ma cosa ne pensano i laureati? Smessa da poco la corona d’alloro si dicono soddisfatti o rimborsati? È decisamente entusiasta il tono di Antonio Durante la cui vivacità non è stata minimamente scalfita da un anno e mezzo di pandemia. “Ho sfruttato appieno le potenzialità di questo Corso, ovvero il costante impiego dell’inglese e la dimensione progettuale degli insegnamenti. La capacità di lavorare in team e portare a termine più incarichi sono competenze richiestissime nel mondo del lavoro”. Ad ottobre, comincerà la sua avventura come Junior Business Analyst a Milano, in Capgemini, leader nel campo della consulenza e nel supporto alle aziende: “Durante gli studi ho lavorato per quattro mesi in Eurospin, poi sono entrato alla 5G Academy. Sono stato anche in associazioni come Jef Napoli e Starting Finance Club”. Il lavoro che si accinge a svolgere rispecchia appieno le sue aspettative, “chiaramente andrà oltre quello che ho studiato all’università, il che è giusto perché nella vita non bisogna mai smettere di apprendere. Capgemini, ad esempio, ha valutato la mia appartenenza a Jef come un pregresso lavoro di consulenza e mi ha assunto con un contratto di apprendistato anziché di stage e con uno stipendio più alto”. Laureato con 110 e lode, conclude: “Non è il voto a far colpo sull’azienda, sei tu con il tuo background e la capacità di offrire loro soluzioni nuove”. È laureato con il massimo dei voti anche Gabriele Massa, attualmente impiegato in Engineering dove si occupa di consulenza strategica e risk management: “Ho cominciato a lavorare ben prima della laurea, a marzo. Il mio contratto di stage sta per scadere, ma l’azienda mi ha confermato che mi proporrà un nuovo contratto di apprendistato – racconta con gioia – La maggior parte del gruppo laureatosi a luglio ha concluso il percorso con un voto alto e adesso ha trovato uno stage con prospettive di assunzione in un contesto inerente agli studi. Direi che possiamo dirci soddisfatti”. Appassionato di tematiche come blockchain e hyper automation, anche Gabriele sembra non riuscire a stare fermo: “Durante la Triennale ho lavorato, grazie ad un bando regionale, come Temporary Export Manager tra Bucarest e Parigi. Sempre in Triennale, sono stato in Erasmus in Portogallo. Di recente, in remoto, ho partecipato a Start Cup Campania. La buona riuscita di un progetto è una questione di qualità e non di quantità: bisogna imparare a dare priorità alle cose giuste”. Per il futuro, ha già qualche progetto in mente: “Mi piacerebbe fare un’esperienza lavorativa fuori dall’Europa. Con Engineering sarò ancora per poco in smart working, poi partirò per Milano, una tappa obbligata per chi vuol fare questo lavoro”. Laureata Triennale in Economia Aziendale come i suoi colleghi, anche Ilaria Carannante lavora per Engineering, a Roma, e si occupa di gestione dei processi aziendali. “Ho scelto Innovation and International Management perché volevo seguire un percorso di studio al passo con i tempi. Purtroppo abbiamo potuto frequentare in presenza solo un semestre e alcune cose sono andate perse, come lo stage che non sono riuscita a svolgere”. Questa presso la Engineering, dunque, è la sua prima esperienza professionale: “Al colloquio mi è stato chiesto dei vari esami che ho sostenuto e il recruiter si è incuriosito quando ho messo in risalto le varie conoscenze trasversali che ho acquisito”. Anche lei, dunque, è soddisfatta del suo percorso che “ho concluso con il massimo dei voti. C’è da dire, comunque, che è stato impegnativo, soprattutto per gli esami del primo semestre del primo anno, che mi hanno messo un po’ in difficoltà”. Per affrontare questo studio “c’è bisogno di abbandonare la mentalità tradizionale e il libro di testo. Ci si orienta tra paper di ricerca accademica in lingua e progetti. E la relazione con il docente diventa fondamentale”.
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