Creativi, appassionati, affiatati: gli studenti della squadra F2 raccontano…

C’è chi ha una bella voce, chi è esperto di musica, qualcuno è più portato per gli aspetti tecnici, qualcun altro per la scrittura. La radio è un mondo vivace e, intorno ad un format, ruotano tante figure professionali, ciascuna con le proprie peculiarità. E non importa quale sia il campo di studi di provenienza perché F2 Radio Lab forma ed educa i suoi allievi allo stesso modo, dando a tutti l’opportunità di ‘sporcarsi le mani’ a 360 gradi. Tre sono i gruppi al momento coinvolti nel progetto: le new entries, che hanno cominciato a seguire il corso di formazione via Zoom il 19 marzo, un gruppo che ha terminato le lezioni teoriche e che attende di entrare in studio per l’attività pratica, e le vecchie leve che attualmente vanno in onda e accompagnano i colleghi meno esperti. 
Media popolare tra i giovani, strumento di informazione e di intrattenimento, “con la diffusione delle web radio, la presenza di questo mezzo tra i giovani si è accentuata ancor di più”, dice Roberta Persico, studentessa di Ingegneria Informatica. Arrivata alla quarta lezione del corso di formazione sente “di aver fatto la scelta giusta. Temevo che, quest’anno, il bando sarebbe saltato a causa della pandemia. Voglio anche precisare che la modalità telematica non ci penalizza, né in termini di dinamismo delle lezioni né dal punto di vista del contatto interpersonale”. Un mondo si sta schiudendo dinanzi ai suoi occhi: “Quando si pensa a questa realtà, generalmente, si va subito con la mente allo speaker. Spesso non c’è cognizione di quante e quali figure concorrano alla realizzazione di un prodotto radiofonico, né a quante opportunità di carriera offra la radio”. Creatività è la skill che Roberta erge a sua bandiera: “Provengo da studi scientifici, ma sono fermamente convinta che la tecnica si possa incanalare in un percorso artistico”. Per Emmanuel Nicholas Marsicano, terzo anno di Informatica, la pandemia è stata un’occasione per mettersi in gioco e scoprire nuove potenzialità: “Durante la quarantena, con gli amici, abbiamo cominciato a metter su mix musicali per tenerci compagnia”, ricorda. Dalla sua cameretta a F2 Radio Lab il passo è stato breve: “Conoscevo già un po’ i meccanismi della radio e, al momento, mi sento portato per il lavoro strumentale. Non so ancora cosa aspettarmi da questa esperienza, né se vorrò conservarla a fini professionali. Ho sviluppato anche un certo interesse per i podcast, quindi lascio aperte più porte”. 
Sono tra I Freak di F2, in onda il sabato pomeriggio per un’ora di intrattenimento, Immacolata Borzacchiello, Chiara Di Bernardo e Francesco Falco, studenti in attesa di svolgere lo stage in studio. Già avvezza al mondo dell’etere, Immacolata è iscritta a Lettere Moderne ed è giornalista: “Collaboro con diverse testate, sia online che cartacee, e con web tv locali. Mi occupo di cronaca, cultura e politica. Il mio obiettivo è terminare gli studi con un Master in giornalismo e poter lavorare, così, nell’ambito della comunicazione”. Si definisce una persona curiosa e spiega di essersi avvicinata a F2 Radio Lab perché appassionata di speakeraggio. Poi, mentre si racconta, il suo cuore va alla post produzione, al lavoro più tecnico, alla regia, fino ad arrivare alla musica e alla creazione degli spot: “La formazione che abbiamo ricevuto è stata talmente intensa da avermi fatto appassionare ad ogni aspetto della radio. Non vedo l’ora di approfondire la parte redazionale che non abbiamo ancora sostenuto a causa della pandemia”. I Freak di F2 è nato la scorsa primavera, “per offrire un po’ di intrattenimento. Ciascuno di noi mette in gioco i suoi interessi parlando di film, serie tv, musica, viaggi. Quanto al nome, il freak è il ragazzo un po’ atipico e noi volevamo trasmettere il senso di frustrazione che ci ha preso quando non è stato possibile portare a termine la nostra formazione in presenza né svolgere lo stage subito dopo le lezioni”. Età e percorsi di studio diversi si sono rivelati una risorsa ai fini della collaborazione “e per la creazione di una squadra affiatata”, conclude. 
