Da Vienna a via Montesano, seminario a Farmacia del prof. Becker

“Il relatore di oggi si è formato in Germania, terra dove è tornato dopo un periodo di studio vissuto negli Stati Uniti. Nel 2011 gli è stato affidato un ruolo di grande rilievo presso l’Università di Vienna, dove ancora oggi lavora”. Da Vienna a via Montesano. Il Dipartimento di Farmacia ha accolto il prof. Christian Becker, Direttore dell’Institute of Biological Chemistry all’università viennese, protagonista del seminario dal titolo: “Chemical protein Synthesis – Tailor-Made proteins for understanding Biological Function”. A introdurre l’ospite d’onore ai tanti studenti che il 12 maggio hanno affollato l’Aula Sorrentino è stata la prof.ssa Maria Valeria D’Auria, docente di Chimica organica a Chimica e Tecnologia Farmaceutiche e Coordinatrice del Dottorato in Scienze del Farmaco. Pubblico composto anche da docenti federiciani. Tra questi il prof. Paolo Grieco, docente di Chimica Farmaceutica e Presidente del Corso di Laurea in CTF: “i docenti sono stati prima di tutto studenti, bisognerebbe ricordarlo continuamente. Nel nostro campo è necessario aggiornarci sempre, le cose evolvono così rapidamente che bastano sei mesi per trovarsi fuori dalla parte scientifica”. Un’occasione di conoscenza per i ragazzi: “il seminario ha dato la possibilità di affrontare una tematica che qui non è molto nota, visto che è trattata in campo biologico piuttosto che farmaceutico. Sono arrivati spunti interessanti”. In prima fila era seduta Irene Saccone, ex studentessa della Federico II che ha appena concluso un dottorato in Scienze del farmaco, esperienza che l’ha portata a Vienna per sei mesi, proprio alle dipendenze del prof Becker: “ho lavorato nel suo laboratorio. Il professore è molto
professionale, umano e attento a ogni dettaglio. Ci tiene all’unione del team. È stata un’esperienza bellissima che consiglierei agli studenti”. Per aprirsi a un modus operandi completamente nuovo: “qui si è sempre supervisionati. Lì, invece, c’è un modo di lavorare del tutto diverso. Hai un progetto e un laboratorio tuo e devi portare dei risultati. Sei messo molto più alla prova, visto che ogni settimana ci sono dei confronti per controllare il livello di attività dei vari gruppi. Questo ovviamente ti sprona a lavorare sempre”. Dalla parte dei federiciani c’è una formazione che piace pure oltre confine. A tal proposito, il prof. Becker: “la preparazione degli studenti napoletani ha la stessa qualità di quella dei nostri studenti e rappresenta un’eccellenza universitaria europea”. Buon motivo per collaborare sempre di più: “ci sono molte opportunità di confronto tra l’Università di Vienna e la Federico II, dobbiamo continuare e rafforzare collaborazioni che sono già in corso. La dott.ssa Saccone è stata da noi in veste di ricercatrice. Auspico che si possa incrementare il numero delle visite”. Sul seminario: “sono stato molto felice di aver avuto l’opportunità di relazionarmi contemporaneamente con docenti, ricercatori e studenti della vostra università”. Tra i più giovani presenti c’era Carlo, quinto anno di Farmacia: “è stato molto interessante. È sempre importante arricchirsi culturalmente attraverso le esperienze di un professore che viene non solo da un’altra università, ma addirittura da un altro paese. Aiuta ad ampliare gli orizzonti, indirizzandoci verso un profilo più internazionale. La prof. ssa D’Auria ci ha comunicato che il prof. Becker è disponibile ad accogliere nella sua università laureandi e laureati. È un’opportunità che prenderò sicuramente in considerazione”. Un problema: la lingua. La relazione, interamente in inglese, ha portato in aula a degli evidenti cali di concentrazione. Gennaro spiega: “il prof. Caliendo mi ha presentato il seminario. Speravo mi lasciasse qualcosa in più. Non capivo benissimo l’inglese, anche per problemi di audio, alla fine ho preferito mettermi a studiare”. Come lui, Francesco: “ci avevano anticipato che si sarebbe parlato di metodi innovativi. La lezione mi interessava molto, ma alla fine sono andato via perché non riuscivo a capire bene”.
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