“Lo speakeraggio è espressività ed emotività”
Approda in radio dalla quinquennale in Architettura Chiara, musicista, amante della cultura nel senso più ampio del termine. “Mi piace scrivere e parlare di musica. Ho suonato la chitarra per anni, poi mi sono convertita al basso. La radio è il mio spazio ideale, uno spazio che si concretizza in tante cose, come un corretto uso del microfono, una buona dizione, saper stare in onda, saper scegliere un brano”. Il format I Freak di F2 “è nato nell’ambito delle lezioni teoriche che abbiamo cominciato in presenza prima delle chiusure, in attesa di poter fare lo stage – spiega – Abbiamo scelto questa tipologia di programma perché, essendo alle prime armi, avevamo bisogno di qualcosa che si potesse produrre e organizzare da casa senza troppe difficoltà e che fosse, allo stesso tempo, leggero e divertente. Siamo molto soddisfatti del nostro lavoro, il gruppo è affiatato e chi ascolta lo percepisce”. Anche Chiara è un’appassionata di speakeraggio: “Lo speaker ha una sua scaletta, ma deve essere abile all’improvvisazione e pronto a rispondere a qualsiasi dinamica dovesse presentarsi. Ma è soprattutto qualcuno che ci tiene compagnia, seppur non fisicamente. In poche parole, è un amico”. Lo accompagna in tante attività, in auto come durante gli allenamenti; la radio è a tutti gli effetti proprio una buona amica per Francesco, studente Triennale di Ingegneria Meccanica. Con qualche competenza di partenza già accentuata sulla parte tecnica, “perché avevo già fatto un po’ di esperienza con alcuni dei programmi su cui ci hanno formato”. Il ruolo preferito: “Lo speakeraggio è espressività ed emotività. Però, ormai, mi sento tarato anche su post-produzione, messa in macchina e programmazione musicale”. Il ‘dietro le quinte’ “è un mondo altrettanto bello da esplorare”. 
È uno dei senior Manuel Iannuzzo, laureato in Scienze Politiche, in radio dal 2017. “Dall’inizio dell’anno ho volontariamente scelto di mettermi un po’ da parte, per far spazio ai nuovi studenti che stanno completando la loro formazione – specifica – Sono a loro completa disposizione, perché vorrei che avessero un’esperienza fruttuosa quanto la mia, nonostante la difficoltà della situazione”. Quanto impatta lo smart working su una trasmissione radiofonica? “Da casa è possibile andare in diretta collegandosi in remoto, con il proprio computer, al computer in studio. Oppure, opzione che abbiamo scelto per la maggiore, si registra la trasmissione, si aggiunge la musica, si può avere qualche ospite”. Per l’ascoltatore “la differenza può essere anche minima. Ma io credo che qualcosa cambi, nella voce dello speaker e nel ritmo della trasmissione”. Una lunga attività la sua, cominciata nel 2017, che si sta avviando a trasformarsi in un lavoro: “Ho avuto un’esperienza professionale molto bella, interrottasi per la pandemia, con l’Agenzia Nazionale dei Giovani, che mi ha portato in tour in giro per l’Italia. Ho partecipato a varie master class e adesso collaboro con Radio Yacht”. La professionalità c’è, la voglia di fare anche: “Sono però un po’ stupito dal fatto che le radio oggi tendano ad assumere, ad esempio, l’influencer famoso piuttosto che una persona davvero esperta. Puntano sul ritorno di immagine trascurando, forse, la qualità del prodotto finale”. Anche lui attivo dal 2017, Fabrizio Napoleone, studente Magistrale di Ingegneria Gestionale, ha il pallino della radio sin da bambino. Amante delle chiacchiere e dell’intrattenimento, è attualmente in onda con F2 in da House, altra trasmissione nata la scorsa primavera per far fronte all’emergenza che ci ha tenuti tutti in casa. “Teniamo compagnia agli ascoltatori ogni lunedì, mercoledì e venerdì, con lo speaker che sceglie e argomenta una notizia di attualità. Abbiamo affrontato, ad esempio, temi come DAD, smart working, viaggi o news di Ateneo. Quando è stato il mio turno di prendere il microfono, ho scelto di parlare della riapertura dei locali e degli esperimenti che si stanno tentando all’estero”. Nella sua memoria, “restano indelebili gli incontri con tanti personaggi famosi come Clementino e attori del teatro. Ma, soprattutto, questa esperienza mi ha lasciato dentro un mix. Perché questo progetto di Ateneo è un mix, di culture, approcci e saperi diversi”.
 
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